Mentre è in corso, a Palazzo Tursi, la conferenza stampa di presentazione delle nuove politiche tariffarie di Amt, è stato organizzato un piccolo presidio di protesta da parte delle associazioni dei consumatori liguri. Armati di striscione che recita ‘Non ci stiamo’, i rappresentati di Assoutenti, Adoc, Adiconsum , Codacons, Lega Consumatori, Casa del Consumatore, Federconsumatori, Cittadinanzattiva e Sportello del Consumatore chiedono un tavolo di confronto per discutere degli aumenti previsti, dopo aver incontrato oggi la sindaca Salis, il vicesindaco Terrile, l’assessore ai trasporti Robotti e dal Consigliere Amt Franchini.
“Non siamo venuti qui per fare da notai a un aumento tariffario, né tantomeno per firmare una cambiale in bianco su questo provvedimento. Abbiamo invece chiesto con forza l’apertura di un tavolo di confronto e di un dialogo vero, che per noi è la base fondamentale per affrontare il tema. Al momento sospendiamo ogni giudizio sul piano, perché vogliamo prima conoscerlo nel dettaglio, analizzarlo a fondo e discuterne nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Questa è la posizione condivisa da tutte le associazioni dei consumatori, ed è bene chiarirlo.
Certo, avremmo preferito essere coinvolti prima nella definizione della nuova politica tariffaria, non dopo che le decisioni sono già state annunciate. È come se ci dicessero che c’è un incendio e volessero spiegarci perché: benissimo, ma noi speriamo che in quell’incendio non finiscano bruciati gli utenti”.
“Noi rappresentiamo una storia lunga, oltre trent’anni di impegno su queste partite: con tutte le amministrazioni, da Vincenzi a Doria, da Pericu in poi, abbiamo sempre partecipato ai tavoli di confronto. Perché le associazioni dei consumatori non sono un accessorio: hanno un ruolo riconosciuto di interlocutori nelle trattative sulle tariffe, sancito dalla legge e da diversi protocolli firmati nel tempo con l’amministrazione. Ogni intervento tariffario dovrebbe passare da un confronto preventivo con noi. Siamo le associazioni ufficialmente riconosciute a livello nazionale, regionale e comunale. Non siamo certo improvvisati o comitati nati ieri: rappresentiamo migliaia di cittadini e famiglie, e il nostro ruolo è quello di tutelarli. Oggi ci troviamo davanti a un piano di cui non conosciamo ancora tutti gli elementi: non sappiamo esattamente quale sia la dimensione del debito, quali rapporti siano in corso con il governo e con la Regione. Ma una cosa è certa: alla fine saranno i cittadini a dover pagare qualcosa in più, in un momento in cui l’inflazione ha già messo a dura prova i bilanci familiari. E questo, ovviamente, non farà piacere a nessuno. Ma è un tema che non si può ignorare, e sul quale chiediamo trasparenza e partecipazione”.