Attualità - 25 novembre 2025, 18:12

Residui bellici nelle ecoballe arrivate alla Spezia da Genova: i timori per la salute del Comitato 'Non solo Borgo'

Due ordigni rinvenuti nel multimateriale conferito all’impianto Specchia Service. Sotto accusa il sito AMIU di via Sardorella: “Compatta plastica e metalli senza separarli. Rischio per residenti e lavoratori: il Comune chiarisca”

Residui bellici nelle ecoballe arrivate alla Spezia da Genova: i timori per la salute del Comitato 'Non solo Borgo'

Il ritrovamento di due residuati bellici all’interno di ecoballe di multimateriale conferite all’impianto Specchia Service della Spezia riaccende la polemica sul sito AMIU di via Sardorella. È quanto denuncia il Comitato “Non Solo Borgo”, guidato dal presidente Massimiliano Pettinari, che ha diffuso un comunicato facendo riferimento agli articoli apparsi su La Nazione e su la Repubblica Genova nel mese di ottobre. Entrambi i quotidiani riportano che il materiale ritrovato provenisse proprio dall'impianto genovese: Via Sardorella, infatti, è il principale centro di raccolta e compattazione del multimateriale leggero della città. “Da alcuni anni - ricorda il presidente Massimiliano Pettinari - l’impianto non effettua più la separazione, ma si limita a pressare e compattare il materiale in balle, che vengono poi inviate ad altri siti, tra cui anche quello della Spezia, per la selezione e il riciclo”.

Una scelta operativa che, secondo il Comitato, potrebbe aumentare i rischi. La raccolta della plastica e dei metalli a Genova avviene tramite campane stradali, e non con servizio porta a porta: un sistema che talvolta porta i cittadini a conferire anche materiali non idonei e potenzialmente pericolosi. “Dentro le campane può finire di tutto: taniche di benzina semivuote, latte di olio minerale, piccole bombole del gas non completamente scariche e, paradossalmente, persino residuati bellici”, sottolineano.

La pratica di stoccare ecoballe non vagliate, per giorni e talvolta all’aperto, viene indicata dal Comitato come un possibile pericolo per residenti, lavoratori delle imprese circostanti e personale AMIU. “Materiale potenzialmente infiammabile o esplosivo - avvertono - può restare accatastato anche durante l’estate, con temperature elevate. È un rischio che non può essere ignorato. Speriamo che della questione si stiano interessando anche i sindacati”.

Il Comitato chiede chiarezza sul caso dei due residuati bellici e invita il Comune, in particolare la sindaca Silvia Salis e l’assessora Silvia Pericu, oltre ai vertici AMIU, a fornire una smentita ufficiale qualora il materiale non provenisse dal sito di via Sardorella. “Siamo pronti a ritrattare tutto - aggiungono - ma occorre una comunicazione istituzionale chiara”.

Pettinari ricorda inoltre che il sito di via Sardorella presenta criticità note “da parecchi anni”: ai disagi per gli odori si aggiungerebbe ora un problema “reale e concreto” di sicurezza. Per questo il Comitato torna a chiedere il trasferimento dell’impianto e, alla luce degli ultimi eventi, il suo “blocco immediato” almeno fino all’avvio dei lavori di ammodernamento annunciati “da oltre due anni”.

Chiara Orsetti

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