Nelle casse di Amt ci sono appena 600mila euro, a fronte di un fabbisogno di 20 milioni per il mese di settembre. È la situazione critica descritta dal nuovo presidente dell’azienda di trasporto pubblico genovese, Federico Berruti, che ha inviato una lettera ai soci, Città Metropolitana e Comuni di Genova, Rapallo, Santa Margherita Ligure, Chiavari, Lavagna e Sestri Levante, chiedendo un intervento immediato.
I fondi attesi sono 12 milioni dal Ministero dell’Ambiente, come contributo legato alla mobilità elettrica, e 8 milioni dalla Città Metropolitana per il contratto di servizio. Ma i trasferimenti non sono ancora arrivati. "L’obiettivo minimo di settembre – spiega Berruti – è garantire il pagamento del fondo pensioni, degli stipendi e dei fornitori in arretrato".
La ripartizione delle spese è chiara: 7 milioni per il fondo pensioni entro il 15 settembre, altri 7 per stipendi e Tfr entro il 22, e 6 per fornitori e premi assicurativi. Senza questi soldi, Amt non è in grado di rispettare le scadenze.
Il blocco dei fondi ministeriali, attesi dal 2023, è dovuto a una delibera ancora mancante della Regione, che deve girare le risorse al Comune. Una trafila burocratica che rischia di trasformarsi in scontro politico tra Regione e Comune, mentre i fornitori – alcuni già in crisi per i mancati pagamenti – alzano l’allarme. "Stiamo lavorando senza sosta per evitare il peggio", fanno sapere da Palazzo Tursi. Ma i numeri, al momento, restano questi.






