Attualità - 12 maggio 2020, 14:11

Associazionismo in crisi, l'impegno del Comune: "Mondo che va sostenuto in un momento in cui bisogna ricostruire le reti sociali"

Dopo l'incontro di venerdì fra l'Arci genovese e l'amministrazione facciamo il punto con l'assessore Piciocchi: "Circoli, associazioni e volontariato hanno un ruolo fondamentale per il futuro, e vogliamo aiutarli: ai primi di giugno tavolo tecnico"

Associazionismo in crisi, l'impegno del Comune: "Mondo che va sostenuto in un momento in cui bisogna ricostruire le reti sociali"

Il mondo dell’associazionismo, e in particolare chi si occupa di socialità e cultura, ha accusato in maniera molto grave l’impatto della crisi dovuta al coronavirus. A proposito di questa emergenza, che rischia di spazzare via realtà di valore inestimabile per il territorio, venerdì scorso l’Arci di Genova si è incontrata con l’assessore comunale Pietro Piciocchi per discutere del modo in cui le amministrazioni locali possano dare una mano nella tutela di questo patrimonio collettivo.

Abbiamo deciso di intervistare a proposito degli esiti del faccia a faccia proprio l’assessore Piciocchi, perché potesse illustrarci la posizione dell’amministrazione genovese a proposito delle richieste che l’Arci ha avanzato a favore della rete dei suoi circoli e per tutto il multiforme mondo dell’associazionismo, il cui variegato radicamento sul territorio genovese costituisce un vero bene comune.

Sono diverse le richieste che il mondo associazionistico fa al Comune di Genova. In particolare si tratta di misure volte a garantire la sopravvivenza finanziaria di queste realtà, duramente provate dallo stop delle attività. Parliamo dell’abbattimento o della sospensione dei canoni di affitto per sedi e circoli di proprietà dell’amministrazione, oltre alla sospensione dei tributi comunali. Qual è la vostra posizione al riguardo?

Abbiamo preso in grande considerazione tali richieste. Riteniamo che questo mondo vada aiutato e sostenuto, specialmente in un momento in cui mi appare molto importante ricostruire socialità e relazioni: molte persone stanno subendo il distanziamento sociale in termini molto negativi da un punto di vista psicologico. Perciò, nella fase 2, al di là delle esigenze di tipo economico, dobbiamo ricordarci anche di ricostruire le relazioni e di lavorare sulla loro qualità. Il mondo del volontariato, dei circoli, delle attività ricreative e dello sport evidentemente ha un ruolo fondamentale e su questo l’amministrazione vuole dare una mano. Rispetto alle misure specifiche che sono state richieste noi, in questo momento, siamo in attesa di verificare le nostre condizioni finanziarie, in salvaguardia del principio del pareggio di bilancio, che nelle attuali circostanze è chiaramente messo a dura prova. I Comuni di tutta Italia sono severamente colpiti dall’emergenza covid. L’Anci nazionale ha chiesto al governo delle misure di sostegno importanti, che in questo momento non sono ancora arrivate. Speriamo che presto arrivino le prime risposte, in base alle quali dobbiamo riuscire prontamente a soddisfare alcune delle richieste che sono state fatte. Stiamo lavorando sul tema del congelamento dei canoni di affitto, inteso come cancellazione per il 2020, così come è all’ordine del giorno un intervento sulla Tari: la normativa in questo campo non ci consente di azzerare del tutto il tributo, ma possiamo applicare una sensibile riduzione, e su questo ci sono ricognizioni tecniche in corso. Quando nelle prossime settimane avremo contezza delle coperture, è certo che le richieste del mondo dell’associazionismo saranno una priorità per questa amministrazione.

L'Arci sottolinea anche il fatto che alle realtà propriamente imprenditoriali sia stata garantita, pur con tutte le difficoltà e le ben note impasse burocratiche, una via per ottenere prestiti agevolati, mentre il mondo associazionistico è stato escluso dalla possibilità di fruire di questo strumento. In questo senso le amministrazioni locali possono intervenire e farsi garanti di una linea di credito?

Le amministrazioni locali sono impossibilitate a questo genere di interventi, perché lo vieta esplicitamente la normativa di riferimento. Non possiamo prestare delle garanzie a terzi, perché tecnicamente è come se noi facessimo debiti a favore di terzi, ed è esplicitamente vietato; quello che possiamo fare è invece premere sul governo attraverso i nostri organi di rappresentanza, facendo presente questo grave disagio perché si intervenga con misure in grado di fornire la liquidità della quale c’è bisogno; ammesso e non concesso che le misure per la liquidità a favore delle imprese messe in campo siano veramente efficaci. Sul punto ho sentito molte critiche relative ai termini di restituzione e agli interessi, che comunque vanno pagati. Non sono quindi convinto che per l’associazionismo possa essere utile l’estensione delle misure per facilitare l’accesso al credito a disposizione delle imprese, visto che sta funzionando male anche per loro. Forse sarebbe meglio pensare uno strumento diverso, e questo elemento sarà certamente portato all’attenzione del governo da parte di Anci.

Ci sarà nel prossimo futuro l’esigenza di immaginare un modo per cui le attività sociali e culturali dell’associazionismo possano riprendere, pur in un contesto di perdurante circolazione del virus, e questo comporterà una parziale reinvenzione di norme e consuetudini. Potrebbe essere l’occasione per ripensare le regole e le modalità di fruizione degli spazi pubblici nelle nostre città?

A quanto mi risulta, quella di Genova è la prima amministrazione in Italia che già due settimane fa ha deliberato di esentare completamente dal pagamento della Cosap le nuove richieste di occupazione suolo pubblico. E’ una misura che vale per gli operatori economici, ma naturalmente anche per il mondo dell’associazionismo. Chiaramente si tratta di una misura orientata a compensare le limitazioni all’uso degli spazi interni dovuta alle norme anti-contagio; il nostro auspicio è che possa essere una prima risposta alle difficoltà attuali, anche grazie all’arrivo della bella stagione. E’ comunque chiaro che non basta, ma occorre in qualche misura cambiare  anche le modalità abituali nella gestione e nella concessione del suolo pubblico. In situazioni ordinarie è evidente che la concessione deve essere armonizzata con molte altre esigenze, in primo luogo legate alla viabilità. Oggi invece dobbiamo probabilmente acquisire la consapevolezza che bisogna sbilanciare questa valutazione a favore delle esigenze di tutte quelle attività che hanno bisogno di recuperare spazi, anche a costo di sacrificare altre necessità pubbliche. Su questo tema sono in corso valutazioni in vista di una realizzazione pratica.

Attività come la musica dal vivo presenteranno anche criticità legate al rumore: come pensate di affrontare questa dimensione del problema?

Sul tema dell’inquinamento acustico e della musica dal vivo ancora non abbiamo cominciato a lavorare, anche se penso che potremmo immaginare delle aree della città riservate alle attività più impattanti dal punto di vista del rumore. Io ho auspicato la creazione di un tavolo tecnico deputato alla discussione puntuale di tutti questi temi con tutto il mondo dell’associazionismo, il cui compito sia redigere un documento con risposte adeguate a tutti questi problemi, una volta chiarito il quadro normativo e le risorse su cui fare affidamento.

Quali potrebbero essere i tempi per l’attivazione di questo tavolo tecnico? 

Penso e auspico che per i primi di giugno noi potremo avere questo documento. E’ fondamentale perciò capire chiaramente anche quali sono le linee guida governative, perché noi possiamo ragionare di tutto, e facciamo bene a farlo, ma fino a che non abbiamo indicazioni precise per quanto riguarda le misure di distanziamento, le sanificazioni e le modalità di svolgimento di determinate attività, risulta difficile operativamente dare delle soluzioni. Ci auguriamo di essere messi rapidamente nelle condizioni di tirare le conclusioni del caso

Molte realtà associative, Arci e non, portavano avanti attività socio-educative, e non vorrebbero abdicare a questa funzione. Anzi, proprio a fronte dell’ipotesi che gli studenti possano tornare a scuola non tutti insieme, come ipotizzato dalla ministra Azzolina, si potrebbero aprire spazi nuovi per queste realtà: basti pensare, ad esempio, a come in spirito mutualistico i genitori potrebbero a rotazione accudire piccoli gruppi di bambini. L’amministrazione come vede questo elemento, anche in sinergia con l’offerta educativa garantita dal Comune?

Vediamo favorevolmente possibilità di questo genere, anche perché, al di là dell’emergenza Covid, ritengo sia venuto il momento di una maggiore integrazione delle famiglie nel sistema educativo. Un processo di coinvolgimento delle famiglie, anche grazie all’associazionismo, è estremamente interessante, ma è chiaro che si tratta di riprogrammare le attività del sistema. Come amministrazione siamo molto sensibili, e io in prima persona ho fatto diversi interventi pubblici in cui ho criticato il governo per aver trascurato, almeno nel dibattito pubblico, tutto il tema dei bambini, dei minori, degli adolescenti e delle famiglie: non se ne è parlato abbastanza, e per me è un fatto grave. Una società che non guarda ai giovani è per definizione senza futuro. Noi dobbiamo dare delle risposte sul tema, e i nostri servizi educativi sono al lavoro; esiste una discussione in corso anche con i sindacati, ma è chiaro che scontiamo la difficoltà che abbiamo già evidenziato: occorre siano chiarite le regole d’ingaggio. Una volta che avremo definite le condizioni delle riaperture si potrà organizzare. Io sono a disagio a dover dare delle risposte interlocutorie su questo tema: sono costretto a manifestare una buona volontà che evidentemente c’è, ma senza certezze concrete. Auspichiamo che nei prossimi giorni questo nodo almeno possa sciogliersi. Ormai l‘estate è alle porte e il tema dei centri estivi non è più eludibile, insieme alla necessità di dover sperimentare una nuova presenza della scuola; c’ è poi la questione della sistemazione dei ragazzi: noi non vogliamo passino le giornate ad abbruttirsi con i telefonini. Sono tutte cose su cui siamo al lavoro e su cui c’è stata immediata comprensione con il mondo dell’associazionismo.

Per quanto ora non siano ancora indicabili cifre e modalità precise di intervento, l’amministrazione si prende quindi l’impegno di sostenere fattivamente con risorse ed eventuali modifiche normative il mondo dell’associazionismo nella ripresa delle sue attività?

L’impegno me lo sono già preso e lo ribadisco, perché risponde esattamente al mio sentire e alle priorità che esistono in questo momento di ricostruzione della società che ci aspetta. Abbiamo davanti tempi difficili in cui ci sarà una forte crisi sociale, di fronte alla quale dobbiamo rimboccarci le maniche e con grande fantasia trovare le risposte e le soluzioni migliori. La nostra amministrazione ha dimostrato, pur con i suoi limiti, di saper gettare il cuore oltre l’ostacolo; io in questi giorni vengo contattato da molti Comuni che vogliono sapere quali decisioni abbiamo assunto su questo o quel tema per cui abbiamo rimodulato attività per cercare di garantire la continuità dei servizi. Tutti i fondi che avevamo a bilancio per gli interventi a supporto della disabilità nella scuola li abbiamo lasciati e abbiamo riconvertito l’attività, affinché il supporto potesse continuare a svolgersi pur in forme diverse. Altri invece hanno tirato i remi in barca, dirottando le risorse su altri capitoli emergenziali. Abbiamo fatto una scelta diversa e io sono orgoglioso del lavoro svolto, perché la politica deve essere lungimirante e aver coraggio, specialmente in momento difficili come questo, assumendosi anche dei rischi. Non dobbiamo nasconderci di fronte ai pericoli in questo contesto, perché occorre essere credibili e abbiamo una città che deve ripartire. Per cui massimo impegno, e disponibilità a perseguire gli obiettivi di cui abbiamo discusso.  

Carlo Ramoino


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