Il consiglio monotematico del Municipio VI Medio Ponente, riunitosi oggi martedì 1° ottobre al Centro Civico Narisano di Cornigliano, ha avuto come unico punto all’ordine del giorno il destino delle aree ex Ilva e l’ipotesi di forno elettrico, dopo la gara pubblica andata quasi deserta e la prospettiva sempre più concreta di un “spezzatino industriale”.
La seduta si è accesa con un duro botta e risposta tra il presidente Fabio Ceraudo e i consiglieri di minoranza. Le opposizioni hanno accusato la giunta municipale di non aver assunto una posizione netta sul futuro dell’area a caldo. Al culmine della discussione, Ceraudo ha chiarito: “Sono contrario all’altoforno”.
Non meno dura la posizione espressa dal consigliere Alessandro Laguzzi (Fratelli d’Italia): “La sindaca ha dichiarato di non aver mai avuto preclusioni. I cittadini, con la manifestazione del 4 settembre, hanno espresso chiaramente la loro volontà. È dovere di chi guida il municipio promuovere il dibattito e chiedere una presa di posizione politica chiara. Vogliamo sapere qual è la sua posizione”.
La vicepresidente e assessora Elisa Somaglia ha replicato successivamente ribaltando le accuse: “Il Consiglio monotematico è stato chiesto per prendere posizione sull’interesse al forno elettrico; l'esito della gara, però, è stato deserto e oggi abbiamo osservato il silenzio assordante della minoranza, che non ha presentato nessuna mozione. La invito, quindi - come affermato e ribadito il presidente Ceraudo a fine consiglio - ad intervenire tramite atti formali scritti".
Sul fronte mozioni, Il Partito Democratico ha presentato due documenti. Il primo, approvato all’unanimità, chiedeva la convocazione di un’assemblea pubblica sul tema del forno elettrico con l’audizione delle associazioni del territorio. “Abbiamo già contattato comitati e associazioni - ha spiegato il consigliere Stefano De Biase - individuando esperti, da medici a oncologi, per dimostrare che il nostro no non è ideologico ma basato su dati scientifici e sui rischi concreti per salute e ambiente. Vogliamo un confronto tecnico e un gruppo di lavoro per discutere del futuro delle aree ex Ilva”. Assemblea che, secondo quanto affermato dal consigliere, dovrebbe svolgersi nell'arco dei prossimi due mesi.
Il secondo documento del PD, passato con 15 favorevoli, 2 contrari e 6 astenuti, riguarda la richiesta al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Liguria di inserire Cornigliano tra i siti di interesse nazionale. “È un obiettivo ambizioso – ha detto De Biase – ma necessario. La bonifica è il primo passo per la riqualificazione: inserire Cornigliano nei Sin permetterebbe di reperire fondi nazionali ed europei e rendere le aree più appetibili per nuovi investimenti”.
Un ordine del giorno della Lista Salis, approvato all’unanimità, ha sottolineato la portata non solo industriale ma sociale e ambientale della vicenda. “Non è soltanto un tema di produzione – ha dichiarato il capogruppo Nicolò Remondini – ma di salute, lavoro e posizionamento strategico del Paese. Serve senso di responsabilità davanti al futuro di Cornigliano”.
Cinque Stelle, pacchetto di iniziative: tre documenti e due odg sul tavolo del consiglio
l Movimento 5 Stelle del Municipio VI Medio Ponente scende in campo con un pacchetto di cinque proposte - tre mozioni e due ordini del giorno - tutte incentrate sul futuro di Cornigliano e dell’area ex Ilva.
La prima direttrice è la tutela occupazionale e reddituale dei lavoratori di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, con la richiesta di garantire continuità lavorativa e piena salvaguardia delle condizioni economiche. A questo si lega la proposta di un ordine del giorno sull’integrazione delle risorse utilizzate da Società per Cornigliano, che negli anni ha sostenuto costi per oltre 11 milioni di euro per supportare i lavoratori ex Ilva: il M5S chiede al Municipio di farsi parte attiva per ottenere da Regione e Comune il reintegro dei fondi e l’avvio di un tavolo istituzionale.
Altro capitolo riguarda la partecipazione dei cittadini alle scelte sul futuro del quartiere: con una mozione i pentastellati sollecitano l’attivazione di un Gruppo di lavoro per Cornigliano, da intendersi come piattaforma stabile di dialogo tra istituzioni e comunità, capace di monitorare trasparenza dei processi di bonifica, scelte urbanistiche, impatti ambientali e sociali.
Sul fronte della salute pubblica, un’ulteriore mozione impegna il Municipio ad assicurare che qualsiasi nuovo impianto - a partire dall’ipotesi di forno elettrico per la lavorazione dell’acciaio - sia installato nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e sostenibilità, senza aggravare una situazione sanitaria già segnata da elevati tassi di patologie respiratorie e oncologiche.
Infine, i 5 Stelle chiedono di valorizzare l’Accordo di Programma del 2005, nato per accompagnare la chiusura dell’area a caldo dell’Ilva con l’obiettivo di garantire occupazione, destinazione industriale e integrazione con funzioni urbane e ambientali. L’invito è a rispettarne lo spirito, coinvolgendo la cittadinanza in ogni eventuale revisione o nuovo accordo.
Le proposte di AVS e le polemiche
Approvate anche le mozioni del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, incentrate su trasparenza e salute: istituzione di un tavolo di confronto pubblico, richiesta di un’indagine epidemiologica e rispetto dell’Accordo di Programma del 2005 contro la riapertura dell’area a caldo.
“Riteniamo fondamentale calendarizzare audizioni anche in Consiglio Comunale e garantire la massima partecipazione”ha sottolineato AVS in una nota, denunciando l’astensione del centrodestra su tutte le proprie proposte.
Le tensioni sono esplose quando il consigliere Valli (centrodestra) ha paragonato la richiesta di indagine epidemiologica a “pratiche simili a quelle di Hitler”, un intervento definito da AVS “grave e inaccettabile, che offende la memoria storica e banalizza l’impegno per la salute pubblica”.






