Attualità - 08 maggio 2025, 08:00

C'era una volta...la cartoleria - 'Lo Scarabocchio', l'attività di Sestri Ponente che non molla: "Crediamo ancora nel valore del rapporto umano"

Tra pandemia, online e grande distribuzione, i fratelli Traverso, precedentemente titolari dello storico negozio 'Buffetti', continuano a resistere: “Il bello è parlare con le persone, mantenere un dialogo che online non c'è". Poi la critica verso le istituzioni: "Sono totalmente assenti: noi qui ci sentiamo abbandonati"

‘C’era una volta… la cartoleria’ è il nuovo servizio seriale de La voce di Genova dedicato a questi negozi che sembrano essere sospesi nel tempo. Rifugio di studenti, impiegati e sognatori, la cartoleria è sempre stata più di un negozio, ma un luogo dove perdersi, tra il profumo della carta nuova e i colori di pennarelli, pastelli e tempere. Oggi queste botteghe sono sempre più rare, ma con questi racconti vogliamo riscoprire il loro fascino, raccontando le storie di chi le tiene ancora in vita con passione.

In un’epoca in cui la concorrenza si misura tra 'click' e 'carrelli virtuali', c’è chi continua a credere nel valore del negozio di quartiere, fatto di parole scambiate, dialoghi, consigli dati con esperienza e volti praticamente 'familiari' che entrano dalla porta. È il caso di 'Lo Scarabocchio', la cartoleria di via Corradi portata avanti dai fratelli Roberto e Luca Traverso, che da oltre trent’anni rappresentano un presidio di vicinanza e professionalità nel cuore di Sestri Ponente.

La loro storia inizia nel 1992 con l'attività 'Buffetti' in via Merano, che va avanti fino al durissimo colpo dell’alluvione del 2010: "Abbiamo investito centocinquanta mila euro per rimetterci in piedi, con la promessa di un rimborso del 40% – raccontano Roberto e Luca– ma alla fine ci hanno dato solo diciottomila euro. Una vera beffa”. 

Nonostante le difficoltà, nel 2013 nasce un nuovo punto vendita, 'Lo Scarabocchio', in via Corradi: “All’inizio è andato bene – spiegano – ma negli ultimi anni la situazione è cambiata. È cambiata la popolazione, il giro di persone: oggi manca proprio il flusso. Così, circa due anni fa, abbiamo chiuso il punto vendita di via Merano, mantenendo solo questo". 

A pesare, inoltre, è stata anche la pandemia: “Il Covid ci ha costretti a chiudere per quaranta giorni, un’eternità per una piccola attività. Ci hanno dato seicento euro a testa, oggettivamente una presa in giro, e ci abbiamo pagato solo i mutui. Abbiamo dovuto accettare prestiti per sopravvivere, ma le spese correvano lo stesso. Spiritoso, il fatto, che ci avevano comunicato la possibilità di non pagare la spazzatura, quando in realtà l'avevamo appena pagata circa quindici giorni priva”.

E, così, intanto lo shopping si è spostato altrove. “Dopo il Covid, la gente si è rivolta sempre più all'online - dichiarano -. ed è stato ed è per noi è un problema enorme: trovi prezzi più bassi di quelli che ci fanno i fornitori. È concorrenza sleale: su internet trovi prodotti meno cari rispetto alle ditte. Il fatto è che, noi, a differenza di chi vende online, dobbiamo affrontare delle spese vive". 

Non è solo internet, però, il problema: “A Sestri, come in tutta la città, oggi trovi prodotti da cartoleria nei supermercati, nei tabacchini, perfino dai cinesi. Il nostro lavoro viene spezzettato e distribuito ovunque, ma senza la qualità e il servizio che offriamo noi”, chiariscono. 

Nonostante tutto, la passione resta: “La bellezza del nostro lavoro è il contatto umano, il consiglio, la conoscenza. Ma oggi le persone vengono in negozio per chiedere articoli visti online, che spesso nemmeno sono commercializzati in Italia. E intanto, prodotti classici come quaderni, matite e pennarelli, che un tempo erano il cuore delle vendite, oggi non tirano più”. E, inoltre, al di là della passione, il fatto è che "mancano le persone lungo le vie e le strade, non c'è flusso", sottolinea Roberto. 

Il negozio, oggi, vende soprattutto biglietti augurali e servizi di stampa: “Ma non bastano per campare - precisano -. Per quanto concerne le stampe, questo è possibile semplicemente perché le persone non comprano più le cartucce considerandone il costo e la durabilità. Anche questo è, oggettivamente, un nostro servizio, ma che comunque non ti fa campare". 

Le istituzioni, secondo i fratelli Traverso, sono assenti: “Siamo abbandonati - affermano -. A Sestri hanno aperto supermercati indiscriminatamente, ce ne sono davvero troppi. Ma intanto le botteghe chiudono. Ci chiediamo: quando non ci saremo più, chi pagherà le tasse? Siamo noi, piccoli commercianti, a genere il giro". 

'Lo Scarabocchio' continua a rimanere aperto, simbolo di una resistenza silenziosa, nonostante le difficoltà e le situazioni da affrontare quotidianamente: "Chiuderemmo anche domani, se potessimo – ammettono amaramente – ma per ora andiamo avanti, nonostante i bastoni tra le ruote”.

Federico Antonopulo

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