Sono entrati all'interno della stazione di Genova Brignole con l'intento di bloccare la circolazione ferroviaria, i manifestanti dell'ex Ilva che, da questa mattina, sono scesi in piazza per la quarta giornata consecutiva.
La mobilitazione è partita alle 9 dai Giardini Melis di Cornigliano, ha percorso Sampierdarena, Dinegro e ha raggiunto poi il centro città fini alla Prefettura. Qui, la situazione è degenerata in scontri con la polizia, che ha disposto un imponente dispositivo di sicurezza con camionette, alari e transenne. In segno di protesta, hanno iniziato a colpire le protezioni con i caschi di sicurezza. La situazione è degenerata con il lancio di oggetti, copertoni e petardi e l’uso di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine, uno dei quali ha colpito un operaio alla testa. Tra gli slogan intonati: “Vogliamo lavorare, ci dovete arrestare tutti!”, “Lavoro, lavoro, lavoro” e “Fate schifo!”.
Sul fronte politico e sindacale, Michele De Palma, segretario generale Fiom, ha ribadito la richiesta di un tavolo a Palazzo Chigi per discutere il futuro dello stabilimento, criticando le risposte del ministro Urso e sottolineando l’urgenza di garantire continuità produttiva, occupazionale e decarbonizzazione degli impianti. “Senza industria non c’è futuro per questo Paese”, ha affermato De Palma davanti ai manifestanti a Cornigliano.
Anche la sindaca di Genova Silvia Salis ha partecipato al presidio, raggiungendo i lavoratori a Cornigliano alla partenza del corteo e, poi, in largo Lanfranco: “È fondamentale che lo Stato entri nella gara per il futuro degli stabilimenti e garantisca continuità produttiva, evitando contrapposizioni tra i poli del Nord e Taranto. Domani porteremo queste richieste a Roma”, ha dichiarato.
L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE MARCO BUCCI
Alle 13,20 il presidente della Regione Liguria Marco Bucci è arrivato a Brignole al binario 1 e 2, dove si trovano i manifestanti.
"Come ho ricordato martedì sera, dopo un incontro dai risultati non positivi, continuiamo a lavorare per garantire la produzione dell’acciaio qui, a Genova, per ciò che facciamo e per ciò che rappresentiamo per l’intero Paese. Continueremo a lottare perché l’acciaio speciale sia prodotto a Genova" ha detto. "Le prossime azioni? Domani mattina alle cinque partirò per Roma, ci resteremo tutta la giornata. Non posso promettere che domani sera tornerò vincitore, ma ogni giorno lavoriamo con determinazione verso questo obiettivo.
Noi stiamo lavorando con Taranto per fare in modo che il materiale continui ad arrivare qui, ma dobbiamo anche prepararci a ottenere ulteriori forniture di acciaio da poter lavorare a Genova. Vogliamo essere certi di poter continuare a lavorare qualunque cosa accada: questo è il nostro obiettivo, e da oggi lo porterò avanti con ancora più forza. Io farò la mia parte, e chiedo a ciascuno di fare la propria. Vi ringrazio e vi chiedo, per quanto possibile, di evitare che nascano situazioni ulteriormente difficili. Se ci riusciamo, sono convinto che arriveremo a una soluzione".
I MANIFESTANTI LASCIANO LA STAZIONE
Intorno alle 14 i lavoratori hanno lasciato la stazione Brignole per dirigersi nuovamente verso Cornigliano.
CGIL: ALLIBITI E PREOCCUPATI, SOLIDARIETA' AI MANIFESTANTI. NECESSARIO CAPIRE COSA HA PROVOCATO QUESTA DERIVA REAZIONARIA
"Siamo allibiti e preoccupati da quanto accaduto oggi a Genova e chiediamo al Prefetto di rendere conto non solo ai manifestanti ma a tutta la città di cosa sia accaduto, perché è stato impedito l'arrivo in Prefettura e perché i manifestanti sono stati raggiunti da lacrimogeni lanciati ad altezza uomo - si legge in una nota CGIL - esacerbare gli animi in un momento così critico per il lavoro e nei confronti di operai che chiedono di mantenere il loro posto di lavoro è un atto gravissimo. E' necessario capire quale è stato il cortocircuito istituzionale che ha provocato questa deriva reazionaria che a Genova si è vissuta solo ai tempi del G8 quando la città era stata esautorata dalla gestione dell'ordine pubblico. Non vorremmo che questa brutta pagina della gestione dell'ordine pubblico fosse un anticipo di come il Governo intende gestirlo nei prossimi mesi e di come intende risolvere la deindustrializzazione del paese e il rapporto con il mondo del lavoro. Solidarietà va ai manifestanti feriti dal lancio dei lacrimogeni e alla stampa che da giorni sta seguendo la vertenza Ilva, stamattina anche in condizioni pericolose e di grande tensione per tutti".












