Il comparto delle costruzioni continua a essere uno dei motori principali dell’economia genovese, ma si prepara ad affrontare una fase di transizione. Dopo gli anni di forte espansione legati al PNRR e agli incentivi edilizi, il settore si trova oggi di fronte alla necessità di ripensare strategie e investimenti per non disperdere il patrimonio produttivo accumulato.
“Stiamo assistendo a una sensibile riduzione delle nuove procedure di gara, che per ora non incide sull’occupazione ma che richiede di programmare da subito i prossimi interventi”, afferma Giulio Musso, presidente dei Costruttori genovesi, fresco di rielezione. “È essenziale garantire continuità allo sviluppo economico e, al tempo stesso, affrontare l’emergenza abitativa che a Genova e in Liguria si fa sempre più urgente”.
Secondo i dati diffusi dall’associazione, nel 2024 le imprese attive nel settore hanno superato quota 2.000, con 14.629 operai e oltre 14,5 milioni di ore lavorate. Un risultato sostenuto in gran parte dai lavori pubblici, dove il Comune di Genova è stato protagonista con 88 cantieri attivi per 861,8 milioni di euro, di cui più di 620 milioni provenienti da fondi PNRR. L’85% degli appalti è stato affidato a imprese locali, confermando la vitalità del comparto.
Tuttavia, Musso avverte che la chiusura delle procedure di assegnazione del PNRR potrebbe comportare nel 2025 una flessione degli investimenti, stimata intorno al 6% a livello regionale, anche se l’occupazione dovrebbe restare stabile. “La sfida - sottolinea - è dare continuità al ciclo produttivo attraverso una pianificazione mirata e nuove forme di collaborazione con le istituzioni”.
Per Musso, la priorità ora è affrontare il tema dell’abitazione. “Dopo il boom del 110%, il comparto deve guardare avanti: serve un Piano Casa che risponda alla forte domanda di alloggi, sia in locazione che in acquisto, soprattutto per le fasce medie e meno abbienti. In città come Genova, oggi molte famiglie non riescono più a sostenere il costo di un mutuo o di un affitto, e ciò crea una pressione sociale sempre più evidente”. Secondo Musso, tale piano deve includere tematiche essenziali come il risanamento energetico, il potenziamento della mobilità (per i quartieri rigenerati), la messa in sicurezza idrogeologica e la gestione delle isole di calore tramite il verde.
La proposta dei costruttori punta sui partenariati pubblico-privati: “Esistono molti immobili pubblici sottoutilizzati - spiega Musso - sia di proprietà comunale o di ARTE, sia demaniali. Attraverso progetti condivisi, questi edifici potrebbero essere riqualificati e riconvertiti a uso residenziale, con un duplice effetto: rispondere ai bisogni abitativi e favorire la rigenerazione urbana di interi quartieri. È un modello che funziona, come dimostra quanto si sta realizzando a Begato dopo la demolizione della Diga”.
L'utilizzo del Superbonus 110% ha permesso la ristrutturazione energetica e architettonica di edifici ARTE datati agli anni '70-'80 (come in Via Ravel, Via Linneo e Via Brocchi); tali interventi hanno consentito un risparmio energetico superiore al 30%, includendo impermeabilizzazioni, coibentazioni, intonaci e facciate ventilate, migliorando la qualità della vita degli abitanti.
A livello europeo, sono previsti circa 15 miliardi di euro per i prossimi anni specificamente sul tema casa. Tali fondi, se affiancati da investimenti privati (matching investments), potrebbero fornire un'ottima ricaduta per risolvere la problematica abitativa nazionale e sostenere il settore.
Oltre all'Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), esiste un vasto patrimonio del demanio, gestito da Invimit attraverso il programma "Rigenera", che necessita di recupero e valorizzazione, offrendo opportunità anche per studentati. In Liguria, l'urgenza è confermata: su 1753 alloggi a disposizione di ARTE, la quasi totalità (circa 1000 unità immobiliari iscritte) necessita di ristrutturazione.
Sul fronte istituzionale, è previsto a breve un incontro tra l’associazione e la sindaca Silvia Salis: “Avevamo in programma un appuntamento per oggi pomeriggio, poi rinviato, ma contiamo di incontrare a breve la sindaca o l’assessore competente”, spiega Musso. “Il confronto è fondamentale: solo lavorando insieme potremo trasformare le idee in proposte concrete, individuare gli immobili disponibili e costruire progetti sostenibili dal punto di vista economico e sociale”.






