Attualità - 29 dicembre 2025, 11:31

Saldi invernali al via il 3 gennaio, tra sconti anticipati e mercato saturo di promozioni

Fismo Confesercenti: “Serve più trasparenza e una riflessione sul modello di consumo e sul futuro del commercio di tradizione”

Saldi invernali al via il 3 gennaio, tra sconti anticipati e mercato saturo di promozioni

Scatteranno ufficialmente sabato 3 gennaio 2026 i saldi invernali, in Liguria come nel resto d’Italia, ad eccezione della Valle d’Aosta, dove le vendite ribassate partiranno con un giorno di anticipo, e delle province autonome di Trento e Bolzano, dove vigono regole differenti. Una data che, però, arriva in un contesto già fortemente segnato dagli sconti: secondo Confesercenti, quasi due milioni di consumatori hanno già acquistato prodotti a prezzo ribassato nella fase di “pre-saldi” immediatamente successiva al Natale.

La stima arriva da un sondaggio Ipsos condotto per Confesercenti in vista dei saldi invernali 2026, il primo grande evento promozionale dell’anno e tra i più rilevanti per dimensioni, con un fatturato complessivo stimato intorno ai 6 miliardi di euro. Un appuntamento che, tuttavia, da anni appare sempre più diluito da una stagione promozionale continua che si estende da novembre a gennaio.

Tra il 26 dicembre e l’avvio ufficiale dei saldi si è ormai consolidato un periodo di sconti “di fatto”, soprattutto nel settore moda. Offerte anticipate, spesso riservate a una clientela selezionata, arrivano attraverso inviti, promozioni dedicate ai fidelizzati e campagne digitali che parlano di “pre-saldi”, “winter pre-sale”, “exclusive sales” o “Christmas sales”. Formule diverse che, nella sostanza, anticipano la data ufficiale dei saldi.

Una dinamica che entra in contrasto con molte normative regionali, che vietano le promozioni nei 30 o 45 giorni precedenti ai saldi, e che rende meno leggibile il quadro degli sconti per i consumatori. Il risultato è una competizione promozionale continua, alimentata da outlet, centri commerciali e vendite online, che trascina anche i negozi di prossimità in una corsa agli sconti iniziata già con il Black Friday. A complicare ulteriormente il quadro, il maltempo dei giorni pre-natalizi, che ha penalizzato gli acquisti dell’ultima settimana dell’anno, tradizionalmente cruciali per il commercio di vicinato.

Per Confesercenti, in questo scenario è fondamentale riportare al centro trasparenza e concorrenza leale: prezzi e sconti devono essere chiari, verificabili e comparabili, soprattutto nel digitale e nelle iniziative rivolte a platee selezionate. Centrale anche il rispetto delle regole sugli annunci di riduzione di prezzo, a partire dall’obbligo di indicare il “prezzo precedente”, cioè il più basso praticato nei 30 giorni antecedenti. Il rischio, sottolinea l’associazione, è che i saldi perdano la loro funzione originaria e diventino solo un episodio all’interno di una promozione permanente, generando confusione nei consumatori e difficoltà per le imprese che rispettano le regole.

Sul tema interviene Francesca Recine, presidente regionale e vicepresidente nazionale di Fismo Confesercenti: “I primi, anzi primissimi giorni di gennaio segnano, ancora una volta, l’avvio ufficiale dei saldi invernali. Una ricorrenza che, tuttavia, appare sempre più distante dal commercio di tradizione e dai valori che per decenni hanno rappresentato il cuore del sistema retail italiano – riflette Francesca Recine, presidente regionale e vicepresidente nazionale di Fismo Confesercenti -. Oggi la data dei saldi non coincide più con un reale fine stagione, ma si inserisce in un mercato già saturo di promozioni continue, anticipazioni e scontistiche aggressive, spesso dettate da canali di vendita che non rispettano gli stessi standard di qualità, trasparenza e responsabilità richiesti al commercio fisico e ai produttori tradizionali”.

Recine punta il dito anche sugli effetti sociali e ambientali di questi modelli di vendita: “Questi modelli di vendita alternativi basati su volumi elevati, prezzi estremamente bassi e cicli produttivi accelerati - prosegue Recine - generano un impatto significativo non solo sull’economia locale, ma anche sulle persone e sull’ambiente. A pagarne il prezzo sono i lavoratori lungo la filiera, spesso invisibili, e un sistema produttivo che fatica a conciliare tempi, qualità e sostenibilità. Il commercio di tradizione, al contrario, continua a fondarsi su valori differenti: selezione dei materiali, durata dei prodotti, rispetto delle competenze artigianali e attenzione al territorio. Valori che rischiano di essere marginalizzati da un calendario promozionale che non tiene conto delle reali stagionalità né delle condizioni di equità tra operatori”.

Una riflessione che, secondo Fismo Confesercenti, non può più essere rimandata: “Alla luce di questo scenario - conclude la presidente Fismo - diventa necessario aprire una riflessione sul significato stesso dei saldi e sul loro ruolo nel mercato contemporaneo. Difendere la qualità, il lavoro e l’ambiente significa anche rimettere al centro un modello di consumo più consapevole, capace di andare oltre la logica del prezzo immediato. Il 3 gennaio non dovrebbe essere solo l’inizio dei saldi, ma l’occasione per interrogarsi su quale commercio vogliamo sostenere e su quali valori intendiamo portare avanti come sistema paese”.

Redazione

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