Il boom economico aveva profondamente cambiato le città di tutta Italia e Genova, di certo, non faceva eccezione.
Cantieri e nuove costruzioni spuntavano in ogni angolo, spesso riempiendo i vuoti lasciati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Tutto sembrava protendersi verso la contemporaneità: gli usi e i costumi mutavano, così come il paesaggio urbano e le necessità di una società che non sarebbe mai più stata quella di prima. Sembrava di vivere in un momento unico in cui ciò che fino a quel momento era sempre stato, conviveva con la modernità più estrema.
Accadeva così che dalle macerie di una città che stava ricostruendo la sua normalità post bellica, emergevano dei ‘fari’, edifici che sembravano voler indicare la strada verso il futuro.
Uno di questi è quello che comunemente viene chiamato ‘Grattacielo Carige’, un edificio alto oltre novanta metri che svetta nel panorama del capoluogo ligure caratterizzandone lo skyline.
Ultimata nel 1968, questa imponente costruzione è nata sin da subito per essere la sede centrale della Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, diventata poi banca Carige.

Ventiquattro piani in stile razionalista, in cui si concentravano uffici, sportelli, spazi per i dipendenti, facevano di questo edificio un centro nevralgico per l’attività della banca. In più la sua posizione e la sua struttura sembravano prendere per mano il passato, le grandi modifiche urbanistiche degli anni Trenta, per proseguirle nel Dopoguerra.
Per decenni, il grattacielo è stato il cuore operativo della banca che qui trovava le direzioni e i servizi per centinaia di dipendenti.
Nel 2022, acquisito da Bper, il palazzo ha iniziato un processo di dismissione che si dovrebbe concludere nel giro di pochi mesi.
Qui, fatto salvo il primo piano con gli sportelli bancari e gli ultimi due in cui sono allestiti la quadreria e il patrimonio artistico della banca, sarà con ogni probabilità realizzata una struttura ricettiva.

Ma perché il grattacielo si trova proprio in quella zona e cosa c’entra il Monte di Pietà?
Via alla Cassa di Risparmio, che deve il suo nome proprio alla presenza dell’edificio, è uno spazio circoscritto da vico Casana e via al Monte di Pietà.
In quest’area, sin dall’epoca medievale, si trovava il Monte di Pietà di Genova, fondato nel 1483, e la Cassa di Risparmio, istituita nel 1846.
Fondato dal beato Angelo da Chivasso, supportato dai finanziamenti che arrivavano dal Banco di San Giorgio, dall’Ufficio di Misericordia e dall’ospedale di Pammatone (che sorgeva dove oggi si trova il Tribunale di Genova), il Monte di Pietà garantiva il prestito su pegno aiutando chi si trovava in temporanea indigenza e la gestione di depositi fiduciari fruttiferi per rendere possibile il prestito.
Sopravvissuto quasi in maniera invariata a Lanzichenecchi, peste, bombardamenti francesi e le innumerevoli vicende della Repubblica, a partire dal 1846 il Monte di Pietà divenne parte della Cassa di Risparmio fino all’effettiva fusione del 1929.
Nel corso dei secoli, l’area della città su cui oggi affaccia il grattacielo, tra via XXV Aprile e via Roma, ha visto la presenza anche di dimore nobiliari (basti pensare alla piazza gentilizia dei Doria con la chiesa di San Matteo) e ha subito importanti cambiamenti urbanistici.
Nel Novecento la zona è stata pesantemente bombardata, e un’area priva di preesistenze, seppur di prestigio, era il luogo perfetto per la costruzione di un nuovissimo edificio che avrebbe occupato un ruolo importante per la città tutta.
In pochi anni il grattacielo è stato ultimato, svettando tra i tetti del centro storico e diventando un ‘landmark’ capace di raccontare, tramite la sua sola presenza, una storia che inizia nel Medioevo e continua ancora oggi.







