Attualità - 15 novembre 2025, 08:00

Via Coronata ancora senza scuola: “Serve chiarezza, non altre attese”

La ristrutturazione promessa non parte, la nuova giunta non chiarisce i tempi e il quartiere perde servizi: “Non possiamo vivere di rassicurazioni”

Via Coronata ancora senza scuola: “Serve chiarezza, non altre attese”

Chiarezza, risposte e azioni concrete: è ciò che chiedono da mesi i genitori degli studenti dell’Istituto Comprensivo Borzoli, la cui sede di via Fratelli di Coronata è ormai chiusa da tempo per i lavori di ristrutturazione. Oltre trecento bambini sono stati trasferiti nei locali della ex Leonardo, in corso Perrone, una sistemazione nata come temporanea ma che, con il passare dei mesi, è diventata una lunga attesa fatta di promesse, ritardi e costi lievitati: dai tre milioni previsti inizialmente ai quasi quattordici stimati oggi.

A raccontare l’ennesima fase di incertezza è una rappresentante dei genitori, che riassume così la situazione: “L’anno scorso avevamo finalmente ottenuto un sopralluogo dall’allora vicesindaco Piciocchi. Era venuto due volte, ad aprile e poco dopo, perché continuavamo a sollevare il problema: non sapevamo nulla dei lavori di Borzoli e ci sembrava che tutto fosse fermo. Avevamo anche fatto un presidio a Tursi come genitori per chiedere spiegazioni”.

Secondo quanto riferito alla famiglia, la situazione dell’edificio di Coronata richiedeva un passaggio obbligato al Ministero, anche per via della presenza dell’IPLOM accanto alla scuola, condizione che vieta una demolizione completa e una ricostruzione ex novo. “Piciocchi ci aveva garantito che avrebbe seguito personalmente la pratica ministeriale e che avrebbe fatto intervenire l’ASL per la rimozione dell’amianto. Avevamo chiesto anche interventi urgenti sulla sicurezza stradale in corso Perrone, perché quel tratto non è adatto a una scolaresca: il traffico è pesante, la strada stretta, e i pericoli sono continui. Ci avevano detto che i dossi non si potevano mettere, ma che avrebbero valutato altre soluzioni con vigili e rilevatori di velocità”.

Poi, il cambio di giunta. E tutto si è fermato di nuovo: “Ci saremmo dovuti rincontrare dopo un mese, ma non è successo nulla. A fine primavera ci era stato detto che dal Ministero non arrivavano risposte, ma eravamo in piena campagna elettorale e sinceramente avevamo già capito che certe promesse erano solo parole”.

L’estate è trascorsa nel silenzio. Solo il 15 ottobre, dopo settimane senza aggiornamenti, i genitori hanno incontrato la nuova giunta, con la presenza dell’assessora Rita Burzone e del dirigente scolastico. È stato lì che è comparso un nuovo elemento: il cosiddetto “piano B”. “Il progetto iniziale era arrivato a costare quasi quattordici milioni, un’enormità rispetto ai tre milioni da cui si era partiti. Così ci hanno parlato di un progetto alternativo: invece che rifare tutto, vorrebbero mantenere solo il piano terra e demolire i due piani superiori, riorganizzando tutto il plesso su un unico livello. Ci hanno detto che sarebbe una soluzione meno costosa, e che i fondi comunali ci sarebbero già”.

Peccato che, a distanza di un mese da quella riunione, nessuno sappia nulla di concreto. “Non sappiamo se il progetto sia stato depositato, non sappiamo se sia stato inviato al Ministero, non sappiamo se potrà rientrare nel PNRR. Siamo nel limbo totale. E nel frattempo il contratto con la Leonardo scade fra un anno. Ci hanno rassicurati dicendo che resteremo lì finché necessario, ma senza conferme scritte. E noi non possiamo vivere di rassicurazioni”.

Nel quadro già complicato, resta irrisolta anche la questione della sicurezza stradale. “Abbiamo rifatto presente il problema più volte, ma non ci è stato comunicato nulla. La settimana scorsa, con due giorni di sciopero, la strada era nel caos totale. È pericolosa già in condizioni normali: quei due giorni erano allucinanti. E lì ci sono 350 bambini che non dovrebbero nemmeno essere in quel posto”.

Oltre ai disagi quotidiani, c’è un effetto che tocca l’intero quartiere. “Borzo­li è rimasta senza la sua scuola. Una caffetteria ha già chiuso, e si dice che anche una merceria-cartoleria potrebbe farlo. Un quartiere senza scuola perde vita, movimento, famiglie. È come togliere il cuore a una comunità”.

I genitori ora attendono le risposte promesse tramite una pec inviata dal Consiglio d’Istituto. “Ma la pazienza è finita. Se non avremo notizie a breve, ci muoveremo. Non possiamo restare in questa incertezza perenne. Aspettiamo risposte da troppo tempo, e ora la situazione è ancora più confusa di prima. Noi genitori siamo stufi e preoccupati: nessuno ci sta dicendo cosa succederà alla nostra scuola e ai nostri bambini”.

Chiara Orsetti

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