È subito alta tensione a Palazzo Tursi per la decisione della giunta guidata da Silvia Salis di non allestire il tradizionale Presepe. La scelta, presentata come decisione politica dall’assessore competente, ha scatenato le critiche dei consiglieri comunali di Fratelli d’Italia e della Lega, che la definiscono “scellerata” e frutto di un’ideologia di sinistra sempre più distante dai cittadini.
“Dopo aver introdotto l’educazione sessuologa-affettiva nelle scuole dell’infanzia, con l’Amministrazione che di fatto si sostituisce alle famiglie, adesso la giunta Salis cancella dal Comune anche il presepe, essenza del Natale e della nostra tradizione cristiana” dichiarano i consiglieri di Fratelli d’Italia Alessandra Bianchi, Nicholas Gandolfo, Francesco Maresca e Valeriano Vacalebre.
È un simbolo che "racchiude valori fondamentali della nostra società come il rispetto, la solidarietà, la famiglia. La solita posizione ideologica di un’amministrazione sempre più spostata a sinistra e che mette in luce tutte le sue contraddizioni”, aggiungono.
Gli esponenti FdI ricordano anche una recente intervista del sindaco: “Silvia Salis si è autodefinita ‘madre, cattolica, moglie’. Frasi che, alla luce di questa nuova scellerata decisione, si possono tranquillamente archiviare sotto la voce slogan, studiati ad hoc per quello che sembra essere il suo ‘percorso di studi’ da aspirante leader nazionale”.
Non manca un riferimento all’attualità internazionale: “Non abbiamo visto il sindaco prendere posizione sulla strage di cristiani in Nigeria, mentre non ha perso occasione per scendere in piazza a difendere la missione più politica che pacifica dei pro pal”.
Preoccupazioni arrivano anche dalla Lega. Bordilli e Bevilacqua sottolineano che l’assessore “si è ‘dimenticata di avere la delega alle Tradizioni oltre che annunciare consapevolmente di aver cancellato, come scelta politica, il tradizionale presepe che veniva allestito a Palazzo Tursi”.
“Un’iniziativa che negli anni aveva dato voce e visibilità alle tante realtà cittadine impegnate nella realizzazione dei presepi e che, in una logica policentrica, aveva valorizzato il presepe di Crevari nel 2023 e quello della Valpolcevera nel 2024”, proseguono.
Sul bilancio, il giudizio è altrettanto duro: “Il bilancio della sinistra a Genova sta mostrando giorno dopo giorno il suo vero volto: tutt’altro che progressista e sempre più distante dalle reali esigenze della città. La manovra è priva di visione e coraggio, ridotta a una mera duplicazione dei nostri obiettivi, con evidenti e imbarazzanti ‘copia e incolla’ dal precedente bilancio”.
Sotto accusa anche la riduzione delle risorse al commercio: “Nonostante gli slogan, la giunta Salis dimostra nei fatti di non avere alcun reale interesse per il commercio di prossimità: i fondi sono stati addirittura ridotti rispetto al nostro bilancio, colpendo chi ogni giorno tiene vive piazze e quartieri”.
E c’è spazio anche per il tema tassa imbarchi: “Vorremmo sapere cosa pensa l’assessore della tassa sugli imbarchi, che rischia di penalizzare turisti e compagnie di navigazione, danneggiando ulteriormente l’attrattività della città”.
La conclusione è un atto d’accusa complessivo: “Genova non merita di tornare ai fallimentari bilanci delle giunte di sinistra, dove non vi era spazio per iniziative legate alla nostra storia e alla nostra identità culturale. Riducendo risorse e disconoscendo le nostre radici, si traccia la strada verso una Genova più grigia, spenta e in declino”.