Buon compleanno, Giotto. Il partigiano Giordano Bruschi ha festeggiato oggi, 20 settembre, un secolo di vita, in compagnia di tanti amici, appassionati sostenitori del suo coraggio, della sua determinazione e delle sue continue lezioni.
Accolto dai presenti al Circolo Sertoli, un angolo di verde e di memoria che proprio la compagna di una vita, Giusi, aveva contribuito a realizzare sulle alture di Molassana, al canto di Bella Ciao, il pomeriggio organizzato per celebrare l’importante anniversario ha visto presenti tanti esponenti del mondo politico, associativo, civile, della scuola.
Una calda giornata di sole, forse una delle ultime dell’estate 2025, ha accompagnato i tanti interventi che si sono susseguiti: ognuno voleva ricordare un episodio, riportare una testimonianza, ringraziare, dedicare una canzone e, soprattutto, augurare a tutti noi di avere sempre persone come Giotto lungo il proprio percorso.
Tante persone intorno, ma sempre accanto a Bruschi troviamo Enrica Canepa, figlia del partigiano "Marzo" e della staffetta Maria Vitiello.

“Siamo quelli che stavamo aspettando” ha ricordato il giornalista Pietro Adami, che con Bruschi collabora da anni, e nulla sembrava più vero di quelle parole, nel giorno del suo compleanno: non ci sarà qualcuno che ci verrà a salvare, siamo noi che possiamo fare la differenza.
A farlo presente è anche Stefano Rebora, anima di Music for Peace, che in queste settimane è sceso dall’imbarcazione della Global Sumud Flotilla per guidare da terra un altro carico di generi alimentari per il popolo palestinese, a cui Giotto è molto legato: non ha voluto regali di compleanno, ma donazioni per sostenerlo. “Noi ricordiamo sempre la Resistenza, ma non basta: dobbiamo resistere ogni giorno. E lo dico forte e chiaro, dobbiamo riappropriarci della parola noi, della parola comunità, e lasciar perdere l’ego e gli individualismi” ha sottolineato. “La Global Flotilla è sì un atto politico, ma prima di tutto una missione umanitaria. Dobbiamo onorarla con tutto il nostro impegno, facendo l’impossibile per portare quei carichi che non sono semplici materiali, ma i cuori di ciascuno di voi. E questo possiamo farlo solo con il popolo: bambini, giovani, adulti, nonni. Perché se oggi possiamo parlare liberamente, lo dobbiamo a chi ha lottato prima di noi. E abbiamo un dovere: consegnare un futuro migliore a chi verrà dopo. Se invece ci chiudiamo nel nostro “io”, nel “questo è mio, questo è il mio territorio”, è finita. Ricordiamolo: prima vengono a prendere uno, poi un altro, poi un altro ancora, e quando verranno a prendere noi non ci sarà più nessuno”.
In rappresentanza delle istituzioni, la consigliera regionale Katia Piccardo ha voluto ringraziare il partigiano Giotto a nome del consiglio: “Per tutti noi che, nel nostro piccolo, cerchiamo nelle istituzioni di portare avanti valori e ideali autentici, la tua vita rappresenta un esempio straordinario. Sei per noi un dono prezioso per la nostra comunità e credo davvero che tu sia uno di quei protagonisti della Storia - con la S maiuscola - che non smettono mai di indicare la strada, di motivarci, di richiamarci all’importanza della coerenza, della solidarietà e della giustizia. Questa è la stessa città che porta con orgoglio la medaglia d’oro alla Resistenza, anche grazie al tuo coraggio e al tuo impegno. Per questo, oggi, a nome di tutti, ti dico davvero: grazie”.
Anche l’assessore del Comune di Genova Davide Patrone ha consegnato una lettera a Bruschi da parte della sindaca Silvia Salis, che ha raggiunto il circolo più tardi, ha voluto far presente anche le attività portate avanti da Bruschi negli anni, anche dopo la Resistenza: “Giordano non è stato soltanto un attore della Resistenza: è stato ed è tuttora un protagonista delle battaglie affinché quella storia di emancipazione e di giustizia sociale continui a radicarsi nella quotidianità di ciascuno di noi. Per questo ti siamo riconoscenti ogni giorno: tu sei la coscienza viva della nostra città. La tua è, voglio dirlo con chiarezza, anche una lezione di speranza e di fiducia nel futuro. Lo dimostra il lavoro che porti avanti con i bambini e i ragazzi nelle scuole, un dono prezioso perché significa trasmettere alle nuove generazioni non solo la memoria, ma anche la responsabilità di farla vivere. E questo, in un mondo come quello di oggi, segnato da lacerazioni, sopraffazioni, guerre e massacri, è un messaggio ancora più necessario. Scegliere da che parte stare è fondamentale. E il Comune di Genova, anche grazie al tuo esempio, sa da che parte stare. Perciò grazie, Giordano, per essere sempre stato dalla parte della giustizia sociale e della difesa dei diritti: come sindacalista, come consigliere comunale, come uomo delle istituzioni e come instancabile costruttore di cultura, soprattutto laddove ce n’è più bisogno, nelle periferie, dove rigenerare comunità è essenziale”.

