Da un lato l'esclusione di qualunque dubbio anche solo laterale che possa portare ad una responsabilità diretta di Marco Soracco, dall'altro gli elementi certi, emersi dall'esame dei teste, che pur nel contesto di un processo indiziario puntano tutti in un'unica direzione: quella di Anna Lucia Cecere, ex insegnante accusata del delitto di Nada Cella.
Sono solo alcuni dei passaggi contenuti nella requisitoria della pm Gabriella Dotto che ha ripercorso in aula in una mattinata di udienza fiume le accuse e i dettagli delle posizioni dei due imputati, rispettivamente Cecere per omicidio e Soracco per favoreggiamento, nel processo sul delitto di via Marsala a Chiavari, cold case sul quale è in corso da febbraio e per la prima volta da quasi 30 anni il processo in Corte d'Assise a Genova.
La pm in aula parte dagli indizi che per l'accusa cuciono insieme una costellazione di elementi attorno a Cecere: il nome emerso e da subito nascosto, il dato caratteriale e la personalità portata ad accessi di rabbia dell'imputata, il contesto del delitto d'impeto. E prima ancora il chiaro intento di 'sistemarsi', come emerso dall'esame dei teste e la presenza attorno allo studio di una donna. Vista da due testimoni, una dei quali forse la confuse proprio con Nada, per una somiglianza tra le due.
Poi lo scatto d'ira, il delitto d'impeto, e un dato: nello studio, spiega Dotto, potevano esserci solo due persone. Cecere e Soracco, arrivato dopo ma non all'orario da lui indicato.
La requisitoria è iniziata oggi in Corte d'Assise a Genova e dopo una mattinata è stata interrotta. Sì riprenderà giovedì prossimo, con ancora una metà della memoria accusatoria da affrontare, ripartendo da Cecere e dalla storia post delitto. Per arrivare poi alle richieste di pena.






