Attualità - 12 settembre 2025, 08:00

Dipendenze e allarmi sul centro storico, la dirigente del Serd di Asl 3: "Non solo sostanze nuove, ma nuove miscele"

Dal ritorno dell’eroina al boom del crack, dai farmaci analgesici alla ketamina, Genova è in testa per ricoveri droga-correlati: “Chi arriva in cura ha già compromesso polmoni, cervello e cuore”

Consumo di sostanze in Darsena (Foto Comitato Diritto & Legalità)

Consumo di sostanze in Darsena (Foto Comitato Diritto & Legalità)

Vecchie sostanze, nuovi utilizzi. C'è questo nell'esperienza di chi ogni giorno prende in carico e in cura persone che vogliono uscire da situazioni di dipendenza. Mentre è già esplosa la recrudescenza dell'uso di crack a Genova, mentre il mercato della droga evolve in modo rapido e le zone più buie del centro storico lanciano un grido d'aiuto arrivato fino al consiglio comunale, anche a nome di chi voce non ne ha, al di là della repressione quello che resta sul campo sono le vittime. Che oggi come ieri hanno un identikit, mutato, diverso, evoluto e che chiede risposte.

Mentre le unità di strada come l'ormai storico 'Progetto Fenice' di Asl 3 con il camper nel cuore della città vecchia di Genova lavorano ad interventi di riduzione del danno e prevenzione del rischio da abuso di sostanze, l'allarme per situazioni di abuso si diffonde a tutta la città e la domanda su qual è la dimensione del fenomeno resta un interrogativo da tenere lontano dalla polemica politica.
Dai primi '2000 per prima è stata l'esplosione dell'uso di droghe sintetiche, poi il ritorno all'eroina anche con modalità di assunzione diverse dal boom degli anni '70e-80, ora il crack e il mix di nuove sostanze che vanno dai farmaci analgesici agli oppioidi, ai composti nati per l'uso veterinario come la Ketamina (che nasce come anestetico per cavalli) agli psicofarmaci fino all'abuso di medicinali in combine per pilotare reazioni emotive: lo scenario è molto più complesso e la geografia non entra nel solo novero dei divieti. Difficile trovare una risposta semplice a un fenomeno complesso, che non finisce nella sola repressione.

Basta dare un'occhiata alla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia per immaginare il carico di lavoro sulle spalle delle strutture territoriali come i Serd, con numeri difficili da affrontare ovunque, anche a Genova. E con un limite che ha a che fare con questo genere di cure, e che spiega con parole semplici la direttrice dei Servizi per le Dipendenze di Asl 3 di Genova, Ina Hinnenthal: "solo ammettendo che ho perso il controllo posso trovare aiuto, perché purtroppo non basta controllare l'incontrollabile da soli".
Sempre secondo il report 2024 al Parlamento, a livello nazionale "l’incidenza dei ricoveri droga-correlati raggiunge il valore di 26 ogni 10.000 ricoveri avvenuti durante l’anno, mentre se si considera la popolazione residente il tasso raggiunge i 35 ricoveri per 100.000 abitanti. Un quadro diverso emerge se si considerano tutte le sostanze stupefacenti riportate nelle schede di dimissione ospedaliera: rispetto all’analisi della diagnosi principale, la percentuale dei ricoveri con una diagnosi correlata al consumo di cocaina raggiunge il 35%, soprattutto nei ricoveri maschili". Nella scheda del documento sui 'ricoveri droga-correlati' del 2022, la Liguria risulta in testa per distribuzione dei ricoveri con diagnosi principale dovuta a abuso di sostanze, con un'incidenza del 9,4%.

"C'è un cambio nello stile di consumo - prosegue Hinnenthal - perché non sono tutte sostanze nuove ma sono nuove miscele, con nuovi modi di consumo: per esempio il crack che fa nella città vecchia di Genova la parte del leone: in teoria non è una nuova sostanza ma viene consumata fumandola, il ché accelera l'accesso al cervello più rapidamente rispetto a altre forme. Viene vissuto come se avesse meno effetti collaterali ma induce una forte componente di craving irresistibile, voglia di consumo, non una ma cinque, dieci volte al giorno. E chi è arrivato finalmente a curarsi ha già compromesso i polmoni, ha compromesso il cervello, i vasi perché il consumo così ravvicinato ha un effetto molto negativo sul sistema cardiovascolare. E' facile avere un infarto, un ictus e vediamo come il sistema di cura venga superato dagli effetti negativi sul corpo".

Basta poco per avere una percezione dell'abuso a Genova. Non sono più gli anni '80, ma un viaggio in treno con attenzione a chi si chiude in un bagno di un convoglio, spesso giovane o giovanissimo, può dare una seppure parziale dimensione della situazione. Uno sguardo sul baratro.
Ketamina, ecstasy, Rivotril, eroina rosa, cocaina, sempre verdi anfetamine, e poi crack e i mix con i farmaci, per tamponare l'up e il down. "La grande maggioranza delle persone che sono in cura da noi ha biografie che se uno le legge sembrano inventate", dice la dirigente dei Serd. Spoiler: inventate non lo sono. E la lettura non è più solo quella dell'abuso, oggi, ma ha una chiave di lettura più profonda, psichiatrica, che ha radici nel trauma e che oggi i professionisti del settore individuano. Chiarire la dinamica, avvicina ad una chiave per la cura.

"Molti - conclude - hanno avuto eventi  nella vita molto forti, molto difficili nella gestione, e poi c'è un altro tipo di dipendenza che è quella dei ragazzini che non hanno necessariamente avuto dei traumi così macroscopici, ma hanno avuto cronicamente come babysitter mezzi elettronici, poca presenza e attenzione dagli adulti. Sicuramente non è l'unico fattore che ha creato questo fenomeno, ma le sostanze si mescolano male e interrompono la progettualità su un cervello in sviluppo".

Valentina Carosini

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