Una lettera-appello per non escludere Leonardo dal Festival della Scienza di Genova, dopo il ritiro dell'azienda dalla rassegna su pressione di un gruppo di docenti e accademici che l'ha accusata di aver fornito armi a Israele, è stata sottoscritta da dodici intellettuali e imprenditori, tra cui il giornalista ed ex vice presidente del Senato Carlo Rognoni, lo scienziato Gianaurelio Cuniberti e il manager Carlo Castellano.
"Convinti che il Festival della Scienza sia una iniziativa straordinaria non solo per Genova e la Liguria ma per tutto il Paese, pensiamo che chi ha sbagliato, non importa se in buona fede e per una apparente buona causa, bloccando il contributo di una grande e prestigiosa azienda come la Leonardo guidata da Roberto Cingolani, debba rendersi conto di avere sbagliato - sostengono i firmatari - E noi ci auguriamo che tutti i protagonisti di questo clamoroso errore riflettano e tornino sui loro passi".
"Il Festival della Scienza parla soprattutto ai giovani che giustamente manifestano nelle piazze contro la politica del premier israeliano a Gaza e in Cisgiordania - evidenziano - Ma non è con le false notizie che ci si schiera con i giovani. Ebbene la Leonardo ha formalmente dichiarato che non fornisce armi ad Israele da tre anni. A quei professori, che pensano di fare l'interesse dei loro studenti sulla base di una errata convinzione, bisogna spiegare loro, proprio nel nome della scienza, che alcune delicate e controverse decisioni si devono prendere sulla base della verità dei fatti, discutendo e confrontandosi, cercando la verità dei fatti".
"Ebbene sulla base di queste considerazioni noi ci auguriamo che Leonardo torni quale finanziatore del Festival della Scienza di quest'anno - aggiungono - E che il presidente e la direttrice del Festival interpellando i membri del Cda del Festival e i soci istituzionali dell'Associazione Festival della Scienza, dal Comune di Genova, al Cnr, dall'Università di Genova all'IIT sino alla Camera di Commercio, ripensino serenamente e pongano rimedio a questo 'incidente diplomatico' dovuto a scarsa informazione".