Attualità - 08 ottobre 2025, 19:56

“Continueremo a rompere l’embargo”: in piazza Caricamento la solidarietà alla flottiglia per Gaza

Dalla piazza l’annuncio di un nuovo blocco venerdì sera a San Benigno. Portuali, studenti e movimenti chiedono un osservatorio sui traffici d’armi e il boicottaggio economico verso Israele

Centinaia di persone si sono ritrovate questa sera in piazza Caricamento per la manifestazione organizzata da Usb e Calp, il Collettivo autonomo lavoratori portuali, in solidarietà con la popolazione palestinese. Dal presidio, che ha raccolto l’adesione di diverse associazioni, è arrivato anche l’annuncio di un nuovo blocco: venerdì sera i portuali torneranno a San Benigno. “Sapevamo già come sarebbe andata. Nonostante tutto hanno rischiato la vita, hanno fatto giorni e giorni in mare per portare il messaggio di solidarietà", hanno detto gli organizzatori ricordando la Sumud Flotilla, partita “dai porti italiani, dalla Turchia e da altre parti del mondo per chiedere di rompere l’embargo illegale su Gaza”. 

Continueremo a impegnarci come equipaggio di terra per sostenere chi parte e chi partirà per Gaza", hanno aggiunto. Le parole si sono fatte più dure nel denunciare la situazione nella Striscia: “Dopo due anni sono morte più di 76.000 persone, tra loro oltre 20.000 bambini. Gaza è distrutta al 90%, ma non è stata distrutta la dignità del popolo gazawi. È l’ora che questo genocidio si fermi. È l’ora che i palestinesi vivano in dignità e libertà, senza paura”. 

Dal presidio ha parlato anche José Nivoi, tra gli italiani imbarcati sulla flottiglia e fermato dall’esercito israeliano: “Quello che abbiamo vissuto è una piccolissima parte di ciò che il popolo palestinese continua a subire. Questo ci obbliga a continuare la mobilitazione. Per questo venerdì lanceremo un blocco a San Benigno: dobbiamo far sì che Israele subisca l’embargo, che siano rispettate le leggi internazionali e che sia garantito un corridoio umanitario continuativo. L’embargo glielo facciamo noi”. 

L’appuntamento di venerdì coinciderà con l’arrivo in porto delle navi ZIM, compagnia israeliana già oggetto di proteste e blocchi nei mesi scorsi. “Con l’arrivo delle ZIM lanceremo una nuova giornata di blocco. Continueremo a mobilitarci finché non otterremo i risultati che vogliamo”, ha dichiarato Riccardo Rudino del Calp, che ha anche rilanciato due obiettivi “chiari”: “Il primo è istituire un osservatorio permanente sui traffici di armi nei porti italiani, composto da persone con competenze in grado di fornire contributi concreti, così si tagliano le gambe ai trafficanti e a chi lucra sulle guerre. Il secondo è avviare un boicottaggio economico delle importazioni ed esportazioni verso Israele. È una strada difficile, ma dobbiamo percorrerla”. 

Anche gli studenti di Cambiare Rotta, presenti in piazza con striscioni e interventi dal megafono, hanno ribadito il legame fra le proteste portuali e quelle nelle scuole “Continueremo a mobilitarci come in questa settimana abbiamo già fatto e come continueremo a fare con i grandi scioperi del 22 settembre e del 3 ottobre. Venerdì scenderemo a fianco dei portuali perché ‘blocchiamo tutto’ non resti solo uno slogan, ma diventi una pratica quotidiana”. Gli studenti hanno inoltre denunciato la “stretta repressiva” rappresentata, a loro giudizio, dal nuovo DDL Bavaglio e dal decreto sicurezza del governo: “È un tentativo di paragonare antisionismo e antisemitismo. Ma non ci fermerà: continueremo a manifestare, a occupare scuole e università, a bloccare finché non finirà il genocidio e ogni complicità con Israele”. 

Anche gli studenti di OSA hanno ribadito il proprio impegno: “Non ci fermeremo finché i compagni detenuti illegalmente non torneranno a casa. Solo a Genova decine di scuole hanno deciso di mobilitarsi. Continueremo ad essere l’equipaggio di terra finché la resistenza palestinese non sarà libera”. 

La portavoce nazionale di Potere al Popolo, Marta Collot, ha collegato la mobilitazione di oggi a un più ampio movimento internazionale: “Le manifestazioni di Genova si sono espanse in tutta Italia. Non ci fermeremo finché la Palestina non sarà libera. Non ci bastano le lacrime di coccodrillo di chi scopre oggi che esiste un genocidio. Nessuno può più dire ‘non sapevamo’. Si sta compiendo un genocidio in diretta TV, e i governi continuano a girarsi dall’altra parte”. Collot ha chiesto la sospensione degli accordi militari e commerciali con Israele, citando come esempio “la partita Italia–Israele”, che “non dovrebbe essere disputata in un momento come questo”. “Essere oggi dalla parte della Palestina significa essere contro la NATO, contro l’Unione Europea che ha chiuso gli occhi per anni, e contro un governo complice. Dobbiamo costruire un’alternativa dal basso, popolare, libera, che spezzi ogni collaborazione con chi alimenta questa guerra”. 

Il Calp, da anni impegnato nel sostegno alla causa palestinese e nelle campagne contro il traffico di armi nei porti, ha rilanciato questa mattina la mobilitazione dopo il fermo della “Freedom Flotilla”, la nave diretta verso Gaza con aiuti umanitari.  Sul manifesto della protesta campeggiano slogan come “Palestina libera” e “Intifada”, a sottolineare la volontà di mantenere alta l’attenzione sulla resistenza palestinese e sulla drammatica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. 

L’appuntamento di questa sera ha seguito il grande evento di ieri ai Giardini Luzzati, che ha visto la partecipazione di migliaia di persone per l’incontro con Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei Territori palestinesi occupati.

Isabella Rizzitano - Federico Antonopulo

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