La Guida Cantine d’Italia 2026, presentata a Milano il 29 novembre, rilancia per il terzo anno uno studio su una materia sempre più interessante e meritevole di indagine.
Scriviamo del costo della visita in cantina. Nella naturale evoluzione dell’enoturismo, rappresenta un dato importante e necessario di conoscenza.
Tutte le cantine, salvo poche eccezioni, indicano oggi i costi per esperienze da svolgere nel corso di una visita, dando per acquisito il dato che si accede in cantina pagando un servizio e non più seguendo forme spontanee basate sull’improvvisazione o sulla gratuità.
Scrivere pertanto il costo della visita in cantina, a fianco della presentazione di ogni realtà, rappresenta un servizio per il lettore e una informazione che può orientare scelte e comportamenti. Ed è anche un modo per rendere la Guida più attuale e aggiornata con le nuove esigenze.
Vi è stata una lunga fase, per certi aspetti anche pioneristica, in cui, a partire dalla metà degli anni ’90, si è progressivamente affermato il concetto di enoturismo; la pratica della visita in cantina in quel periodo era legata a comportamenti occasionali, basati sullo spontaneismo. Con le cantine poco organizzate in merito e con gli enoappassionati che poco per volta crescevano in numero e qualità di comportamento. Cercando la cantina non solo come occasione di approvvigionamento di vino, ma come luogo a cui guardare per un incontro con il viticoltore, per ricevere elementi di conoscenza, per comprendere meglio dove nasceva quel vino che si era degustato magari in città, al di fuori del contesto ambientale e sociale in cui la singola cantina opera.
Go Wine, oltre 20 anni fa, nella prima fase di attività, evidenziava la necessità che questo fenomeno venisse poco per volta reso sempre più professionale e strutturato; in questo contesto il pagamento di un servizio era una condizione in qualche modo necessaria.
Ovvero visitare la cantina, come si visita (pagando) un Museo o un edificio storico in un territorio del vino; sapendo prima orari e condizioni e in modo da poter compiere un’esperienza turistica organizzata.

Oggi molte cantine sono attrezzate non solo per accogliere gli enoturisti ma anche per proporre esperienze. Ovvero una sorta di piccolo (o grande) catalogo di cosa si può fare in cantina. Con un prezzo dedicato. Come una sorta di parallela carta di servizi che si affianca ad una carta dei vini in cantina.
I dati che esponiamo rappresentano il risultato di quanto emerge da Cantine d’Italia 2026; attestano una situazione complessa che merita più elementi di riflessione.
Il prezzo della visita in cantina ha superato quella che era una sorta di “soglia di ingresso”; ovvero un modo per rendere ordinati gli accessi in cantina, inserendo il costo come riconoscimento alla disponibilità del produttore all’accoglienza e come forma di selezione per persone interessate.
Il prezzo della visita sta ora diventando una sorta di “secondo costo” – sempre in crescita tra l’altro, anche nell’ultimo anno – che si affianca all’aumento abbastanza generalizzato del costo delle singole bottiglie di vino.
I dati della nuova indagine vanno in questa direzione e si prestano a qualche comparazione con i dati raccolti appena un anno fa.
Alcuni dati
Hanno risposto 637 cantine; un campione pari all’84% delle cantine selezionate. E’ indicativo perché riguarda cantine di tutte le regioni italiane e con differente profilo: ovvero sia cantine di maggiori dimensioni (e più strutturate anche per l’organizzazione del personale), sia molte cantine di impronta familiare, dove il viticoltore spesso recita più ruoli, compreso quello dell’accoglienza e del personale racconto agli enoturisti.
Si sono richieste due indicazioni:
- il costo dell’esperienza base; ovvero il costo minimo per “entrare in una cantina” e poter fare un’esperienza minima, magari assaggiando 2-3 vini;
- il costo di un’esperienza più completa, che la cantina propone inserendo elementi di particolare suggestione e/o qualità.
I due costi vengono riportati nella Guida Cantine d’Italia 2026 utilizzando due distinti simboli: ovvero
- simbolo 1 bicchiere, con un calice il costo dell’esperienza base,
- con il “doppio calice” il costo dell’esperienza più completa.
