Botteghe storiche e locali di tradizione - 08 settembre 2025, 08:00

Botteghe storiche e locali di tradizione - “Prima di tutto il paziente”: la filosofia che guida l’Ortopedia Allegretti dal 1878

Dalla lettera di Garibaldi agli scanner 3D, la storica attività con sede in salita Santa Caterina è oggi guidata da Filippo Allegretti ed è sempre più specializzata nella realizzazione di presidi su misura e ausili per la riabilitazione

Continua con questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato alle Botteghe Storiche e ai Locali di Tradizione della nostra città. Vogliamo raccontare, di volta in volta, quelle che sono le perle del nostro tessuto commerciale, e che ci fanno davvero sentire orgogliosi di appartenere a questa città. Buon viaggio insieme a noi!

Prendersi cura delle persone: questa la missione dell’Ortopedia Allegretti dal 1878. Il negozio di salita Santa Caterina ha attraversato tre secoli restando fedele all’ideale di Giuseppe Allegretti, il fondatore, come racconta Filippo, il pronipote, oggi alla guida dell’attività: “Tutto è cominciato con il mio bisnonno, che da ragazzo lavorava come garzone nella bottega di un maestro d’ascia in piazza Pellicceria, specializzato nella costruzione di arti artificiali. Quando il maestro andò in pensione, come si usava all’epoca, gli consegnò le chiavi e gli disse: ‘Vai avanti tu’. Così nacque l’impresa”.

Nei suoi primi anni di lavoro poté annoverare tra i clienti addirittura Giuseppe Garibaldi, del quale si conserva una lettera autografa in cui l’eroe dei due mondi gli inviava sessanta lire. Nel 1897 trasferì la sede in salita Santa Caterina, dove ampliò l’officina, che già allora si fregiava dell’uso di un modernissimo “motore elettrico”. Accanto alla costruzione di arti artificiali, aprì un laboratorio per busti e presidi in tela ed elastico.

Negli anni Venti entrarono in azienda i figli Luigi, Giuseppe e Pietro, che affiancarono alla produzione ortopedica la vendita di articoli sanitari e chirurgici, stringendo collaborazioni con fornitori tedeschi. “Era diventato anche il centro di nichelatura e affilatura di tutto lo strumentario chirurgico - ricorda Allegretti - prima per l’ospedale di Pammatone, poi per il Galliera e successivamente per il San Martino”.

Alla fine degli anni Sessanta la direzione passò a Enrico, figlio di Pietro, che ampliò il ramo commerciale, divenuto ormai prevalente rispetto alla produzione. Enrico fu anche presidente della sezione ligure della neonata Federazione Italiana degli Operatori nella Tecnica Ortopedica (FIOTO) e poi membro del Consiglio Nazionale, ruolo che ricopre ancora oggi. Negli anni Novanta l’attività si espanse con nuovi punti vendita, in via Piacenza e in via Cantore, per essere più capillare sul territorio.

Nel 2005 entra in azienda il figlio Filippo, portando con sé una preparazione accademica di alto livello: tre lauree, la nomina a professore universitario e il ruolo di coordinatore tecnico del corso di laurea in Tecniche Ortopediche dell’Università di Genova. “Ho voluto aggiungere alle conoscenze pratiche di famiglia anche una formazione teorica e scientifica. Oggi coordino il corso di laurea da più di dodici anni e continuo a insegnare, mentre in azienda ho sviluppato la parte più legata alle nuove tecnologie: utilizziamo sistemi CAD-CAM, scanner corporei per realizzare dispositivi su misura e ausili per la riabilitazione”.

Ma nonostante la lunga tradizione e la costante innovazione, le difficoltà non mancano: “Siamo legati alla fornitura tramite il Servizio Sanitario Nazionale e, soprattutto in Liguria, con l’introduzione del nuovo nomenclatore tariffario e delle gare d’appalto la situazione è peggiorata. La nostra figura professionale viene spesso considerata superflua, mentre i medici prescrittori stessi hanno perso punti di riferimento. Il risultato è che i cittadini non ricevono più il servizio come dovrebbero”.

Filippo porta avanti queste battaglie anche a livello istituzionale, come presidente della Commissione d’Albo, ma intanto in azienda si continua a lavorare: “Oltre a me e a mio padre abbiamo nove dipendenti, distribuiti sui tre negozi. C’è anche un altro tecnico ortopedico che mi affianca nel lavoro con i pazienti”. La passione, però, resta intatta: “Per me questo lavoro è una missione. La soddisfazione di aiutare le persone a risolvere i loro problemi è enorme e mi spinge ad andare avanti, nonostante le difficoltà. Ho seguito una formazione impegnativa e continuo a sperimentare nuove tecniche, come la fotobiomodulazione, che utilizza la luce per migliorare la postura e ridurre i dolori senza farmaci. Seguo anche sportivi di alto livello, come due sciatori della nazionale italiana, per i quali realizzo plantari e soluzioni personalizzate”.

E il futuro? “Ho ancora tanti anni di lavoro davanti, e cercherò di portare avanti l’azienda mantenendo la sua storicità, ma sempre innovandola. Ai miei figli auguro un percorso diverso, perché il settore sanitario oggi è complicato. Però una cosa resta certa: nella nostra professione prima di tutto c’è il paziente. Solo dopo viene l’aspetto commerciale. È questo che ci distingue da un semplice negozio e che ci ha permesso di resistere per tutti questi anni”.

Chiara Orsetti

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