Attualità - 22 maggio 2025, 08:00

C'era una volta... la cartoleria - ‘Punto e Virgola’, l'ultima cartoleria di Cornigliano: un baluardo in un quartiere che lotta per non perdere la sua identità

Da trentasei anni i fratelli Roberta e Marco Cesaro portano avanti l’attività in una delegazione dove il commercio di vicinato è sempre più in difficoltà: “Amo da sempre questo lavoro e il rapporto con le persone, ma oggi tutto è più difficile: Cornigliano ha sempre dato, ma non ha ricevuto mai nulla di fatto"

‘C’era una volta… la cartoleria’ è il nuovo servizio seriale de La voce di Genova dedicato a questi negozi che sembrano essere sospesi nel tempo. Rifugio di studenti, impiegati e sognatori, la cartoleria è sempre stata più di un negozio, ma un luogo dove perdersi, tra il profumo della carta nuova e i colori di pennarelli, pastelli e tempere. Oggi queste botteghe sono sempre più rare, ma con questi racconti vogliamo riscoprire il loro fascino, raccontando le storie di chi le tiene ancora in vita con passione.

È rimasta l’unica cartoleria di Cornigliano, e continua a resistere nonostante tutto: 'Punto e Virgola', storico negozio di via Cornigliano, è diventato l'unico presidio di un commercio al dettaglio, di vicinato, ormai sempre più in difficoltà, in un quartiere che ha visto le cinque cartolerie presenti chiudere nel corso degli anni una dietro l'altra. A guidarlo da trentasei anni è Roberta Cesaro, che insieme al fratello Marco porta avanti un’attività aperta quasi per caso e diventata nel tempo punto di riferimento per generazioni di residenti.

“L’attività è nata per caso, non c’era l’idea di aprire una cartoleria. Io e mio fratello cercavamo semplicemente un’attività. Così, all’età io di ventiquattro anni e lui neanche diciottenne, l’abbiamo aperta a novembre del 1989. Inizialmente cercavamo un bar, poi è capitata la cartoleria. Funzionava bene, avevamo un bel rapporto con le persone e nel quartiere eravamo già conosciuti: ci siamo nati e vissuti", racconta la titolare Roberta Cesaro. 

Il primo negozio era in via Leone Vetrano, subentrando alla cartoleria Tirasso, poi il trasferimento nei locali dell’ex 'Carla Abbigliamento' in via Cornigliano: “Abbiamo mantenuto il nome Punto e Virgola, e piano piano ci siamo costruiti la nostra clientela”.

Per Roberta, questo lavoro è anche una passione che affonda le radici nell’infanzia: “Mi giravo tutte le cartolerie del quartiere. Compravo gommini, penne, tutto quello che era colorato. Quando mia madre mi cercava, sapeva che mi avrebbe trovata lì. Amo questo lavoro, non ho mai pensato di fare altro". 

Gli anni d’oro della cartoleria sembrano però un ricordo lontano: “C’erano tantissimi bambini, oggi invece non se ne vedono più. Durante il periodo scolastico avevamo la coda fino in fondo a via Cornigliano. Si vendeva di tutto, ricordo ancora le penne Rotring, costosissime, ma molto richieste". 

Oggi il panorama è cambiato radicalmente: “Le penne graduate, ad esempio, non le chiede più nessuno: ora si fa tutto al computer. L’online è stato devastante, ma anche i megastore cinesi, che vendono tutto a poco prezzo. L’economia è cambiata, la gente ha meno soldi. Noi cerchiamo di attirare con i servizi, facciamo anche giacenza pacchi, sperando che chi entra compri qualcosa". 

A pesare, però, è anche il cambiamento del quartiere e Roberta chiarisce fin da subito come "la nuova via Cornigliano e l’apertura della Guido Rossa hanno tolto affluenza. Prima chi passava ci vedeva, si fermava. Ora non si può parcheggiare, c’è traffico ovunque, ma nessuno scende dalla macchina. E poi i lavori, davvero discutibili". 

Il legame con i residenti storici resta forte: “Con loro il rapporto è bellissimo. C’è chi entra anche solo per fare due chiacchiere. Ma ripeto, quello che manca davvero sono i bambini, che per noi erano fondamentali". 

Durante la pandemia, la cartoleria è rimasta attiva, reinventandosi con le consegne a domicilio: “Siamo rimasti chiusi solo un mese, poi facevamo le consegne: libri, giocattoli… Mio fratello partiva, io preparavo. La gente era felice. Non l’ho fatto per soldi, ma per le persone e per i bambini. Il problema è che ora si sono abituati a comprare online". 

E alle istituzioni, ma anche ai cittadini, Roberta lancia un appello netto: “Cornigliano è un quartiere che ha sempre dato, ma non ha mai ricevuto. Chiedo alle persone di rivolgersi alle attività locali, perché un quartiere senza negozi è un quartiere morto. E dico alle istituzioni: Cornigliano non ce la fa più. Serve attenzione, sia sul piano commerciale che su quello della sicurezza. Noi in inverno chiudiamo mezz’ora prima, perché fa paura stare in giro". 

Il futuro? Ancora incerto: “Fra due anni andrò in pensione. Se mio fratello vorrà portare avanti l’attività, bene. Altrimenti magari lo aiuterò nei periodi più intensi, ma io non voglio più fare questo tipo di vita". 

Federico Antonopulo

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