Una simbologia che richiama quello che spesso avviene nella ristorazione di qualità, quando si indica il prezzo di un menu base oppure di un menu più curato o di particolare profilo.
Nel comunicare i dati, precisiamo che si presta a maggiori approfondimenti il costo per l’esperienza base; è il dato di maggiore tendenza e più indicativo per comprendere i comportamenti delle cantine.
Il costo per l’esperienza più completa contiene infatti maggiori variabili. E’ interpretato da alcune cantine come una sorta di approfondimento dell’esperienza base; per altre è una sorta di evento in cantina che può raggiungere cifre anche a superiori al costo – per fare un esempio – di una cena in un ristorante di qualità.
Il campione di 637 cantine in Italia indica in euro 23,12 il costo per l’esperienza base; era 21,70 un anno fa (20,17 due anni fa) e segna in un anno un aumento del 7% sul dato generale.
Di fatto tutte le cantine interpellate indicano un costo per un’esperienza base, ad eccezione di una ridotta percentuale che quest’anno si fissa nel 3,8% per cui la visita è gratuita; un anno fa era del 4,5%.
E, a proposito di costi più accessibili, solo il 9,9% delle cantine prevede un costo di ingresso di euro 10 o inferiore ad euro 10, un dato che è in riduzione rispetto all’indagine del 2024 (12,5%) e del 2023 (15%).
Andando ad approfondire il dato risulta la seguente situazione fra Nord, Centro e Sud Italia,
euro 21,79 (21,09) Nord Italia; euro 25,23 (23,35) Centro Italia; euro 23,26 (21,23) Sud Italia.
con una curiosità: il costo medio è più alto al sud che al nord, anche se di poco; il dato relativo al centro Italia è influenzato dalla regione Toscana.
Ancora volendo approfondire, se consideriamo almeno euro 30 come indicatore di un costo elevato (o comunque non basso) per una visita in cantina, risultano ben 170 cantine che applicano tale cifra, per un dato pari al 27% (erano 131 ovvero 24%).
Abbiamo poi selezionato alcune regioni campione per verificare singole situazioni ed il quadro seguente riguarda Piemonte e Toscana, Veneto e Sicilia.
Piemonte euro 22,65 (22,18) Toscana euro 28,56 (26,70)
Veneto euro 23,03 (21,03) Sicilia euro 30,22 (26,06)
La scelta della Sicilia risponde alla regione del sud che sta forse più investendo nel settore: alcune grandi cantine hanno negli ultimi anni sviluppato azioni importanti nel campo dell’accoglienza, generando un principio di emulazione all’interno della regione.
Per quanto riguarda il costo per l’esperienza più completa la media del campione si attesta in euro 53,03.
Era di euro 51,19 un anno fa, era 49,79 nel 2023.
A proposito di situazioni top, salgono a 48 le cantine che formulano esperienze più complete ad un costo pari o superiore a 100 euro (erano 40 un anno fa e 34 due anni fa).
Il dato comparativo fra regioni pone la Toscana come la regione “più cara” con costi medi per un’esperienza più completa che raggiungono euro 68,60 molto al di sopra della media nazionale; il Piemonte si assesta su euro 50,23.
Considerazioni finali
“I dati sono tutti in aumento, così come avevamo già registrato un anno fa. Comunicazione e accessibilità sono due fattori strategici in questa materia – afferma Massimo Corrado, presidente di Go Wine e curatore della Guida. Comunicare da parte della cantina il costo della visita e indicare quale esperienza si pratica non può che contribuire a rendere sempre più professionale la visita e creare un legame fra il viticoltore e l’enoturista: egli è così in grado di informarsi nello stesso modo con cui legge dei vini della cantina e si informa sul loro profilo, vinificazione ecc… Tuttavia vi è da chiedersi se sia opportuno che tale prezzo sia soggetto a continui rialzi che si stanno scontrando con il potere d’acquisto di molte persone. Ovvero: più si alzano i costi della visita, più si riduce il potere d’acquisto di bottiglie in cantina”.
Non va tralasciato un particolare; se pagare un prezzo significa riconoscere un servizio e una disponibilità, è altrettanto vero che la visita in cantina ha una peculiarità da non dimenticare: essa prevede un “secondo momento” che non si riscontra, per esempio, nella visita ad un Museo o ad un edificio storico.
