“Vogliamo solo poter vivere senza paura”: questa la richiesta della vicepresidente e del segretario del neonato ‘Comitato Diritto & Legalità’, attivo da pochi giorni nelle zone di Prè e della Darsena, per cercare di attirare ancora una volta l’attenzione dell’amministrazione sulle criticità che caratterizzano le giornate dei residenti. Alla base della nascita del comitato c’è un episodio: “Tutto è iniziato con l’aggressione al figlio, appena diciottenne, della nostra presidente - spiegano la vicepresidente e il segretario -. Quando certe cose le leggi sui giornali pensi sempre che riguardino altri. Ma quando entrano in casa tua, quando toccano i tuoi figli, non puoi più restare a guardare. È stato un campanello d’allarme che ci ha spinto ad agire. Singolarmente, le denunce spesso non producono risultati. Insieme, invece, possiamo farci ascoltare”.
Le testimonianze parlano di una vita difficile, scandita da precauzioni che non dovrebbero essere necessarie. A preoccupare, soprattutto negli ultimi tempi, è lo spaccio di crack, che sempre più vede coinvolti molti giovani: le piccole dosi vengono vendute a poco prezzo, e spesso, (anche durante l’intervista, n.d.r.) arrivano persone a chiedere qualche spicciolo per poter comprare quello di cui ha bisogno. Tra questi, molti sono ragazzi e ragazze. “Lo spaccio è la radice di tutto. Intorno a questo ruotano prostituzione, aggressioni, rapine, violazioni di proprietà privata. Chi è sotto effetto di droga è pronto a qualsiasi cosa pur di procurarsi i soldi per una nuova dose. E quando il traffico di stupefacenti diventa così visibile e pervasivo, il degrado cresce di conseguenza. Il risultato è che ci troviamo a vivere in una delle aree più turistiche della città in condizioni di insicurezza e abbandono”.

Via Prè, la Darsena e via Gramsci non sono luoghi marginali, anzi: sono la porta d’ingresso di Genova per chi arriva dal mare. “Ogni giorno - sottolinea il segretario - migliaia di persone sbarcano dalle navi da crociera. Il primo impatto con la città dovrebbe essere accogliente, sicuro, degno della nostra storia, invece si trovano davanti a spaccio in pieno giorno, risse, prostituzione. È una ferita non solo per chi vive qui, ma per l’immagine stessa di Genova. Siamo a due passi dall’Acquario, dal Porto Antico, da via Balbi, dall’università. Questa parte di città potrebbe essere un gioiello, un luogo di cultura, turismo, commercio. Invece rischia di diventare il biglietto da visita sbagliato. Noi residenti siamo costretti a girare con lo spray al peperoncino in borsa, giorno e notte, altrimenti non siamo tranquilli, ma anche i turisti che affittano stanze nei tanti bed&breakfast della zona rimangono colpiti e, non di rado, lasciano il loro alloggio prima del termine delle vacanze per spostarsi in aree più tranquille, soprattutto se sono con dei bambini al seguito”.
Non mancano esempi di situazioni vissute in prima persona anche dai pescatori che lavorano in zona e dai titolari delle attività: “'Fish Lab' ormai tiene chiuso la sera, troppo complicato tenere aperto: trovano sempre persone davanti alla porta del locale, spesso dopo aver consumato la loro dose. Non mancano anche bische clandestine, e c’è anche chi consuma rapporti sessuali all’aperto, a volte perfino sulle barche dei pescatori della zona, che segnalano anche barche violate, furti di coltelli e aggressioni”. E ancora: “Via Rubattino è al buio dal 2019 - denuncia la vicepresidente -. Forse rivedremo l’illuminazione attiva, stanno operando in questi giorni per ripristinarla, ma sono stati anni dove era impossibile camminare la sera per strada”.

Il comitato non si limita a denunciare ma formula proposte: “Non vogliamo militarizzare il quartiere, ma vorremmo dei presidi fissi delle forze dell’ordine, almeno per un periodo di tempo tale da far desistere le persone a ritrovarsi qui per fare quello che vogliono. I controlli sporadici non sono sufficienti”. Tra i promotori ci sono molti negozianti. “Tante saracinesche sono chiuse, ma quartiere senza botteghe è un quartiere morto. Il commercio è un presidio sociale, non solo economico. Un negozio aperto significa luci accese, persone in strada. Per cui ben vengano le iniziative di cui abbiamo sentito parlare, per ridare valore alle zone che ora sembrano abbandonate”.
Un punto fermo del nuovo comitato è la sua natura apartitica: “Non ci interessa chi governa - ribadiscono - né a livello comunale, né a livello regionale, né nazionale. Non siamo uno strumento elettorale. Non facciamo campagna per nessuno. Vogliamo solo che la gente torni a vivere tranquilla, che i negozi possano restare aperti, che i nostri figli possano crescere in un ambiente sano”.
Nonostante la recente nascita, Diritto & Legalità ha già raccolto sostegni importanti. “In pochi giorni abbiamo ricevuto adesioni da associazioni del territorio, dal mondo dei pescatori, dalle scuole. Questo dimostra che non è un problema percepito da pochi, ma una realtà vissuta da un’intera comunità. Più saremo uniti, più sarà difficile ignorarci. Siamo persone normali. Non chiediamo privilegi. Chiediamo solo il diritto di vivere senza paura. La legalità, per noi, è poter tornare a casa la sera senza doversi guardare continuamente le spalle”.









