Cultura - 02 novembre 2025, 13:09

Dagli Intrecci alle Prospettive: il Festival della Scienza 2025 chiude con oltre duecento mila presenze

Coviello: “Quest’anno abbiamo visto un pubblico internazionale, con studenti anche dall’estero” Mangili: “La nuova parola chiave guarda al futuro con chiarezza e fiducia”

La ventitreesima edizione del Festival della Scienza si chiude con un bilancio positivo, sia per la partecipazione sia per l’entusiasmo del pubblico. La ricchezza e la qualità del programma, diffuso in numerose sedi distribuite in tutta la città, hanno trasformato Genova in un laboratorio a cielo aperto, superando l’idea di un singolo grande auditorium. E proprio Prospettive sarà la parola chiave che guiderà gli appuntamenti dell’edizione 2026, che si svolgerà dal 22 ottobre al 1° novembre.

Il budget del Festival 2025, riferito all’intero ciclo di programmazione, è stato di circa 1 milione e 500 mila euro, finanziato attraverso contributi istituzionali, sponsorizzazioni, entrate da servizi e bigliettazione.
Significativa la ricaduta diretta sul territorio: oltre il 90% delle spese, destinate a forniture e servizi - dagli allestimenti agli alberghi, dai servizi tecnici alla ristorazione-  è stato sostenuto con realtà locali, generando un impatto economico diffuso e tangibile.

L’offerta culturale di quest’anno ha compreso 19 mostre e 98 laboratori, con una partecipazione record.
Tra le mostre più apprezzate figurano Infiniti intrecci (Università di Genova), Terra – Il pianeta in 5 sensi (INGV), Il cosmo in un salto (INFN) e Specchi di stelle (INAF). I laboratori, sempre gremiti, hanno spaziato dalle attività per i più piccoli – come Gli inganni della mente e Mate Magò – fino a percorsi per le scuole medie e superiori, tra cui Atlantide e i custodi dell’acqua a Palazzo Ducale e La danza del DNA alla Scuola di Robotica.

Un’attenzione particolare è stata rivolta all’infanzia, con un’offerta ampliata per i bambini sotto i cinque anni. Le scuole, da sempre pubblico di riferimento per il Festival, hanno risposto con una presenza massiccia, portando un entusiasmo contagioso in tutta la città.

Le conferenze hanno registrato numerosi sold out. Tra gli eventi di punta spiccano la lectio magistralis L’eleganza del vuoto di Guido Tonelli e gli incontri con i due Premi Nobel Michel Mayor e Katalin Karikó. La grande sala del Maggior Consiglio è stata riempita più volte, come in occasione della conferenza-spettacolo dedicata alla meccanica quantistica, durata due ore e seguita con attenzione straordinaria.
L’edizione 2025 ha inoltre valorizzato nuovi spazi particolarmente apprezzati dal pubblico, tra cui Villa Pallavicino delle Peschiere e il chiostro romanico di Santa Maria di Castello.

È stato un festival bellissimo, pieno di soddisfazioni per noi che l’abbiamo organizzato ma anche, e forse soprattutto, per il pubblico - spiega la direttrice Fulvia Mangili -. Abbiamo visto sale gremite, spesso oltre i limiti della capienza. Certo, gli incontri con i Premi Nobel erano tra gli appuntamenti più attesi, ma anche altri eventi hanno avuto un successo sorprendente. Il pubblico del Festival ha questa caratteristica: è curioso, partecipe, appassionato. Sono loro, senza dubbio, i nostri principali stakeholder”.

Le scuole sono per noi un pubblico fondamentale - aggiunge Mangili -. In questi giorni era bellissimo camminare per la città, dal Porto Antico alle varie sedi del Festival, e vedere scolaresche ovunque, insegnanti e ragazzi che correvano per arrivare puntuali agli eventi. Era evidente, anche solo passeggiando per Genova, che il Festival fosse vivo”.

La direttrice conferma poi la parola chiave per il prossimo anno: “Prospettive è un termine bellissimo, che apre al futuro in modo chiaro e positivo. Credo che sarà facile - e anche molto stimolante - costruire un programma intorno a questo tema”.

Per me è stata una sorpresa continua - racconta Domenico Coviello, presidente del Festival della Scienza -. Mi ha colpito la grande partecipazione, non solo da parte dei genovesi ma anche di tante persone arrivate da fuori città. E poi la diffusione del Festival, che non si limita a un unico luogo ma abbraccia tutta Genova. Quest’anno abbiamo visto moltissime famiglie: è stato emozionante vederle partecipare, giocare, imparare insieme. L’offerta per i bambini sotto i cinque anni è cresciuta e li abbiamo visti alla biblioteca comunale, felici e curiosi. È straordinario come un evento possa spaziare dai Premi Nobel ai più piccoli”.

Coviello sottolinea anche il valore educativo del Festival: “Insegnare ai bambini attraverso il gioco è fondamentale, perché sono loro, poi, a insegnare ai grandi. Pensiamo, ad esempio, alla raccolta differenziata: quando i bambini la imparano a scuola, diventano i primi a richiamare i genitori se sbagliano. Ecco, è da loro che parte un futuro più consapevole”.

La nuova parola chiave, Prospettive, rappresenta un invito a guardare oltre, a cambiare punto di vista, ad aprirsi a nuove direzioni del pensiero. Un concetto che, come sottolinea Carlo Ferdeghini, presidente del Consiglio scientifico, racchiude lo spirito stesso del Festival.

La scelta della parola chiave è fondamentale - spiega Ferdeghini -. Quest’anno con Intrecci abbiamo realizzato esperimenti culturali straordinari. Uno degli esempi più curiosi è stato l’incontro dedicato a Pascoli e l’astrofisica: un accostamento insolito che ha riempito la sala, affascinando il pubblico con una visione ‘galassio-centrica’ del poeta. Un altro caso emblematico è quello dei neutrini e dei canti di capodogli: due mondi apparentemente lontani, ma che la scienza ha unito in modo sorprendente. Gli scienziati hanno costruito un enorme cubo di sensori, a 3.500 metri di profondità, per catturare la particella più sfuggente dell’universo, il neutrino. Per calibrare la posizione dei sensori hanno usato idrofoni, che hanno finito per registrare anche il canto dei capodogli. Così, oltre a studiare le particelle, i ricercatori hanno potuto seguire le rotte di questi magnifici animali. È un intreccio inatteso che dimostra come la scienza sappia generare meraviglia anche dove non ce lo aspettiamo”.

Ferdeghini conclude con uno sguardo al futuro: “Prospettive è una parola che invita a cambiare angolazione, a spingersi oltre il conosciuto. È da qui che nascerà il prossimo Festival, che sarà - ne sono certo - altrettanto ricco di significati e possibilità”.

Chiara Orsetti, Isabella Rizzitano

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