Ci riferiamo all’acquisto di bottiglie di vino in cantina. Una pratica valorizzata dalle stesse cantine, nei primi anni di sviluppo dell’enoturismo, per richiamare le potenzialità del fenomeno.
Ma se è strategico per una cantina favorire presenze di persone che acquistano vino direttamente, favorendo incassi immediati ed eliminando oneri di intermediazione, allora occorrono maggiori attenzioni nell’indicare il prezzo della visita in cantina, evitando possibili eccessi.
Sono eccessi, e questo è un dato che Go Wine ha più volte rilevato nel corso del 2025, che impattano su una tendenza ad un “doppio” aumento: costo di visita in cantina e costo sempre in aumento delle bottiglie.
Una sorta di corsa verso l’alto che sta iniziando a generare scompensi al termine di un anno non semplice per il settore.
La seconda riflessione riguarda una positiva evoluzione del fenomeno che nasce dal comportamento di molte cantine: le analisi maturate dalla redazione della Guida Cantine d’Italia 2025 attestano che esse stanno gestendo con sempre maggiore consapevolezza il tema delle esperienze in cantina. Il riscontro si rileva nei siti internet dove, a fianco di alcune voci ricorrenti di presentazione: “chi siamo, territorio, i vini, dicono di noi, gallery…” compare sempre di più la voce “esperienze”.
Si ottiene così una sorta di doppia carta che qualifica l’offerta: la carta dei vini che contiene il quadro della produzione della cantina e la “carta delle esperienze” ovvero la proposta di che cosa si può in cantina e a quale costo.
Una comunicazione di impatto, destinata a generare economia e sviluppo, se si sapranno gestire i numeri (alias gli euro…) con misura e saggezza.
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L’obbiettivo della Guida non è solo quello di valorizzare la grande accoglienza in cantina, ma di comunicare una visione sociale attenta nel settore e che possa sempre tenere saldi quei fattori – terra, vigneto, vini, persone – che sono alla base dell’enoturismo e di un determinato modo di concepire la viticoltura.
Si ringrazia per l’attenzione che vorrete riservare a questo comunicato, si allega per completezza il comunicato stampa generale emesso sulla Guida Cantine d’Italia 2026 e si resta a disposizione per eventuali chiarimenti o ulteriori informazioni.
La Guida Cantine d’Italia 2026 è edita dall’associazione Go Wine e nasce da un’idea di Massimo Corrado che ne cura il coordinamento e la direzione editoriale. Conferma l’impegno dell’associazione volto ad affermare, anche attraverso la Guida, i principi ispiratori dell’attività associativa. La redazione Go Wine cura la redazione di tutto il volume e del repertorio delle cantine selezionate, con i contributi e le segnalazioni di giornalisti e delegati e soci Go Wine in Italia.
Le 911 cantine presenti nel volume sono state scelte in base all'esperienza diretta.
Per ogni cantina una pagina ricca di notizie: dall’anagrafica aziendale ai dati sulla produzione, ai referenti interni da contattare; dai giorni e gli orari di visita alle informazioni stradali; all’inizio di ogni regione una pagina di copertina presenta le cantine selezionate nelle diverse denominazioni o aree regionali. Si conferma come importante strumento di consultazione l’indicazione del costo della visita in cantina (là ove segnalato dalle cantine medesime), indicando la cifra per un’esperienza base e la cifra per un’esperienza più completa. La parte più importante è legata al racconto delle suggestioni che la cantina e il suo contesto offrono al visitatore, oltre ad una serie di utili appunti sui vini aziendali con indicazione del vino top e degli altri vini da conoscere.
Ogni cantina è presentata attraverso una valutazione in stelle (su scala 5), suddivisa nei tre aspetti che sono ritenuti rilevanti dalla Guida: il sito, l'accoglienza e i vini.
Resto confermato lo spirito dell'opera: spingere l'appassionato a viaggiare per conoscere il fascino del territorio del vino italiano attraverso il racconto di molti suoi interpreti d'elezione.
Per ulteriori informazioni:
Redazione Go Wine Editore, rif. Elisa Nota, tel. 0173 364631 gowine.editore@gowinet.it






