Attualità - 12 settembre 2025, 10:51

Ex Ilva: Baku Steel si sfila, la gara slitta e Cornigliano aspetta di conoscere il suo destino

Prorogato al 26 settembre il termine ultimo per la prenotazione delle offerte, serve più tempo per valutare i piani industriali e per sciogliere il nodo sull’alimentazione a Taranto

Ex Ilva: Baku Steel si sfila, la gara slitta e Cornigliano aspetta di conoscere il suo destino

Il ritiro di Baku Steel e lo slittamento dei termini per la presentazione delle offerte vincolanti al 26 settembre cambiano ancora una volta il quadro sulla cessione dell’ex Ilva. Una doppia partita che si gioca anche sull’asse Taranto-Genova.
Il gruppo azero, che aveva manifestato interesse in cordata con Azerbaijan Investment Company, ha fatto sapere che non parteciperà alla gara: senza garanzie sull’approvvigionamento di gas e sulla realizzazione del polo DRI a Taranto, non ci sono le condizioni per andare avanti.

La questione è legata direttamente al progetto di una nave rigassificatrice da ormeggiare a Taranto, indispensabile per alimentare il nuovo ciclo a preridotto. Ma sul punto, al momento, non esiste ancora un accordo definitivo: Governo e amministrazioni locali non hanno sciolto i nodi tecnici e ambientali, e il progetto resta sospeso.
Intanto, il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha confermato che la scadenza inizialmente fissata per il 15 settembre sarà prorogata di dieci giorni. Una scelta motivata dalla necessità di completare la documentazione e valutare più a fondo i piani industriali e ambientali dei soggetti interessati. In campo restano Jindal, Bedrock e, secondo fonti di stampa, anche Marcegaglia, Eusider e Sideralba.

Proprio durante l’incontro in Prefettura a Genova, all’inizio di settembre, il ministro Adolfo Urso aveva sottolineato il ruolo strategico del sito di Cornigliano nel futuro assetto industriale dell’ex Ilva. “Genova ha detto sì alla decarbonizzazione”, aveva dichiarato, rilanciando l’ipotesi, già prevista in una bozza di Accordo di Programma, di un forno elettrico al Nord, a servizio degli stabilimenti di Genova, Novi Ligure e Racconigi.

Il riferimento al forno elettrico, però, non ha mancato di generare polemiche sfociate anche in piazza. A Cornigliano sono già state organizzate manifestazioni di protesta: una parte del territorio e dei comitati locali teme nuove criticità ambientali e l’ennesima promessa calata dall’alto senza un reale coinvolgimento della cittadinanza. Sullo sfondo resta l’Accordo di Programma del 2005, che aveva sancito la dismissione dell’area a caldo e fissato paletti stringenti sulla compatibilità ambientale delle lavorazioni.
L’ipotesi di un forno elettrico, quindi, divide: per il Governo rappresenta la chiave della decarbonizzazione, per i lavoratori una possibile garanzia di continuità, ma per una parte della comunità di Cornigliano rischia di riaprire una ferita mai del tutto rimarginata.

L’idea resta quella di affiancare al percorso di Taranto (tre forni elettrici e l’utilizzo del preridotto) un quarto forno destinato al Nord. Ma non ci sono impegni formalizzati né un cronoprogramma certo, né è stata definita la sistemazione precisa. Un’assenza di dettagli concreti che alimenta ulteriormente le preoccupazioni locali.

Sul fronte occupazionale, la struttura commissariale ha chiesto la proroga della cassa integrazione per oltre 4 mila lavoratori fino a marzo 2026. Il tavolo ministeriale previsto per il 10 settembre è stato rinviato al 30 settembre. A Genova, i sindacati chiedono garanzie sulla continuità produttiva e guardano con cautela a ogni ipotesi di ‘spezzatino’ industriale.
La vendita dell’ex Ilva si intreccia con il futuro della decarbonizzazione e con i rapporti tra Governo, investitori e territori. Le prossime settimane diranno se prevarrà una soluzione unitaria o se si andrà verso un frazionamento degli impianti.
Per Genova, il nodo resta doppio: ottenere un ruolo centrale nel nuovo ciclo dell’acciaio e, allo stesso tempo, garantire la sostenibilità ambientale delle scelte future.

Pietro Zampedroni

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU