lavocedigenova.it - 21 gennaio 2019, 08:00

Multedo come Coney Island, Le Astronavi: “Canto della mia periferia”

L’intervista al musicista genovese Gianmaria Rocchi (VIDEO)

 

Non fatevi ingannare dal plurale, perché Gianmaria Rocchi non fa parte de Le Astronavi. Gianmaria Rocchi è Le Astronavi. Il nome che fa un po’ Indie e un po’ mistero è il frutto di un semplice ragionamento basato su gusti personali in tema di cinema e di letteratura: “Le Astronavi perché mi piace tutto ciò che tratta di ufo, viaggi nello spazio e fantascienza. E poi il plurale racconta di me e della mia diversità dei generi che inserisco nei brani”. E come darti torto.

Diciamocelo, “L’Astronave” suonava male.

Un artista semplice che ama riportare di storie vicine a lui, ancorandole ai luoghi della sua vita. “Non sono solito frequentare il centro città. Io vengo dalla periferia e amo scrivere dei miei quartieri, di ciò che vivo”. Non ama strafare, Gianmaria. Da come si racconta - con un po’ di timidezza - noto che non ha nulla di precostruito in testa. Tutto ciò che dice appartiene a quel momento, non a una descrizione da recitare come un copione. Ed è raro, in un’epoca esibizionista come quella in cui viviamo, trovare qualcuno che parli di sé senza tanti fronzoli.

Nonostante Le Astronavi facciano capo a lui, il progetto raggruppa poi altre due persone che lavorano al progetto. “Le Astronavi è nata come idea solista ma dopo poco ha inglobato anche due colleghi e amici: la videomaker Stefania Carbonara e il mio produttore torinese Blue Jeans con il quale attualmente sto lavorando ai nuovi brani”.

Nuovi brani, sì, ma senza anticipare nulla. Con tutta probabilità - così penso - manterranno lo stile personale che Gianmaria si è creato negli anni, a partire dal Punk scoperto durante il liceo. “Nella mia musica finisce tutto ciò che ha fatto parte di me e del mio passato. I due generi che più mi hanno formato sono stati il Punk e il Rap, che ho fatto per diversi anni”.

Non è una persona che cerca popolarità, dicevo. Non sembrano scalfirlo nemmeno i grandi palchi come quello del Goa-Boa Festival, sul quale si è esibito - insieme ad altri artisti - in apertura a Caparezza, nella scorsa edizione. “Penso che le aperture a grandi artisti siano sempre esperienze formative ma, a livello di pubblico e di calore, continuo a preferire i piccoli locali. È vero, palchi così importanti sono occasioni uniche ma spesso il pubblico non è partecipe; nell’intimità di un luogo piccolo, invece, quando l’esibizione avviene davanti a chi davvero ti vuole ascoltare, assorbi delle energie totalmente diverse”.

In mancanza di nuovi brani da ascoltare, così, consumo quelli già lanciati in rete, passando da “Gelato” a “Mostro”, fino a “Oltre il torrente” e rimango in attesa dei prossimi lavori.

Chissà che Gianmaria, con Le Astronavi, non ci voglia portare in un’altra galassia...musicale.

Giovanna Ghiglione