Genova, 1892.
La città tutta si preparava a vivere uno dei momenti più solenni della sua storia moderna.
Stava per inaugurare l’Esposizione Italo-Americana, pensata per celebrare i quattrocento anni dall’impresa di Cristoforo Colombo.
La Spianata del Bisagno venne trasformata nell’epicentro delle iniziative per ricordare i quattro secoli dal viaggio di uno dei figli più illustri della Superba.

Doveva essere, e lo fu, una grande fiera con numerosi padiglioni, tutti progettati dall’architetto Giovanni Battista Carpineti e dagli ingegneri Riccardo Haupt, Vittorio Storchi e Mario Vallino.
Al centro dello spazio, che si estendeva all’incirca tra le attuali piazza della Vittoria e piazza Verdi, un grande pallone frenato permetteva di salire fino a trecento metri d’altezza; sulle mura del Prato, dove oggi si trova la scalinata delle Caravelle, venne installato un ascensore idraulico; una ferrovia funicolare dimostrativa si snodava per oltre duecento metri, il tutto mentre i visitatori potevano lasciarsi intrigare dal labirinto degli specchi o provare l’emozione delle montagne russe.

Inaugurata nel luglio di quell’anno, l’esposizione rimase attiva fino al dicembre 1892 in una continua alternanza di feste, appuntamenti, sfilate, spettacoli e tanto altro ancora.
Anche Umberto I e Margherita di Savoia, sovrani d’Italia, arrivarono a vistare i padiglioni delle celebrazioni colombiane, raggiunti appena il giorno dopo il loro arrivo, il 9 settembre, dal presidente del Consiglio Giovanni Giolitti, da diversi ministri e dai presidenti di Camera e Senato.
Un brulicare di vita e colori in cui a stupire erano le innovazioni tecnologiche di quegli anni.
Tra i padiglioni dell’esposizione, non mancavano punti di ristoro e luoghi dove degustare buon vino e buon cibo.
Tra tutti spiccava, non solo per dimensioni, l’Uovo di Colombo.
Ideata da un’azienda vinicola torinese, la Quarone, Gaiato e co., questa singolare costruzione di proprietà del signor Quarone, era una struttura alta ventisei metri interamente costruita in legno e intervallata da aperture ovali.

Un locale distribuito su quattro piani che sin dall’inaugurazione non mancò di attirare decine e decine di curiosi e turisti non solo per la sua forma, ma anche e soprattutto per gli ottimi vini e le gustose prelibatezze che si potevano provare diventando in poche settimane uno dei simboli della manifestazione.
Ma il suo destino, come quello di tutta la struttura, fu beffardo.
A pochi giorni dalla fine dell’esposizione Italo-Americana, il 6 gennaio del 1893, un incendio doloso devastò la Spianata distruggendo questo meraviglioso ristorante e gran parte dei padiglioni che sulla piana del Bisagno avevano celebrato l’impresa di Colombo.
Oggi restano le incisioni a ricordare quell’uovo di Colombo che rappresentò la Genova delle tradizioni capace di proiettarsi nel futuro.






