Attualità - 14 ottobre 2025, 08:00

Ponte Morandi, tra oggi e domani le richieste di condanna per i cinquantasette imputati

L'ex ad di Aspi ed ex manager Castellucci e vari dirigenti devono rispondere a vario titolo di omicidio e disastro colposi, omicidio stradale, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso

Ponte Morandi, tra oggi e domani le richieste di condanna per i cinquantasette imputati

Massimi profitti, mancate manutenzioni, responsabilità da accertare. E oggi il processo sul crollo del ponte Morandi di Genova entra nel vivo.

Tra questa mattina e domani sono in arrivo le richieste di pena per i 57 imputati, l'ex ad di Aspi ed ex manager e dirigenti che devono rispondere a vario titolo di omicidio e disastro colposi, omicidio stradale, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso (in prescrizione dal prossimo febbraio).

A sette anni di distanza dal disastro di Genova che il 14 agosto 2018 provocò 43 vittime con il collasso del viadotto Polcevera, si tirano le somme di più di tre anni di udienze entrando nella fase più intensa del procedimento sulle responsabilità.

Si è chiusa ieri la requisitoria dei pm, con l'ultimo focus per ricostruire le posizioni dei singoli imputati. Quattro ore dedicate singolarmente a Giovanni Castellucci, l'ex numero uno di Aspi, che ha seguito le udienze in collegamento video dal carcere di Opera a Milano, dov'è recluso dalla scorsa primavera, da quando è diventata definitiva la condanna a 6 anni per un'altra strage, quella del bus di Avellino che nel 2013 provocò una 40ina di vittime.

Si attende di capire quello che l'accusa chiederà, in termini di pene, per chi aveva la responsabilità di gestire e manutenere il viadotto Polcevera di Genova, in una cavalcata storica che per ricostruire i diversi livelli amministrativi e di gestione ha dovuto riavvolgere il nastro di almeno una ventina d'anni. E ci sono voluti 4 mesi per concludere la maxi requisitoria parte di un maxi processo che per dimensioni, atti di inchiesta, riscostruzioni, ha già assunto una dimensione epocale. 

La posizione di Castellucci, rispetto alle accuse mosse e alla tesi accusatoria, è stata ripercorsa ieri in un'udienza fiume, partendo dalla storia personale e ricostruendo gli approcci e i comportamenti considerati rilevanti ai fini del processo nella gestione della società, le scelte strategiche rilevanti e quelle mancate, tutti gli elementi di collegamento a partire dal 2009 fino al 2015 nel rapporto legato al Morandi. I rischi, alla luce dello stato del viadotto, le decisioni mancate, i problemi finiti sotto il tappeto. Il pm Marco Airoldi ieri ha ripercorso le tesi accusatorie in aula, partendo da due punti centrali attorno al ruolo di Castellucci.

Da un lato la presunta responsabilità sul tema agibilità e sull'auto-certificazione, ripercorrendo quella riunione di induction risalente al 2010 nella quale per i pm erano emerse i rischi sicurezza per il viadotto, finiti  con una relazione che autocertificava, a firma Spea, un "monitoraggio costante" sul viadotto, che non avrebbe avuto criticità strutturali meritevoli di interventi urgenti. Nonostante le condizioni che, nel secondo elemento sottolineato, fanno risalire al 2013 la consapevolezza del rischio catastrofale, quando l'infrastruttura venne inserita nel catalogo dei rischi crollo.

Tra oggi e domani l'accusa formulerà la sua richiesta di pene per gli imputati. Dopodiché, dal 20 ottobre in aula parleranno i legali di parte civile con almeno una giornata di discussione. Al termine, una pausa e poi si passerà alle difese degli imputati da metà novembre.
Fermo restando l'obiettivo, di arrivare a sentenza di primo grado entro la prossima estate 2026. 

Valentina Carosini

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