La valorizzazione del sistema dei Forti torna ad accendere il dibattito in Sala Rossa, con la discussione dell’ordine del giorno dedicato al tema e presentato dai capigruppo di maggioranza Filippo Bruzzone (Lista Salis), Martina Caputo (PD), Maria Luisa Centofanti (Riformiamo Genova), Francesca Ghio (Alleanza Verdi Sinistra) e Marco Mesmaeker (M5S).
l documento, approvato con i voti favorevoli della maggioranza e l’astensione o il voto contrario dei gruppi di opposizione, impegna la sindaca Silvia Salis e la giunta a non rinunciare al finanziamento ottenuto dal Ministero tramite il Piano Nazionale Complementare (PNC), destinato alla riqualificazione e valorizzazione dei forti genovesi.
Secondo il testo, l’amministrazione dovrà “studiare e proporre la soluzione progettuale più adeguata, sostenibile ed efficace per il raggiungimento della valorizzazione del sistema dei forti”, mantenendo “la piena coerenza con le finalità del finanziamento e con il migliore interesse della città e dei cittadini”.
Il dibattito è inevitabilmente ruotato attorno alla contestata funivia del Lagaccio, infrastruttura simbolo della precedente amministrazione precedente. La giunta Salis ha espresso più volte perplessità sulla configurazione originaria del progetto, ipotizzando soluzioni alternative come una “mini funivia” o altri collegamenti più sostenibili.
Il primo a intervenire è stato Pietro Piciocchi, capogruppo di Vince Genova ed ex vicesindaco, che ha ricordato come il finanziamento sia vincolato da precisi atti normativi e contrattuali. “Il DPCM dell’8 ottobre 2021 assegna 69 milioni al Comune di Genova, di cui 40 per il collegamento funiviario tra la Stazione Marittima e Forte Begato. C’è un disciplinare firmato con il Ministero della Cultura nel dicembre 2021: si tratta di vincoli giuridici reali. Non possiamo far finta che non esistano,” ha dichiarato. Piciocchi ha poi criticato la maggioranza: “Non possiamo votare un provvedimento che rimette tutto in discussione come se si ripartisse da zero, quando parte dei lavori sono già stati appaltati e avviati.”
Duro anche l’intervento del consigliere Alessio Bevilacqua (Lega), che ha definito “confuso” il documento, sottolineando la mancanza di coinvolgimento dei Municipi e di un’analisi preventiva della Segreteria generale sulla legittimità dell’atto. “Per noi il collegamento deve essere solo quello della funivia dalla Stazione Marittima a Forte Begato, che sorvola il Lagaccio,” ha ribadito.
Sulla stessa linea il consigliere Sergio Gambino (Lega), che ha ironizzato: “È un ordine del giorno per dire alla giunta di darsi una mossa. Sono quattro mesi che dite di non volere la funivia, ma non avete ancora trovato un’alternativa. Se volete evitare di perdere i finanziamenti e le penali, muovetevi.”
Più sfumata la posizione di Fratelli d’Italia, che pur ribadendo la propria coerenza nel sostenere la funivia, ha scelto l’astensione. “L’impegnativa non è chiara - ha osservato la consigliera Alessandra Bianchi -. Sembra un invito a non rinunciare al finanziamento, ma anche un implicito impegno a realizzare la funivia. Ci asteniamo per coerenza.”
Anche il consigliere Lorenzo Pellerano ha espresso una posizione intermedia, dichiarando voto favorevole “per fiducia” ma invitando la giunta alla concretezza. “Troppo poca chiarezza su cosa significhi davvero questo documento. Vi aspettiamo al varco per capire che cosa intendete fare. E nel frattempo almeno fate funzionare le fontanelle lungo il percorso dei forti,” ha aggiunto ironicamente.
In chiusura, l’assessora e capogruppo AVS Francesca Ghio ha replicato con tono fermo alle critiche delle opposizioni: “Fa sorridere che dopo otto anni di governo del centrodestra, oggi ci chiediate di darci una mossa dopo soli cinque mesi di amministrazione. Prendetevi la responsabilità del voto che farete, ma non scaricate su di noi la vostra incapacità a governare e la sconfitta elettorale.” A chiudere il dibattito Filippo Bruzzone, capogruppo della Lista Salis: “L’infrastruttura simbolo del centrodestra spacca il centrodestra stesso. C’è chi vota contro, chi si astiene, chi sostiene la mini funivia. È legittimo che chi ha vinto le elezioni con un programma diverso proponga alternative, ma il vero paradosso è che la vostra stessa maggioranza di ieri non crede più a quel progetto.”
L’ordine del giorno è stato infine approvato con 24 voti della maggioranza, con 9 astensioni e 4 voti contrari della minoranza.






