Attualità - 09 ottobre 2025, 08:00

L’aria che tira al Porto Antico: più della sicurezza preoccupa il futuro, tra sviluppo e waterfront

Riccardo De Giorgi, presidente del Civ: "Le criticità maggiori sono la viabilità, la gestione dei flussi di traffico, e la mancanza di strategia e chiarezza sul futuro di un'area che rischia di entrare un domani in competizione con il Waterfront"

L’aria che tira al Porto Antico: più della sicurezza preoccupa il futuro, tra sviluppo e waterfront

Qualche episodio di microcriminalità, piccoli furti, ma la sensazione è che le preoccupazioni qui siano di tutt'altro stampo, orientate al futuro e allo sviluppo che non si può interrompere.

È l'aria che tira nella penisola del Porto Antico, speculare fronte mare rispetto al centro storico che attraversa in queste settimane la fase più calda del problema di sicurezza e ordine pubblico degli ultimi anni. 

Pochi minuti a piedi dai Magazzini del Cotone a Caricamento e cambia l'universo. O quasi. Un unico perimetro tecnicamente privato ma aperto al pubblico, dove dai primi 2000 la vocazione è diventata all'apertura perenne nonostante qui molti ricordino sempre 'l'era dei cancelli', quando la sera si chiudeva il perimetro dalle biglietterie dell'Acquario e l'area rimaneva circoscritta.

Oggi di quei cancelli restano il binario e il ricordo, le porte sono spalancate ma il confine resta segnato tra la fetta di città vecchia che si arrampica da Sottoripa a De Ferrari e l'isola portuale riqualificata nel '92, con l'arrivo negli anni dei suoi locali, i suoi ristoranti, il cinema e un'area che vive e funziona fino a tardi anche in settimana.

Ma è nel collegamento con il resto della città e nelle sue zone d'ombra che risulta più evidente l'isolamento, interrotto solo dal passaggio dei frequentatori nelle ore di punta, qualche giro di pattuglia e le auto della vigilanza privata a coprire un territorio vasto che va dalla Darsena all'arena del Mare.

"Essendo un'area pubblica in concessione a privati c'è un servizio di vigilanza - spiega Riccardo De Giorgi, presidente del Civ del Porto Antico - un regime misto che rende la zona particolare per tanti aspetti, non solo commerciali ma anche rispetto all'organizzazione di eventi e al tema sicurezza; molti locali durante le serate aggiungono anche un loro servizio di security privato: paghiamo per avere un servizio in più ma serve ad evitare situazioni problematiche".

Vantaggi e svantaggi, ma se si guarda a pochi isolati più in là, "possiamo considerarci sicuramente fortunati rispetto a quanto accade sul fronte ordine pubblico nel centro storico - prosegue il presidente del Civ - non c'è un problema di spaccio e di episodi violenti. Non che non ci siano problemi, i furti avvengono, ma sono situazioni diverse".

A pochi passi di distanza, passato l'arco della Sopraelevata, la sensazione cambia. Ma anche qui la sera, quando l'area si svuota e anche gli ultimi avventori lasciano i locali, quella che di giorno è una passeggiata fronte mare può richiedere un occhio in più di riguardo. 

"Abbiamo già incontrato la nuova sindaca e l'assessore al commercio, fin dalla campagna elettorale - conclude De Giorgi - abbiamo avuto interlocuzioni con la questora e un filo diretto con il commissariato più vicino. Ma il problema più grande della zona non riguarda la sicurezza, piuttosto la viabilità, la gestione dei flussi di traffico, e la mancanza di strategia e chiarezza sul futuro di un'area che rischia di entrare un domani in competizione con il Waterfront. Sta diventando una zona 'stagionale', l'inverno è difficile - conclude - ma è un'area che funziona. E non deve rischiare di essere dimenticata". 

Valentina Carosini

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