Ogni martedì uno spazio per raccontare l’impegno, le storie e i volti di chi, ogni giorno, si mette al servizio degli altri: con la nuova rubrica 'Buone Azioni', vogliamo dare voce alle associazioni, alle cooperative sociali, ai gruppi di volontari e a tutti coloro che costruiscono solidarietà sul territorio, spesso lontano dai riflettori ma con un impatto concreto nella vita delle persone. La rubrica sarà un viaggio settimanale nel cuore del Terzo Settore, per conoscere chi fa la differenza e capire come ciascuno può contribuire, anche con un piccolo gesto.
Alla Ronda della Solidarietà, la parola “amici” non è solo un modo gentile per alleggerire una realtà complessa: è un principio, quasi un manifesto. È così che i volontari chiamano le persone che incontrano ogni settimana, quelle che ricevono un pasto, un pacco alimentare, una parola gentile o anche solo un sorriso. “Amici”, ripete spesso una delle anime dell’associazione, Stefano Marcenaro durante la nostra chiacchierata, perché è solo partendo da lì, da un rapporto paritario, umano, pulito, che si può costruire qualcosa di vero. Chiamarli amici significa accorciare la distanza, rifiutare ogni etichetta e ricordarsi, prima di tutto, che si sta parlando di persone. Un modo semplice e potentissimo per ribadire che nessuno deve sentirsi un caso sociale, ma qualcuno, appunto, da trattare come un amico.
E proprio per aiutare gli amici, ogni giovedì, da ventisei anni, c’è un volontario della Ronda della Solidarietà pronto a offrire cibo, attenzioni, compagnia e presenza a chi ne ha più bisogno. Nata dalla volontà di Massimo Cipani e di Piero Siboldi, il quale purtroppo è venuto a mancare qualche anno fa, l’associazione oggi rappresenta oggi un punto fermo nel panorama genovese del volontariato, soprattutto nella zona della stazione di Principe.
“Quello che dà forza alla Ronda non sono solo le attività o i progetti, ma il cuore e la dedizione dei volontari”, ci racconta Stefano, che è anche uno dei membri del consiglio direttivo insieme a Laura Belotti. “Ogni giovedì, persone con storie e percorsi di vita molto diversi si ritrovano per fare qualcosa di buono. Ed è proprio in questo incontro, in questo scambio di esperienze e di gesti concreti, che nasce la vera bellezza della Ronda: la capacità di trasformare piccoli atti di solidarietà in momenti di umanità autentica”. Anche qui, per Stefano, torna la parola chiave: amici. “I nostri amici non sono utenti: sono persone che ci aspettano, che ci parlano, che ci conoscono”.

Un elemento distintivo della Ronda della Solidarietà è la capacità di trasformare le difficoltà personali in slancio verso gli altri. A cominciare dal Presidente Massimo Cipani, che ha perso una gamba in un incidente sul lavoro il primo giorno di impiego nel 1976. “Nonostante l’infortunio, Massimo non si è arreso, e già subito dopo l’incidente si è messo in moto per aiutare gli altri, preparando panini a casa e portandoli a chi ne aveva bisogno”.
Inizialmente, i volontari della Ronda si incontravano ogni giovedì sera per raccogliere alimenti invenduti dai panifici della zona e distribuirli direttamente sotto i portici della stazione Principe. Angelo, il fratello di Massimo, preparava anche un piatto di pasta calda da offrire alle persone senza fissa dimora. Con il tempo, la necessità di trovare un luogo più sicuro e protetto portò i volontari a rivolgersi a Don Gallo, che offrì loro l’uso del “Teatrino degli Zingari”. Qui fu possibile creare momenti più strutturati di distribuzione e convivialità, con cene e feste di Natale che diventavano per molti un momento di calore e socialità, anche grazie alla collaborazione della banda di Pontedecimo. Momenti in cui la parola “amici” prendeva forma concreta: non una fila da servire, ma una comunità che si ritrovava. È importante sottolineare che alcuni membri dell'associazione provengono proprio dalla strada, e questo rappresenta un valore aggiunto inestimabile. “Durante le cene di Natale, Massimo riusciva a coinvolgere vari amici e realtà locali per rendere la festa speciale per tutti. È sempre stato un modo per creare un senso di comunità, anche se temporaneo, per chi è abituato a sentirsi solo” spiegano i volontari.

