Un incontro dedicato al mondo agricolo ligure, con protagoniste le associazioni di categoria: questa l’iniziativa pensata dal PD Liguria per questa mattina, venerdì 19 settembre, nella sede regionale del Partito Democratico in via XX Settembre.
L’iniziativa, spiegano gli organizzatori, rappresenta l’inizio di un percorso che nei prossimi mesi toccherà tutte le province e tutti i comparti agricoli della regione, dalla floricoltura all’olivicoltura, dalla viticoltura alla gestione dei boschi, fino al turismo rurale.
L’appuntamento ha visto la partecipazione delle associazioni di categoria, del segretario regionale del PD Davide Natale, del responsabile economico Matteo Bianchi, di parlamentari e consiglieri regionali, e della responsabile nazionale per le Politiche agricole, l’europarlamentare Camilla Laureti.
Ed è proprio il segretario regionale Davide Natale a sottolineare la scelta del metodo: “Abbiamo deciso di partire da un incontro con le associazioni di categoria perché crediamo molto nel rapporto con il mondo associativo. Insieme a loro andremo in tutti i territori della nostra regione: La Spezia, il Tigullio, Genova, Savona, Imperia. Vogliamo andare in profondità per capire quali sono i problemi che frenano l’agricoltura. Sono già emerse molte proposte, assolutamente condivisibili”, ha spiegato. Il segretario ha poi elencato le priorità: dalla necessità di una programmazione strutturale alla valorizzazione delle filiere locali, fino al ruolo delle aziende agricole come presidio del territorio. “L’agricoltura non ha bisogno di misure spot, ma di una programmazione che accompagni i processi dall’inizio alla fine. Abbiamo il tema della floricoltura, dell’olivicoltura, del vino, degli ortaggi, ma anche quello dei boschi, che possono essere una risorsa sia dal punto di vista produttivo sia in ottica di biomasse”.
Un altro nodo, ha aggiunto Natale, riguarda le infrastrutture, considerate un ostacolo strutturale allo sviluppo economico della regione: “Le infrastrutture ormai rappresentano una vera e propria tassa occulta per la Liguria: non solo per il mondo manifatturiero, ma anche per l’agricoltura e per il turismo agricolo. Proprio il turismo può essere un volano per incrementare la produzione e la vendita di prodotti agricoli, garantendo lungo la filiera un giusto compenso”.
Il segretario ha posto l’attenzione anche sul ricambio generazionale e sull’urgenza di semplificare la burocrazia per i giovani che vogliono investire nel settore: “Le cooperative hanno segnalato la necessità di ridurre la burocrazia e di favorire la trasmissione delle attività, mettendo i giovani nella condizione di usare le nuove tecnologie, di accedere al credito e di mantenere le imprese. Non possiamo permettere che con questa generazione alcune produzioni si estinguano”. Il percorso, ha ribadito Natale, ha l’ambizione di portare le istanze del comparto agricolo in tutte le sedi istituzionali, dal livello comunale fino a Bruxelles: “Noi vogliamo guardare ai prossimi quindici anni. Se vogliamo costruire una Liguria più bella, dobbiamo partire dall’agricoltura”.
L’europarlamentare Camilla Laureti ha messo in evidenza l’importanza di un lavoro collettivo che unisca istituzioni e categorie: “È importantissimo esserci viste e visti insieme: noi come Partito Democratico, io come responsabile agricoltura e come membro del Parlamento Europeo, insieme ai nostri parlamentari, ai consiglieri regionali e al partito. È la costruzione di un rapporto con i corpi intermedi che vogliamo avviare a Genova e in tutti i territori”, ha spiegato.
Per Laureti, l’agricoltura necessita di una strategia di lungo periodo, capace di affrontare sfide complesse e diversificate: “In agricoltura serve una visione e una strategia non per risolvere le emergenze di oggi o di domani, ma per pianificare almeno i prossimi dieci anni. È emerso che non esiste una sola agricoltura, ma tante agricolture diverse: la pesca, le produzioni vicine alle aree urbane, le coltivazioni delle zone interne. Abbiamo parlato di multifunzionalità, di agriturismi come attrattori turistici, della necessità di fondi per affrontare sfide cruciali: il cambiamento climatico, l’aumento dei costi delle materie prime ed energia, la concorrenza sleale con altri Paesi”. Guardando all’Europa, Laureti non ha nascosto la preoccupazione per il futuro della Politica agricola comune dopo il 2027. “La PAC ci preoccupa perché, con l’unificazione dei fondi con la politica di coesione, è previsto un taglio del 20%. Invece servono più risorse, non meno. Dobbiamo combattere perché i fondi aumentino, non diminuiscano”, ha detto.
Infine, un richiamo alla responsabilità nazionale: “Purtroppo il governo lancia iniziative spot: il ministro Lollobrigida parla del concorso per il cuoco più bravo o dell’agricoltore modello, ma manca una strategia complessiva. Il nostro lavoro deve essere diverso: una programmazione di lungo respiro, che affronti le difficoltà strutturali del settore e dia alle imprese agricole una prospettiva di sviluppo”.






