Gen Z - il mondo dei giovani - 05 ottobre 2025, 09:30

Gen Z - Il mondo dei giovani - Una generazione arrabbiata (ma consapevole): la voglia di cambiamento

Dalle piazze digitali ai cortei per la Palestina, dai giovani del Nepal alle proteste in Marocco, un’onda nuova attraversa il mondo. Non è più la rabbia cieca di chi distrugge, ma quella consapevole di chi pretende spazio, ascolto e coerenza

Foto di Mario Amé

Foto di Mario Amé

Ogni domenica 'La Voce di Genova', grazie alla rubrica ‘Gen Z - Il mondo dei giovani’, offre uno sguardo sul mondo dei ragazzi e delle ragazze di oggi. L'autrice è Martina Colladon, laureata in Scienze della Comunicazione, che cercherà, settimana dopo settimana, di raccontare le mode, le difficoltà, le speranze e i progetti di chi è nato a cavallo del nuovo millennio.

Negli ultimi mesi il mondo sembra attraversato da un’energia nuova, spesso rabbiosa, ma anche incredibilmente lucida. Dalla rivolta in Nepal alle proteste in Marocco, fino alle manifestazioni che in questi giorni riempiono le piazze italiane e internazionali per “Free Palestine” , la sensazione è una: le nuove generazioni - ma non solo - non stanno più ferme a guardare.

La Generazione Z sembra aver trovato un linguaggio diverso per esprimere il proprio malessere e la propria voglia di cambiamento. Non è più la protesta dei cartelloni o dei grandi comizi, ma quella dei video, delle piazze digitali che diventano piazze reali. È una generazione che non si accontenta più di osservare, ma pretende risposte, pretende coerenza, pretende spazio. E quando non lo trova, se lo prende.

Per anni si è detto che i giovani fossero disinteressati, apatici, concentrati solo su contenuti superficiali. Ma quello che sta accadendo dimostra l’opposto: c’è una generazione che sente il peso del proprio tempo e che non ha più paura di esporsi, anche quando farlo significa dividere l’opinione pubblica o attirare critiche. Una generazione che non crede più nel “tanto non cambia niente”, ma nel “se non lo facciamo noi, chi lo farà?”.

Questa rabbia, se guardata da vicino, non è cieca. È un modo di dire “basta” a un sistema che sembra non ascoltare, a un mondo che spesso si ripete senza evolvere. È la richiesta di essere presi sul serio, di avere voce nelle scelte che contano, di non dover aspettare un’età “giusta” per farsi sentire. È una rabbia che nasce dal senso di impotenza, ma che si trasforma in movimento, in partecipazione, in un desiderio di costruire qualcosa di diverso.

E non riguarda solo la Gen Z. Anche chi appartiene alle generazioni precedenti sembra, in parte, contagiato da questa energia. Perché il desiderio di cambiare le cose, di rivendicare un futuro più giusto e umano, non ha età. Forse è proprio questo il tratto più significativo di questi tempi: la consapevolezza che il cambiamento non è un concetto astratto, ma un’urgenza concreta. E se per qualcuno questa nuova generazione sembra “arrabbiata”, forse è solo perché ha smesso di accontentarsi.

Martina Colladon

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