Attualità - 04 ottobre 2025, 08:00

Sicurezza in centro storico, Ceis: "Sociale e sostegno dipendenze, due anime della stessa missione. Marcino insieme"

Il presidente Enrico Costa: "Al drop-in, attesa di entrare, si sono moltiplicate le presenze, perché è un luogo protetto. Ha fatto emergere quanto disagio ci sia, si tratta di un momento di incontro e aiuto"

Sicurezza in centro storico, Ceis: "Sociale e sostegno dipendenze, due anime della stessa missione. Marcino insieme"

Che le soluzioni arrivino da lontano o da vicino, sul centro storico che attraversa una delle fasi più complesse degli ultimi 20 anni almeno, si dovrà "unire la parte sociale al sostenere le persone, accompagnarle con supporto: le due anime della missione devono necessariamente marciare insieme".
La pensa così Enrico Costa, presidente del Ceis di Genova e già assessore alle Politiche sociali del comune di Genova nella passata amministrazione, nell'analizzare la situazione del centro storico, tra l'allarme spaccio e consumo di droga e i problemi di sicurezza che hanno portato la giunta a lanciare una richiesta di supporto al governo e al ministero dell'Interno per affrontare in maniera sistemica la stratificazione di problemi sociali, sanitari, di ordine pubblico che riguardano in maniera dilagante la zona di Prè e poi a cascata di Sottoripa e altre zone della città vecchia.
Ma se l'allarme vero e proprio riguarda il perimetro tra la Commenda e piazza della Nunziata, la fotografia figlia di uno stesso grande problema può avere sfumature differenti a seconda del punto di vista dal quale si scatta.
"Nel fenomeno del consumo di sostanze - dice Costa - in particolare per il centro storico intervengono due componenti: la prima è soggettiva, quella delle perosne che chiedono sostanze e soffrono per le dipendenze, si bruciano con un uso di sostanze sempre più invadenti. La seconda riguarda la percezione di disagio sociale in certe zone specifiche del centro storico. Bisogna capire che per affrontare la situazione bisogna da un lato sostenere prima di tutto le persone cercando di intercettarle e entrare in contatto con loro, per capire e dare speranza di poter uscire dalla dipendenza, accompagnare con progetti di prevenzione e interventi terapeutici ambulatoriali, residenziali, di mutuo aiuto, quel sistema di aiuti alla persona per dare supporto. E poi c'è la parte sociale dove l'evidenza di chi usa sostanze per strada, che portano liti e violenza come vale per crack, comporta disagio. Questa è un'altra missione ma le due anime devono marciare insieme".

Un doppio binario, come sdoppiata è la realtà figlia di uno stesso dilagare incontrollato di droga: da un lato una piazza diventata di spaccio e largo consumo a cielo aperto, dall'altro un punto drop in, che doveva servire da approdo per chi cerca una prima assistenza. E che per numeri ha richiamato un'onda troppo alta da gestire su un solo territorio.

"L'apertura in orario serale fino all'1 di notte - continua Costa - era nata da una richiesta del dicembre scorso, di maggiore presidio sociale e medico. Perché le persone che si rivolgevano allo sportello non sparivano ovviamente dopo le 17, orario di chiusura. Ma è emerso che tanti utilizzatori di sostanze hanno rivolto la loro richiesta di aiuto al drop in. Tanto che fuori, in attesa di entrare, si sono moltiplicate le presenze, perché è un luogo protetto. Ha fatto emergere quanto disagio ci sia, si tratta di un momento di incontro e aiuto. Incontro nel momento di dolore".
"Qualcuno ha detto che potrebbe aver senso moltiplicare questi punti - sottolinea il presidente del Ceis - perché non ci sia un punto solo in un solo posto, che crea un concentramento. Sarebbe un approccio per andare incontro ai disagi diluendo gli accessi ed evitando assembramenti"
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"A Roma - conclude -  avrei chiesto una cosa: l'ampliamento del budget per le dipendenze. E soprattutto che il focus sulle richieste sociali rispecchi al 50 e 50 quello per la parte terapeutica. Per ogni vigile, serve un assistente sociale, per ogni poliziotto serve uno psicologo, per coprire entrambe le necessità di assistenza del territorio. Che devono essere parametrate".

Valentina Carosini

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