Il ritrovamento di due residuati bellici all’interno di ecoballe di multimateriale conferite all’impianto Specchia Service della Spezia riaccende la polemica sul sito AMIU di via Sardorella. È quanto denuncia il Comitato “Non Solo Borgo”, guidato dal presidente Massimiliano Pettinari, che ha diffuso un comunicato facendo riferimento agli articoli apparsi su La Nazione e su la Repubblica Genova nel mese di ottobre. Entrambi i quotidiani riportano che il materiale ritrovato provenisse proprio dall'impianto genovese: Via Sardorella, infatti, è il principale centro di raccolta e compattazione del multimateriale leggero della città. “Da alcuni anni - ricorda il presidente Massimiliano Pettinari - l’impianto non effettua più la separazione, ma si limita a pressare e compattare il materiale in balle, che vengono poi inviate ad altri siti, tra cui anche quello della Spezia, per la selezione e il riciclo”.
Una scelta operativa che, secondo il Comitato, potrebbe aumentare i rischi. La raccolta della plastica e dei metalli a Genova avviene tramite campane stradali, e non con servizio porta a porta: un sistema che talvolta porta i cittadini a conferire anche materiali non idonei e potenzialmente pericolosi. “Dentro le campane può finire di tutto: taniche di benzina semivuote, latte di olio minerale, piccole bombole del gas non completamente scariche e, paradossalmente, persino residuati bellici”, sottolineano.
La pratica di stoccare ecoballe non vagliate, per giorni e talvolta all’aperto, viene indicata dal Comitato come un possibile pericolo per residenti, lavoratori delle imprese circostanti e personale AMIU. “Materiale potenzialmente infiammabile o esplosivo - avvertono - può restare accatastato anche durante l’estate, con temperature elevate. È un rischio che non può essere ignorato. Speriamo che della questione si stiano interessando anche i sindacati”.
Il Comitato chiede chiarezza sul caso dei due residuati bellici e invita il Comune, in particolare la sindaca Silvia Salis e l’assessora Silvia Pericu, oltre ai vertici AMIU, a fornire una smentita ufficiale qualora il materiale non provenisse dal sito di via Sardorella. “Siamo pronti a ritrattare tutto - aggiungono - ma occorre una comunicazione istituzionale chiara”.
Pettinari ricorda inoltre che il sito di via Sardorella presenta criticità note “da parecchi anni”: ai disagi per gli odori si aggiungerebbe ora un problema “reale e concreto” di sicurezza. Per questo il Comitato torna a chiedere il trasferimento dell’impianto e, alla luce degli ultimi eventi, il suo “blocco immediato” almeno fino all’avvio dei lavori di ammodernamento annunciati “da oltre due anni”.






