Politica - 03 novembre 2025, 16:45

L'Istituto Italiano di Tecnologia al Senato: “Investire in ricerca è investire nel futuro dell’Italia”

Chiesta la stabilità nei finanziamenti pubblici per sostenere innovazione e competitività nazionale

L'Istituto Italiano di Tecnologia al Senato: “Investire in ricerca è investire nel futuro dell’Italia”

In occasione delle audizioni in Senato sulla Legge di Bilancio 2026, l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) ha evidenziato l’importanza strategica di garantire stabilità e continuità agli investimenti pubblici in ricerca e innovazione, sottolineando come tali risorse siano essenziali per la crescita economica e la competitività del Paese.

Negli ultimi due secoli la crescita delle economie avanzate è stata trainata dal progresso scientifico e tecnologico” ha ricordato da Giorgio Metta, Direttore Scientifico IIT, citando i premi Nobel 2025 per l’economia (Mokyr, Aghion e Howitt), “la storia economica ci insegna che investire in ricerca e sviluppo è il motore della prosperità: più si investe in conoscenza, più cresce il PIL. È una relazione diretta e dimostrata dai dati storici.”

L’IIT impiega circa 1.900 persone distribuite in 12 centri di ricerca sul territorio nazionale, con l’80% del personale impegnato direttamente in attività di R&D. Si tratta di una comunità giovane (media 35 anni) e internazionale, composta da ricercatori provenienti da oltre 70 Paesi: il 50% arriva dall’estero, e uno su cinque è un italiano rientrato dopo esperienze di lavoro e ricerca in istituzioni internazionali. Un dato che conferma la capacità dell’Istituto di attrarre talenti e invertire la tendenza alla “fuga dei cervelli”.

Dalla sua fondazione, l’IIT ha favorito la nascita di oltre 40 startup, che hanno attirato più di 150 milioni di euro di investimenti privati, ha depositato oltre 1.300 brevetti e solo nel 2025 raccolto quasi 80 milioni di euro da imprese e progetti competitivi. Le sue attività spaziano dalla robotica all’intelligenza artificiale, dai nuovi materiali alla genomica, dalle neuroscienze alle nanomedicina, contribuendo alla crescita del sistema produttivo e alla creazione di filiere tecnologiche avanzate.

L’Istituto opera, inoltre, in stretta collaborazione con altre fondazioni di ricerca nazionali di diritto privato, nate negli ultimi anni per impulso pubblico e ispirate al suo modello organizzativo: Human Technopole, Biotecnopolo di Siena, AI4Industry, Chips.IT. Insieme costituiscono un ecosistema nazionale della ricerca che rappresenta un punto di forza per l’Italia e un volano per l’innovazione industriale.

La Legge di Bilancio 2024 (n. 207/2024) ha previsto per il triennio 2025–2027 una riduzione del 10% dei contributi pubblici, portando il finanziamento annuale da circa 95 a 85 milioni di euro. Se non compensata, questa riduzione potrebbe comportare una contrazione del personale tra il 10 e il 15% (circa 200 unità in meno) e un rallentamento delle attività di ricerca e trasferimento tecnologico in settori strategici come robotica, biotecnologie, nuovi materiali e intelligenza artificiale.

“Pur consapevoli della complessa situazione geopolitica globale che il nostro e altri Paesi stanno affrontando, crediamo che mantenere un sostegno stabile alla ricerca significhi investire nel futuro dell’Italia,” ha dichiarato Giorgio Metta. “L’innovazione non è una voce di spesa, ma una leva strutturale di sviluppo. Per questo proponiamo di riportare progressivamente i finanziamenti ai livelli originari e di introdurre una programmazione pluriennale che dia stabilità e prospettiva alla ricerca. Questo è vero per IIT e per tutte le realtà di ricerca che contribuiscono alla competitività del nostro Paese.”

L’IIT ribadisce che ogni euro investito in ricerca genera ritorni economici e occupazionali misurabili, rafforza la competitività del sistema produttivo e contribuisce alla sostenibilità di lungo periodo del Paese.

Redazione


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