"Quelli della Fiom hanno tolto il presidio a Cornigliano perché è arrivata la notizia che la siderurgia ha una prospettiva di ripresa industriale, ma questa è un'autentica balla perché rispetto al 28 novembre quando abbiamo fatto l'incontro con il ministro Urso non è cambiato nulla". Così afferma Antonio Apa, coordinatore regionale Uilm, a margine della conferenza stampa convocata sull'aggressione subita dal segretario generale della Uilm Luigi Pinasco, il segretario organizzativo Claudio Cabras e tre delegati davanti ai cancelli dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano, commentando l'esito dell'incontro romano che si è svolto questa mattina al MIMT tra il ministro Adolfo Urso, il presidente della Regione Liguria Marco Bucci e la sindaca di Genova Silvia Salis.
Le garanzie sulla salvaguardia della produzione siderurgica nello stabilimento di Genova Cornigliano ottenute oggi "un'autentica balla", prosegue, ricordando come "l'epoca della firma dell'Accordo di programma nel 2005 nello stabilimento di Genova Cornigliano la Uilm era minoranza all'interno della siderurgia, la maggioranza erano la Fiom e Lotta Comunista, dal 2005 a oggi cos'è successo a Cornigliano? Hanno salvaguardato la produzione? No. Cornigliano doveva diventare un centro di eccellenza nella verticalizzazione della produzione a freddo attraverso 700 milioni di investimenti, non è rimasto nulla".
l sindacalista non risparmia critiche al piano industriale: “Stiamo chiedendo al Governo di assumersi la vicenda, togliere quel cavolo di piano industriale che non esiste più, cancellarlo”. E aggiunge: “Si è parlato un salvatore bianco che potrebbe prendere parte alla gestione di Cornigliano: aria fritta. Chi viene qui a mettere i soldi da un punto di vista industriale e finanziario?”.
Accanto a Apa, è intervenuto Riccardo Serri, segretario generale Uil Liguria, che ha sottolineato la necessità di mantenere l’unità sindacale e non accontentarsi di soluzioni parziali: “Non ci accontentiamo di ciò accaduto a Roma: oggi un piccolo cerotto per una ferita importante. Cercheremo di tenere insieme tutti, ma rimangono cicatrici”. E ancora: “Ad ora c’è grande organizzazione che non condanna, da subito dobbiamo essere presenti a tutti i tavoli, uniti e coerenti”.






