'La musica che ci gira intorno’ è il format de ‘La Voce di Genova’ dedicato alla scoperta e alla valorizzazione della scena musicale ligure, con un focus su artisti locali, eventi, nuovi talenti e le tradizioni sonore della nostra regione. Ogni settimana la musica sarà protagonista, in ogni sua forma e da ogni punto di vista. Qui troverai interviste agli artisti, le nuove uscite discografiche, gli appuntamenti per vedere concerti ed esibizioni live e spazio a chi, con la musica, ci lavora: dai produttori ai fonici, dai musicisti ai gestori di locali, teatri e spazi dove è possibile far sentire la propria voce.
Stefano Pulcini e Simone Putzu si conoscono da una vita, letteralmente: il loro percorso inizia alla scuola elementare e prosegue attraverso le medie, le superiori e l’università, fino all’ingresso nel mondo del lavoro, che li vede fianco a fianco fin da subito. Ancora oggi, nonostante il tempo e le esperienze, il loro legame personale e professionale resta solido e prende forma in Plurale Video.
Il progetto non nasce da un piano strutturato o da un’idea imprenditoriale definita, ma da una coincidenza di esigenze e sensibilità condivise. Entrambi hanno seguito lo stesso percorso di studi in grafica pubblicitaria all’Accademia di Genova, un’esperienza che, pur non essendo specificamente orientata al video, ha contribuito a costruire uno sguardo comune. È lì che iniziano i primi esperimenti visivi, tra progetti accademici e collaborazioni informali con amici già attivi nel settore.

“Ci siamo trovati, nello stesso momento, con lo stesso bisogno: catturare immagini e raccontare storie attraverso la videocamera”, spiegano. Il primo vero contatto con il mondo dei festival arriva nel 2016, quando iniziano a collaborare come grafici per un festival locale. È in quel contesto che il passaggio al video avviene quasi naturalmente: avevano già sperimentato, avevano curiosità, e decidono di proporsi anche per la produzione di contenuti video. Da quel momento, la musica e gli eventi dal vivo diventano un terreno privilegiato di racconto.
Il primo videoclip “ufficiale” nasce quasi come un’autoproduzione, realizzato per la band di Stefano, L’ultimo dei miei cani. Non è un lavoro commissionato, ma un’esigenza interna, un compito che si danno da soli. Il risultato funziona, circola, viene notato. Arrivano i primi contatti, i primi incarichi. Alcuni lavori successivi, raccontano con ironia, non sono all’altezza delle aspettative, ma fanno parte di una fase di crescita fatta di tentativi, errori e aggiustamenti continui.
Tra i lavori che segnano un passaggio importante c’è il video di Marassi degli Ex-Otago, realizzato in una fase in cui l’attrezzatura a disposizione era ancora limitata. “Non avevamo grandi mezzi, ma tanta voglia di fare. L’energia ha compensato le mancanze tecniche”, raccontano. Quel lavoro, pur nato in condizioni tutt’altro che ideali, contribuisce a dare visibilità al loro stile e ad aprire nuove possibilità.
Un elemento che distingue Plurale Video è l’assenza quasi totale di autopromozione. Nonostante lavorino nel mondo della comunicazione, Stefano e Simone non costruiscono una narrazione di sé sui social. La loro presenza online è minima, discontinua, spesso affidata alle condivisioni dei clienti. Il lavoro procede soprattutto per passaparola. “Se un video funziona, parla da solo. È quello il nostro biglietto da visita”, spiegano.
Dal punto di vista del linguaggio, uno degli aspetti centrali del loro metodo è il montaggio cronologico. I video seguono spesso il corso naturale della giornata, dalla luce del mattino fino a quella della sera, per mantenere coerenza visiva e fluidità narrativa. L’attenzione alla luce ambientale, alle variazioni cromatiche, ai dettagli apparentemente marginali li ha portati a essere definiti, durante la conversazione, gli “impressionisti del video”. “Ci interessa restituire l’esperienza così come l’abbiamo vissuta. La luce, le ombre, il movimento delle persone: tutto contribuisce al racconto”, spiegano.

L’evoluzione dei social ha inevitabilmente inciso sul loro lavoro. Se in passato gli aftermovie potevano durare anche due minuti e mezzo, oggi la durata si è drasticamente ridotta, spesso fermandosi intorno al minuto. Una trasformazione che privilegia il ritmo incalzante e l’algoritmo, ma che incide sulla profondità del racconto. “Si perde qualcosa, inevitabilmente. Però ci costringe a essere più selettivi, a condensare l’essenza”, osservano.
Questo cambiamento si inserisce in un’evoluzione più ampia della domanda: dieci anni fa il video era un valore aggiunto, oggi è un elemento imprescindibile. Ogni evento, grande o piccolo, richiede contenuti pensati per i social, aggiornati e immediati. Il video è diventato centrale nella comunicazione culturale e musicale, e Plurale Video ha attraversato questa trasformazione insieme al mezzo.
Nel corso degli anni, oltre ai festival - tra cui il Balena Festival - Stefano Pulcini e Simone Putzu hanno collaborato con realtà consolidate come l’Acquario di Genova, il Porto Antico e il Genoa. Proprio lo spot realizzato per il club rossoblù viene indicato come uno dei momenti di svolta, capace di farli uscire dalla sola dimensione musicale e raggiungere un pubblico più ampio. Sono anche i videomaker ufficiali di Sofar Sounds Genova.

Parallelamente, il loro lavoro si è esteso anche al cinema documentaristico. Di recente hanno prodotto un documentario di 45 minuti per l’Istituto Italiano di Tecnologia, dedicato alla tutela e alla conservazione dei beni culturali trafugati. Il progetto ha partecipato a diversi festival ed è stato premiato ad Archeofilm, a Firenze, segnando un ulteriore passaggio nella loro maturazione professionale.
Nonostante la crescita e i riconoscimenti, Stefano e Simone mantengono un approccio coerente e sincero. Non puntano a una crescita forzata o alla creazione di una grande agenzia. La loro visione futura privilegia stabilità e tranquillità, qualità della vita e divertimento nel lavoro, rispetto allo stress aziendale. “Non ci interessa diventare grandi a tutti i costi. Vogliamo continuare a fare ciò che amiamo, vivere serenamente e affrontare ogni progetto con entusiasmo”, spiegano.
Oggi Plurale Video è riconosciuta per il suo stile unico, per la capacità di catturare l’essenza di ogni evento e per la coerenza di una visione artistica che parte dalla passione e non da logiche di marketing. Stefano e Simone continuano a costruire il loro futuro giorno dopo giorno, seguendo la musica, seguendo l’onda, senza fretta, con la consapevolezza che la loro creatività è il miglior biglietto da visita.










