Ci sono preoccupazione e amarezza nelle parole di Maura Olmi, presidente del Comitato Giardini Malinverni, mentre racconta la quotidianità dei residenti delle zone al confine del centro storico. “Da salita della Provvidenza alla stazione Principe, ma fino anche alla Darsena, a via Pré e a via Lomellini, quello che vediamo quotidianamente da circa un mese e mezzo è molto preoccupante - spiega Olmi -. Il pezzetto di strada che dai giardini sale verso piazza Ferreira, nella zona dove vivo da sempre, è diventato un luogo in cui i tossicodipendenti si drogano, dormono e lasciano escrementi. Le piccole piazzette laterali, prima quasi invisibili, sono diventate i loro rifugi. Questa situazione non si vedeva da anni”.
“Tutti i giorni segnaliamo e assistiamo a episodi che vanno dai furti nelle auto, alle spaccate nei negozi, allo spaccio davanti a scuole, alla prostituzione fino a minorenni coinvolti in consumi di sostanze”. I residenti descrivono scene quotidiane che fino a pochi anni fa apparivano incredibili. Olmi racconta: “Alle 11 di mattina puoi trovare spacciatori seduti sulle scale con fila di tossicodipendenti pronti a comprare droga. Passi davanti a loro e non fanno nulla per nascondersi. C’è proprio una sensazione di impotenza”. Ma non è solo una questione di decoro: “La situazione riguarda anche i più giovani. Ci sono anche ragazzine di 12-13 anni coinvolte nel consumo di droga - spiega - e non tutte provengono da famiglie in situazione di disagio. Alcune sono ragazze di quartiere che, pur vivendo in contesti normali, vengono rapidamente trascinate nel degrado. Alcune si prostituiscono per procurarsi dosi, altre scappano di casa. È un problema sociale e sanitario che non può più essere ignorato”.
I Giardini Malinverni rappresentano un esempio di riqualificazione possibile grazie al volontariato: “Abbiamo investito tempo, energie e risorse per rendere il parco sicuro e frequentabile - racconta Olmi -. Organizziamo attività per bambini, ragazzi e adulti, manteniamo pulito il parco e collaboriamo con le scuole. Ma tutto intorno a noi, nelle vie limitrofe, assistiamo a situazioni di degrado quotidiane. E ora, quando apriamo e chiudiamo il parco, spesso da sole, la percezione che abbiamo non è quella di essere al sicuro”.
“Ieri abbiamo incontrato la presidente del Municipio Centro Est Simona Cosso, le abbiamo spiegato che noi ci prendiamo cura dei Giardini Malinverni, organizziamo attività, manteniamo pulito il parco, ma non possiamo garantire la sicurezza. Abbiamo chiesto un aiuto mirato per la gestione della sicurezza nella zona, perché quello che succede attorno ai giardini non è più gestibile solo dai volontari”. Olmi sottolinea come il comitato operi da anni senza chiedere nulla tranne il supporto per la sicurezza. “Abbiamo risolto il problema dei bivacchi nel parco, consegnando i documenti al Municipio e gestendo apertura e chiusura dei cancelli. Ma da aprile-maggio di quest’anno, la zona superiore del parco è tornata a essere un luogo di spaccio, e ora siamo circondati da persone che bivaccano, si drogano e commettono furti. Quello che chiediamo sono presidi giornalieri delle forze dell’ordine, percorsi sociosanitari, interventi coordinati tra Comune e Regione: sappiamo che non esistono soluzioni miracolose, ma sono necessari ascolto, dialogo e azioni concrete, anche temporanee, laddove la situazione lo richiede”.
La riqualificazione dei Giardini Malinverni dimostra che con impegno e cura quotidiana si possono ottenere risultati, ma l’intero centro storico necessita di interventi sistemici. Per questo, è stato programmato anche un incontro con le assessore comunali Cristina Lodi e Arianna Viscogliosi: un passo importante per ottenere ascolto e risposte concrete. “Non vogliamo interventi ideologici o politici, ma soluzioni pratiche: presidi, controlli mirati e percorsi sociosanitari per chi vive per strada. Sono persone che hanno bisogno di essere aiutate e ce ne rendiamo perfettamente conto, ma nello stesso tempo non possiamo permettere che accadano, alla luce del sole, episodi come quelli a cui assistiamo ogni giorno senza poter fare nulla”.