Ultimo, ma non ultimo, l’intervento del festeggiato: “Si è detto molto di me stasera, ma non è vero che io sia stato un grande uomo o un grande partigiano. Io sono uno dei tanti, uno dei milioni. Il vero miracolo è quello dei lavoratori: di chi, con sacrificio e dedizione, ha costruito comunità e futuro. Guardate questa sede: nel 2009 qui sotto c’erano ortiche, sterpi e topi. Oggi c’è l’Oasi dell’Acquedotto, grazie all’impegno di centinaia di operai che hanno dedicato il loro tempo, la loro vita, per dare ai bambini un luogo dove imparare l’amore per l’acqua, per il verde, per la cultura e per la storia. Il futuro ci chiede di fare ancora di più: vogliamo dedicare spazi a figure come Pericu e Michele Campanella, ma soprattutto alle donne e ai bambini della Palestina, che devono avere anche qui, nella Val Bisagno, un luogo simbolico dove sentirsi a casa. Oggi qualcuno ha scritto di me che ho vissuto “il secolo lungo”. È vero: nel 1925 c’era la monarchia, oggi c’è la Repubblica. Allora c’era un capo del governo che ammetteva l’omicidio Matteotti come propria responsabilità, oggi invece viviamo in una democrazia conquistata col sacrificio. Mio padre, ferroviere, lavorava dieci ore al giorno anche il sabato e la domenica; oggi i diritti dei lavoratori sono altri. Non li abbiamo avuti in dono: li abbiamo conquistati. Sono orgoglioso di aver fatto parte di una comunità che, attraverso le lotte, ha davvero cambiato il mondo, anche solo un po’. E dobbiamo continuare a cambiarlo. Non dimentichiamo che la solidarietà internazionale è parte della nostra storia: nel 1973 organizzammo una nave per il Vietnam, raccogliendo tremila tonnellate di aiuti, che furono consegnati al generale Giap e a Ho Chi Minh. Genova ha sempre avuto un legame con i popoli oppressi, con le lotte di liberazione. Vorrei che tutto questo fosse ricordato con orgoglio. Perché il compleanno di oggi non è il compleanno di Giordano Bruschi: è il compleanno di milioni di lavoratori che hanno lottato per la libertà e che ci chiedono di non fermarci”.
Silvia Salis, sindaca di Genova, ha voluto essere presente per festeggiare “i loro centoquarant’anni”, con il figlio Eugenio in braccio. “Oggi Genova si stringe con profondo affetto e gratitudine attorno a Giordano Bruschi, per tutti il partigiano "Giotto", che compie 100 anni - aveva scritto in una nota questa mattina -. Un secolo di vita dedicato con coraggio, coerenza e passione alla libertà, alla giustizia sociale e all’antifascismo. Giotto è una delle coscienze vive della nostra città. Partigiano, sindacalista, uomo delle istituzioni e instancabile difensore dei valori della Resistenza, ha attraversato la storia del Novecento lasciando un'impronta indelebile nell’identità della nostra città. In lui riconosciamo la forza morale di una generazione che ha combattuto per restituire dignità all’Italia e libertà alle future generazioni. Con il suo esempio, Giotto ci ricorda ogni giorno che la democrazia non è un bene scontato, ma una conquista da preservare e coltivare. Con la sua voce, le sue battaglie e la sua testimonianza, ha saputo parlare a intere generazioni, sempre con passione, lucidità e impegno. A nome della città di Genova, desidero esprimere a Giordano Bruschi il nostro più profondo ringraziamento e i più sentiti auguri per questo traguardo straordinario. Buon compleanno, Giotto: Genova ti è riconoscente e ti abbraccia con affetto”.
Tra i tanti interventi, un comune denominatore: la consapevolezza che Giotto non rappresenta soltanto un frammento della memoria collettiva, ma una presenza viva, capace di richiamare tutti a un impegno quotidiano. Le sue parole, come quelle di chi lo ha festeggiato, hanno ricordato che libertà, giustizia sociale e solidarietà non appartengono al passato, ma sono scelte da rinnovare ogni giorno. Così, tra gli applausi di amici, compagni e cittadini, il compleanno di Giordano Bruschi si è trasformato in una festa della comunità: un invito, ancora una volta, a non smettere mai di resistere.















