Tensione a Tursi sul caso del Festival della Scienza e sulla presunta rinuncia alla sponsorizzazione di Leonardo Spa per l’edizione 2025. La polemica era scoppiata dopo la diffusione, sui media locali e nazionali, della notizia che l’azienda aerospaziale avrebbe visto bloccata la sua partecipazione economica al Festival, suscitando l’indignazione di parte dell’opinione pubblica e dei lavoratori. In particolare, circolava l’errata interpretazione secondo cui Leonardo venderebbe armi a Israele, motivo per cui alcuni sostenitori del Festival avrebbero sollecitato la rinuncia al contributo.
Durante la seduta del Consiglio comunale, il consigliere Pietro Piciocchi (Forza Italia) ha interrogato la giunta chiedendo chiarimenti e denunciando “un silenzio imbarazzante” dell’amministrazione.
“Avremmo voluto discutere di questa vicenda già la settimana scorsa, appena emersa, visto lo sconcerto che ha suscitato in molti cittadini - ha detto Piciocchi -. Colpisce il silenzio dell’amministrazione. Non capisco cosa abbia impedito alla sindaca e agli assessori competenti di esprimere solidarietà a Fondazione Ansaldo, a Leonardo e ai lavoratori coinvolti. Si è diffusa l’idea, poi rivelatasi infondata, che Leonardo vendesse armi a Israele, e in questa valutazione è rimasta coinvolta anche la Fondazione Ansaldo, che custodisce un patrimonio storico e culturale importantissimo per la nostra città”.
Piciocchi ha sottolineato che la vicenda aveva portato anche a un tentativo di portare in aula un documento condiviso da tutti i capigruppo per affrontare la questione, ma l’iniziativa non era stata ammessa.
A rispondere è stato l’assessore alla Cultura Giacomo Montanari, che ha rivendicato l’autonomia gestionale del Festival: “Il Festival della Scienza gode di piena autonomia scientifica e organizzativa, un principio che l’amministrazione considera essenziale. La fiducia nei vertici del Festival, nel suo presidente e nel comitato scientifico è totale. Non esiste alcun veto o atto di censura da parte del Comune. La richiesta del presidente Marco Coviello a Leonardo Spa, come chiarito ai soci, riguardava soltanto la valutazione sull’opportunità del contributo economico di 10 mila euro, non la partecipazione dell’azienda come partner scientifico. Se si priva il Consiglio di amministrazione di un festival di rilievo nazionale della libertà di decidere autonomamente i propri rapporti con sponsor e sostenitori, si snatura il principio stesso di responsabilità e indipendenza che deve contraddistinguere un evento di questo tipo”.
Montanari ha ricordato che il Cda del Festival aveva già chiarito la vicenda con una nota ufficiale del 30 settembre, ribadendo che non vi era alcuna intenzione di escludere Leonardo o la Fondazione Ansaldo, entrambe realtà storicamente legate al territorio e attive anche in iniziative culturali e sociali.
Ma la replica non ha convinto Piciocchi, che ha definito la risposta “pilatesca”: “Proprio in nome dell’autonomia del Festival, l’amministrazione avrebbe dovuto chiedere chiarimenti su una decisione che appare più dettata da motivazioni ideologiche che da valutazioni oggettive - ha ribattuto -. È passato il messaggio, mai smentito fino a oggi, che Leonardo non possa essere sponsor del Festival perché vende armi a Israele. Questo è falso, e avrei voluto una presa di posizione chiara. Inoltre, non mi è stata data risposta su un punto fondamentale: questa amministrazione ritiene ancora gradita la presenza di Leonardo e della Fondazione Ansaldo a Genova? Il silenzio resta, e mi pare rivelatore di un certo imbarazzo”.






