Il Consiglio comunale di Genova prosegue a oltranza da ieri mattina, mercoledì 17 dicembre. I lavori per la votazione del bilancio di previsione 2026-2028 del Comune di Genova non si sono fermati nemmeno durante la notte, con l’aula rossa impegnata in una lunga maratona consiliare segnata da forti tensioni politiche.
Il documento ha un valore complessivo di 2,1 miliardi di euro e prevede, tra i punti principali, la conferma del calo dell’indebitamento nel corso del 2026, da 876 a 837 milioni di euro, la rimodulazione dell’addizionale Irpef e una riduzione dell’Imu sugli immobili a canone concordato: dopo l’aumento all’1,06%, con un introito stimato di 5,3 milioni di euro, dal 2026 l’aliquota tornerà allo 0,78%.
Gli ordini del giorno presentati correttamente e nei tempi sono stati in totale 887: 65 del Partito Democratico, 22 della Lista Salis, 18 del Movimento 5 Stelle, 16 di Alleanza Verdi Sinistra, 4 di Riformiamo Genova, 11 di Vince Genova, 329 di Fratelli d’Italia, 83 di Noi Moderati, 171 della Lega, 14 di Forza Italia e 47 del Gruppo Misto. Di questi, 14 sono stati dichiarati inammissibili (4 di Vince Genova, 2 del Gruppo Misto, 7 di Fratelli d’Italia e 1 di Noi Moderati). Per un ulteriore gruppo di ordini del giorno, la Segreteria generale ha richiesto modifiche alle impegnative per renderli ammissibili.
Sono stati inoltre presentati 52 emendamenti: 2 del gruppo Vince Genova, 28 della Lega e 22 di Forza Italia.
Già la mattinata è stata caratterizzata da continui stop and go che ha segnato l’andamento dei lavori per il resto della giornata.
A documentare la situazione nelle ore notturne è stato Pietro Piciocchi, consigliere comunale ed ex vicesindaco, che ha affidato ai social il proprio commento: “Sono le 3 del mattino e siamo in aula rossa per la votazione del bilancio del Comune di Genova. Ci hanno accusato di fare ostruzionismo solo perché abbiamo esercitato il diritto stabilito nel regolamento di votare ogni documento singolarmente. Non piace a nessuno stare qui ad oltranza ma ci opponiamo con ogni mezzo a nostra disposizione ad un bilancio che introduce solo tasse per le fasce più deboli della nostra città, senza una prospettiva di sviluppo, e che ci riporta decisamente al passato”.
L’obiettivo dichiarato resta quello di arrivare all’approvazione definitiva del bilancio entro venerdì, al termine di una delle sedute consiliari più lunghe e complesse degli ultimi anni a Palazzo Tursi.
“Prolungare gli orari del consiglio, procedendo a oltranza e senza sospensione notturna, è stata una misura di responsabilità da parte della maggioranza - scrivono in una nota dalla coalizione progressista -: la città ha bisogno di risposte e di un bilancio in tempi utili e certi, senza sottrarre tempo e risorse all’attuazione delle politiche attese dai cittadini”. Dopo le critiche arrivate per la mancata presenza della sindaca Silvia Salis in aula, scrivono: “Quanto alla presunta assenza della sindaca Salis, anche questa polemica è infondata: la sindaca ha garantito la sua presenza nei tempi compatibili con impegni istituzionali già fissati, e così è stato. Utilizzare questo argomento come leva per ostacolare l’approvazione del bilancio è un atto di pura e squallida propaganda infine, rivendichiamo con serietà le scelte fiscali contenute nel bilancio”.
Ed è proprio la sindaca che, intorno a mezzanotte, ha portato dolci e panettoni in aula, come riportato dalla consigliera Donatella Alfonso: “La sindaca Silvia Salis è rientrata poco fa con pacchi di dolci e panettoni, per un sostegno che non è solo negli zuccheri, ma nella scelta politica di dare a Genova, senza perdere tempo, il suo bilancio, lo strumento con cui fare le scelte di governo e rispondere alle necessità dei cittadini, che sono tante. E non perdere tempo pretestuosamente tra mozioni d’ordine e sofismi, urla e rinvii, da parte di chi ha creato le condizioni per le difficoltà odierne”.
I lavori proseguono, tenendo inchiodati all’aula non solo i consiglieri, ma anche il personale impegnato a Palazzo Tursi. Dei 455 ordini del giorno posti in votazione finora, 395 sono stati approvati e 60 respinti. Una volta terminata la votazione dei restanti 432 ordini del giorno, per un totale di 887, si passerà agli emendamenti.







