C’è chi il Cubo di Rubik lo guarda sconsolato, convinto che sia un rompicapo impossibile, e chi invece riesce a risolverlo in pochi secondi, magari con una mano sola o addirittura bendato. Carolina Guidetti appartiene senza dubbio alla seconda categoria: speedcuber e content creator da milioni di visualizzazioni, ha raccontato questa mattina, venerdì 31 ottobre, al pubblico del Festival della Scienza la sua avventura nel mondo del cubo più famoso del pianeta, tra competizioni, allenamenti e creatività digitale.
L’incontro, ospitato nel suggestivo “Cubo di Rubik” installato nel Porticato di Palazzo Ducale, ha svelato i segreti di questa disciplina a metà tra logica e velocità. “Ho iniziato al liceo - racconta Carolina - perché un mio compagno di classe lo risolveva davanti a me. Ero curiosa, volevo imparare anche io. Siccome non voleva insegnarmelo, per ripicca l’ho imparato da sola. Da lì mi sono appassionata e ho scoperto che non si trattava solo di risolverlo, ma di farlo sempre più velocemente. Ho scoperto il mondo dello speedcubing e non ho più smesso”.
Dietro alle mani che scorrono rapidissime non c’è magia, ma metodo e allenamento. “Non esistono veri trucchi - spiega - esiste un metodo che tutti possono imparare. È un po’ come lo sport: tutti possono correre cento metri, ma non tutti in dieci secondi. Così è per il cubo: serve logica, memoria e tanta pratica. I campioni mondiali arrivano a tre secondi, ma la differenza la fa l’allenamento”.
Carolina oggi è anche una star dei social network, con centinaia di migliaia di follower su TikTok e YouTube. I suoi video sono diventati una finestra sul mondo dello speedcubing, capace di incuriosire e coinvolgere anche chi non ha mai preso in mano un cubo. “La domanda più frequente è ovviamente “come si risolve?” - racconta ancora - ma la cosa che mi piace far capire è che dietro alla velocità non c’è talento innato, bensì tanto studio e dedizione. È un messaggio che vale per qualsiasi disciplina: la costanza premia più del talento”.
La giovane creator, timida e introversa, ha trovato nelle gare un modo per superare se stessa: “Competere mi ha aiutata a socializzare, a viaggiare da sola, a conoscere persone con la mia stessa passione. Il mio obiettivo ora è diffondere questa cultura, far capire che anche un gioco può diventare un percorso di crescita”.
Sui social, Carolina ha imparato che dietro un video virale non c’è solo fortuna: “Serve un’idea forte e una buona introduzione - spiega durante l’incontro - perché la prima frase di un video decide se le persone resteranno a guardare. Lo stesso contenuto, con due intro diverse, può avere risultati completamente opposti. Non seguo i trend: preferisco partire da un problema concreto o da una curiosità, come “quanti soldi si vincono a un campionato mondiale” o “che cosa c’è dentro un cubo”. È così che le persone si appassionano anche a un argomento di nicchia”. Oggi Carolina possiede quasi duecento cubi diversi, ognuno con una storia, un colore, una sfida nuova.
Per chi volesse mettersi alla prova, l’appuntamento è per questo pomeriggio, alle 17.30, sempre nella stessa location: i partecipanti potranno tentare di risolvere il cubo in tempo record e entrare nella classifica cronometrata da Carolina stessa.












