Cultura - 23 dicembre 2025, 08:00

‘Mimmo Rotella 1945-2005’: la grande retrospettiva a Palazzo Ducale a vent’anni dalla scomparsa

Dal 24 aprile al 13 settembre 2026, oltre cento opere ripercorrono décollage e critica alla società dell'immagine

‘Mimmo Rotella 1945-2005’: la grande retrospettiva a Palazzo Ducale a vent’anni dalla scomparsa

Dal 24 aprile 2026 Palazzo Ducale ospiterà una delle retrospettive più ambiziose dedicate a Mimmo Rotella, l'artista che con i suoi décollage ha rivoluzionato il modo in cui guardiamo al mondo delle immagini e del consumo, trasformando manifesti strappati in manifesti di una ribellione estetica. A vent'anni dalla scomparsa dell’artista (1918-2006), la mostra Mimmo Rotella. 1945-2005, curata da Alberto Fiz in collaborazione con la Fondazione Mimmo Rotella, sarà visitabile fino al 13 settembre, per ripercorrere oltre sessant'anni di ricerca instancabile, dalle prime astrazioni influenzate dal surrealismo del dopoguerra fino alle Nuove Icone degli anni Duemila, dove collage e sovrapitture ridisegnano l'universo mediale con una destrutturazione che appare profetica nel nostro tempo di overload visivo.

Oltre cento opere, provenienti da musei, fondazioni e collezioni private internazionali, si dispiegano in cinque sezioni tematiche che non si limitano a cronaca biografica, ma illuminano la forza di un linguaggio capace di anticipare l'evoluzione della società spettacolare, quello stesso mondo che oggi Genova vive intensamente tra i vicoli affollati di pubblicità digitali e i murales urbani che ne reinterpretano l'essenza. Al centro pulsa il décollage, gesto iconico di Rotella che eleva lo strappo a atto poetico e politico, un gesto dirompente che rivela strati nascosti sotto la patina luccicante della pubblicità, evocando le superfici scrostate dei palazzi genovesi che custodiscono storie di marinai e mercanti. Come sottolinea Fiz, "non conta più ciò che si trova in superficie, ma l'aspetto frammentario e frammentato di una dimensione reale destinata a modificarsi sotto lo sguardo complice dell'osservatore", una visione che risuona particolarmente in una città come Genova, crocevia di culture e di segni effimeri, dove l'arte di strada e i graffiti dialogano con le facciate storiche in un eterno strappo temporale.

Tra le opere emblematiche spiccano Naturalistico del 1953, un collage su tela con specchi e vetro che gioca con la percezione illusoria, La tigre e Il punto e mezzo del 1962-1963, primi assalti al mondo pubblicitario che sembrano anticipare i banner digitali delle nostre piazze smart, e Tenera è la notte dello stesso anno, accanto a una galleria dedicata a Marilyn Monroe, icona eterna destrutturata in frammenti di desiderio collettivo. Non mancano i grandi formati tardivi, come il monumentale Senza titolo degli anni Novanta su lamiera di tre metri o Attenti, ultimo décollage dell'artista, che con la loro scala imponente dialogheranno con le volte maestose di Palazzo Ducale, trasformando lo spazio ducale in un laboratorio di rivelazioni. Rotella esplora poi technique sperimentali come artypo, effaçage, frottage, tele emulsionate, riporti fotografici ed estroflessioni, testimoniando una coerenza stratificata che lo pone come testimone lucidissimo della rivoluzione tecnologica, dal boom consumista degli anni Sessanta alla transavanguardia degli Ottanta, passando per un graffitismo che prefigura le street art contemporanee genovesi.

In un'epoca dominata da schermi e like effimeri, questa mostra non è solo un omaggio al passato, ma un invito a riscoprire lo strappo come strumento per decodificare la realtà, specialmente qui a Genova, dove il Porto Antico e i caruggi sono animati da un'energia visiva che Rotella avrebbe certamente strappato e ricomposto. Palazzo Ducale, con la sua vocazione a intrecciare storia e contemporaneità, regala così ai genovesi e ai visitatori un'opportunità unica per misurarsi con un'arte che non contempla, ma interroga, spingendoci a guardare oltre la superficie di una città in perenne trasformazione.

C.O.

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