Accompagnata dagli alti edifici che ne seguono l'andamento, vico Casana è una delle strade più strategiche del centro storico genovese.
Sì, strategiche, nonostante non si tratti né di una delle più ampie né di una delle principali, ma qui hanno trovato spazio per centinaia di anni attività e botteghe di vario tipo tra cui spiccava il banco dei pegni.
La lunga salita era anticamente denominata ‘Caroggio del Promontorio’, un collegamento tra Soziglia e il colle di Piccapietra, spianato in parte nell’Ottocento per far posto a via Roma e Galleria Mazzini.
La denominazione 'Casana', arrivò qualche tempo dopo grazie alle influenze ottomane.
Il termine ‘Chasana’, infatti, indicava la stanza del tesoro del sultano di Costantinopoli e la presenza del banco dei pegni, collocato qui in epoca medievale, così come quella dei casanieri, dei prestatori di soldi a tassi usurai, e l'istituzione del Monte di Pietà nel XV° secolo, fece sì che in pochissimo tempo si cambiasse il nome alla strada.
Un vero e proprio scrigno di preziosi custoditi in questa lunga via.
Oggi, passeggiandovi, si incornano diverse testimonianze artistiche come le gesta di Ercole, scolpite nel portale di marmo al civico 7, o la Tripperia che dal 1890 si dedica alla preparazione del piatto tradizionale della cucina ligure e che non mancò di accogliere personaggi illustri come Giuseppe Verdi.
Ma qui, ammirando la ricchezza di testimonianze che si affacciano lungo la via, si incontra anche l’animo più vero dei genovesi, quello incline alla riservatezza e all’altruismo.
Al civico 9, infatti, si può notare una targa che ricorda un uomo generoso che, per sua scelta, ha voluto rimanere anonimo anche ai posteri, le cui gesta vengono raccontate in poche parole.
Una realtà nella realtà, un microcosmo di ricchezze culturali che si mostrano, a portata di mano, ma che, come Genova insegna, devono essere scoperte con calma e devozione.