Con l’emergenza Covid, però, le cene conviviali e alcune delle attività più protette hanno dovuto fermarsi, ma la Ronda non si è mai arresa. Stravolgendo l’organizzazione, qualcuno ha iniziato a distribuire pacchi alimentari, forniti in gran parte dal Banco Alimentare, contenenti pasta, riso, sughi, carne, tonno, dolci e biscotti, destinati soprattutto a famiglie indigenti. Dal numero iniziale di circa cinquanta pacchi, oggi si arriva a distribuirne fino a 150 ogni giovedì, grazie soprattutto alla dedizione della volontaria Giulia, responsabile della logistica e del ritiro presso il Banco.
Il secondo momento della settimana riguarda la distribuzione dei panini, preparati dai volontari stessi e consegnati a chi vive per strada, resa possibile da Lo spuntino di Spianata Castelletto: ogni giovedì una parte degli alimenti invenduti viene recuperata e distribuita, in particolare pizze, un momento molto atteso dagli amici della Ronda. Non “beneficiari”: amici, come sottolineano sempre Stefano e Laura.
Al di là del cibo, i volontari cercano di essere un riferimento per i propri amici, aiutandoli anche in situazioni quotidiane, come spese mediche, bollette o vestiti. L’obiettivo è creare un rapporto umano, fatto di attenzione, ascolto e solidarietà reciproca. “Non si tratta solo di dare, sottolineano, ma anche di ricevere: i sorrisi, le parole, anche critiche, arricchiscono e aiutano a capire meglio le difficoltà e la resilienza delle persone”.
Ogni giovedì sera, la fila davanti al Teatrino degli Zingari inizia a formarsi già dalle tre e mezza del pomeriggio, in qualsiasi condizione meteorologica. Nel periodo natalizio, i volontari distribuiscono pacchi più ricchi, con il supporto di aziende come il Pastificio Novella, che dona ravioli, e con piccoli contributi di amici e sostenitori locali, come un tatuatore che, venendo a conoscenza delle iniziative portate avanti, ha iniziato a dare il proprio contributo, e cittadini che partecipano alle raccolte.

La Ronda della Solidarietà rappresenta un esempio di come la dedizione, la solidarietà e l’umanità possano trasformare una piccola associazione in un punto di riferimento per la città. “Molti degli amici che aiutiamo hanno una famiglia, ma si sentono soli - riflette Laura -. La nostra presenza offre loro un minimo di supporto, un momento di ascolto e, soprattutto, la consapevolezza che non sono invisibili”.
Nonostante le risorse limitate e l’assenza di sovvenzioni pubbliche, la Ronda della Solidarietà continua a operare grazie al 5x1000, alle donazioni occasionali e, soprattutto, alla generosità e al tempo dei volontari. L’associazione mantiene anche una presenza sui social, con una pagina Facebook aggiornata, per condividere le proprie attività e sensibilizzare la comunità genovese.
Come confermano Stefano e Laura, ogni piccolo gesto può innescare una catena di solidarietà: “Vedere qualcuno che fa qualcosa ti fa riflettere e ti spinge a fare la tua parte. Non cambieremo il mondo, ma possiamo cambiare la vita di una persona. Raramente ci sono stati momenti di tensione o parole fuori luogo, nonostante le persone assistite sono spesso esasperate dalle difficoltà: e questo basta per continuare a impegnarci, ogni giovedì, con cuore e passione".










