Economia - 16 dicembre 2025, 12:30

Fine anno, tempo di bilanci: come è cambiato davvero il mercato degli orologi nel 2025 per l’esperto Paolo Cattin

L'esperto Paolo Cattin analizza un anno di "normalizzazione" tra retail e secondo polso, premiando competenza e valore reale.

Fine anno, tempo di bilanci: come è cambiato davvero il mercato degli orologi nel 2025 per l’esperto Paolo Cattin

Con l’avvicinarsi della chiusura dell’anno, il settore dell’orologeria si presta più di altri a letture superficiali, spesso ridotte a titoli binari: mercato in crisi o mercato in ripresa. Il 2025, invece, racconta una storia più articolata, fatta di assestamenti, cambi di comportamento e di una maturazione evidente da parte di collezionisti e acquirenti. Un’evoluzione che emerge chiaramente osservando insieme retail, secondo polso, aste e collezionismo privato, senza isolare un singolo segmento dal resto del sistema.

Secondo Paolo Cattin, osservatore privilegiato del mercato, grande collezionista e autore di diversi libri sul tema, l’anno che si chiude non può essere letto come una frenata generalizzata né come un ritorno all’euforia post-pandemica. «Il 2025 è stato un anno di normalizzazione, nel senso più sano del termine. Dopo anni di tensioni sui prezzi e aspettative spesso scollegate dalla realtà, il mercato ha iniziato a distinguere meglio tra valore reale e valore percepito».

Nel canale retail, la selezione è diventata più evidente. Alcune referenze iconiche continuano a mantenere una domanda solida, ma senza gli eccessi speculativi degli anni precedenti. Il cliente finale appare più informato, meno incline all’acquisto impulsivo e più interessato alla coerenza tra prezzo, storia del modello e utilizzo reale. Questo ha portato a una maggiore attenzione verso configurazioni classiche, materiali tradizionali e dimensioni più portabili, segnando un allontanamento graduale da soluzioni pensate esclusivamente per stupire.

Il secondo polso, ormai parte strutturale del mercato e non più alternativa marginale, ha vissuto un anno di riequilibrio. Dopo una fase in cui qualsiasi modello sembrava destinato a rivalutarsi, il 2025 ha premiato solo gli orologi con una reale domanda sottostante. «Si è tornati a distinguere tra pezzi desiderabili e pezzi semplicemente disponibili. Il secondo polso ha smesso di essere una scorciatoia e ha ripreso a essere un mercato di competenza», osserva Cattin. Alcune referenze che avevano raggiunto quotazioni difficilmente giustificabili si sono assestate, mentre modelli meno rumorosi, spesso trascurati dal grande pubblico, hanno mostrato una crescita costante e silenziosa.

Anche il mondo delle aste offre segnali interessanti. I risultati del 2025 confermano una domanda selettiva, orientata verso qualità, provenienza e condizioni impeccabili. Le aggiudicazioni più significative non sono state necessariamente quelle più mediatiche, ma quelle legate a pezzi coerenti, ben documentati e con una storia chiara alle spalle. Un segnale che il collezionismo di alto livello continua a privilegiare il contenuto rispetto alla visibilità.

Parallelamente, il collezionismo privato ha assunto un ruolo sempre più centrale. Lontano dai riflettori, molti appassionati hanno scelto di costruire collezioni personali seguendo criteri di gusto e visione di lungo periodo, piuttosto che inseguire trend momentanei. «C’è una parte di mercato che non fa rumore, ma è quella più sana. Collezionisti che comprano meno, ma meglio, e che non sentono il bisogno di giustificare ogni scelta con una rivalutazione futura», sottolinea Cattin.

Un altro elemento chiave del 2025 è il cambiamento generazionale. I nuovi appassionati si avvicinano all’orologeria con un approccio diverso rispetto al passato: meno reverenziale, più personale. Non cercano necessariamente l’oggetto simbolo riconosciuto da tutti, ma un orologio che parli il loro linguaggio, anche a costo di uscire dai percorsi più battuti. Questo ha favorito una riscoperta di marchi storici meno esposti mediaticamente e di referenze che, fino a poco tempo fa, erano considerate di nicchia.

Guardando al futuro, il mercato sembra avviarsi verso una fase di maggiore consapevolezza. «Il 2026 non sarà l’anno delle scorciatoie. Chi continuerà a leggere l’orologio solo come status symbol rischia di restare deluso. Chi invece lo considera un oggetto culturale, tecnico e personale, e perchè no, un investimento di medio periodo, troverà ancora molte opportunità», conclude Cattin.

Il 2025, più che un punto di arrivo, rappresenta quindi un passaggio. Un anno che ha ridimensionato e rafforzato allo stesso tempo il mercato, riportandolo su basi più solide e meno dipendenti dall’hype. Un segnale positivo per chi guarda all’orologeria non come moda passeggera, ma come patrimonio di valore, competenza e tempo. 

https://paolocattin.ch

C.S.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU