Attualità - 07 novembre 2025, 12:10

Ex Marconi, non solo studentato e aree verdi: tra le nuove attività commerciali in arrivo un McDonald’s e un discount

Al Teatro Akropolis una serata di confronto sul futuro dell’area e sul rapporto tra sicurezza e rigenerazione urbana. Il progetto prevede inoltre una piazza pubblica e uffici dedicati alla ricerca. Per il collegamento con Sestri, si valuta la realizzazione di una pista ciclabile alberata. Tra gli obiettivi, rendere l’area attrattiva anche per chi vive nel centro della città

Un dialogo aperto alla città per riflettere sul legame tra rigenerazione urbana e sicurezza pubblica. Si è svolto ieri sera, giovedì 6 novembre, al Teatro Akropolis di Sestri Ponente il forum “Su rigenerazione urbana e sicurezza”, promosso dall’Associazione Cultura e Sviluppo per Genova. Un appuntamento pensato per fare il punto sulle trasformazioni in corso nel ponente genovese, in particolare sull’area ex Marconi, dove è in fase di sviluppo un progetto che punta a restituire un’area oggi dismessa alla vita del quartiere, con nuovi spazi pubblici e privati, aree verdi, luoghi di aggregazione e uno studentato universitario.

L’incontro, introdotto e moderato da Stefano Garassino, ha visto la partecipazione di Stefano Balleari, presidente del Consiglio regionale della Liguria, Fabio Ceraudo, presidente del Municipio VI Medio Ponente, Gianguido Nobili, coordinatore nazionale del Forum Italiano per la Sicurezza Urbana, Pietro Nicolazzi, Ceo di KOA Advisory, e Mario Mascia, consigliere comunale ed ex assessore all'urbanistica, sviluppo industriale e lavoro durante la precedente amministrazione comunale. Presente anche Monia Modarelli, presidente del Civ di Sestri Ponente. 

Nel corso della serata sono stati affrontati i temi chiave che collegano la pianificazione urbanistica alla qualità della vita nei quartieri: la cura degli spazi pubblici, la percezione di sicurezza, la presenza costante delle istituzioni e la necessità di mantenere un equilibrio tra sviluppo economico e tutela del tessuto sociale.

Un confronto che ha trovato il suo punto focale nell’area ex Marconi, sito industriale dismesso che oggi è al centro di un articolato progetto di rigenerazione integrata promosso da KOA Advisory. L’intervento punta a trasformare un’ampia zona, di oltre 3800 metri quadrati, oggi abbandonata in un nuovo polo urbano, con una grande piazza pubblica, spazi verdi, funzioni commerciali, l'attuale presente RSA, uno studentato da oltre 500 posti letto e nuovi collegamenti ciclabili capaci di riconnettere l’area con il cuore del quartiere. Tra le attività commerciali, che attualmente sono ancora un'incognita anche se si parla di marchi di valore non presenti in città, con l'obiettivo di diversificare l'offerta e rendere attrattivo il polo, Nicolazzi ha anticipato che sorgerà un McDonald’s, oltre ad un discount

Pietro Nicolazzi, amministratore delegato di KOA Advisory, ha illustrato la filosofia e i dettagli dell’intervento: “A Genova sono già state portate avanti operazioni importanti per restituire spazi e colori ai cittadini. Partire da Sestri con questo forum ha un valore simbolico, perché qui stiamo per depositare il protocollo finale del progetto ex Marconi, che prevede la realizzazione di un viale alberato capace di collegare l’area al centro città e di donare una nuova piazza pubblica. Oggi quel sito è un ammasso di lamiere e materiali abbandonati, dove per anni si sono verificati furti e occupazioni abusive. Restituirlo ai cittadini significa restituire sicurezza e dignità al territorio”.

L’area ex Marconi, ha ricordato Nicolazzi, ospiterà un housing per oltre cinquecento studenti, attività commerciali e spazi di socialità: “Lasciare questi spazi vuoti - ha aggiunto - significa creare nuovi punti problematici, dove il degrado attecchisce. La rigenerazione è anche prevenzione, perché il presidio e la vita quotidiana sono il primo argine all’insicurezza. I proventi delle attività commerciali potranno inoltre essere reinvestiti sul territorio, in una logica di ricaduta positiva e di equilibrio tra pubblico e privato”.

Il progetto, inserito nel programma “Urban Rebirth”, punta a ridurre la superficie edificata e ad aumentare la qualità dello spazio: “Il nostro obiettivo è creare un ambiente misto, dove coesistano funzioni residenziali, culturali e produttive, rendendo l’area attrattiva anche per i giovani e per gli studenti universitari. L’arrivo dello studentato sarà un punto di svolta per Sestri, un modo per riportare vita e movimento in una zona da troppo tempo chiusa e dimenticata. Oltre alla piazza, verranno creati percorsi pedonali e ciclabili che collegheranno via Siffredi e l’ingresso di Sestri fino all’area della nuova Marconi, passando accanto all’Istituto Bergese”, ha spiegato Nicolazzi, annunciando che la parte commerciale del complesso sarà pronta a inizio 2027, mentre lo studentato aprirà nell’estate dello stesso anno.

A questo proposito, Monia Modarelli, presidente del CIV di Sestri Ponente, ha sollevato alcune perplessità sul nuovo insediamento: “Il nodo del collegamento col centro storico è fondamentale. Abbiamo già tanti negozi: creare nuovi spazi senza garantire collegamenti e flussi rischia di isolare ancora di più la parte centrale di Sestri. Vorremmo capire cosa si intende esattamente per negozi di vicinato e come verrà gestita la nuova offerta commerciale”. Nicolazzi ha risposto: “Ci sarà un ripopolamento di circa mille persone in un’area oggi deserta, e questo significherà più vita e più sicurezza. L’offerta commerciale sarà complementare a quella esistente: prodotti misti, accessibili, con un’attenzione al locale e non solo ai grandi marchi. Vogliamo ampliare la scelta e attrarre nuovi cittadini, non creare concorrenza al commercio di prossimità. Inoltre, abbiamo progettato una ciclabile alberata che correrà lungo la strada fino all’inizio del centro di Sestri, con un passaggio pedonale continuo e spazi verdi che renderanno più vivibile il percorso”.

Sulla necessità di coniugare riqualificazione e sicurezza si è soffermato Stefano Balleari, che ha ricordato le difficoltà di intervenire in una città complessa come Genova: “Nessuno ha la bacchetta magica per risolvere i problemi, ma possiamo costruire percorsi comuni. Genova è una città policentrica: non esistono periferie in senso tradizionale, ma tanti centri diversi, ognuno con la propria identità. Oggi a Sestri si sta portando avanti un’operazione immobiliare importante, che restituirà vivibilità e nuove opportunità. Non si tratta solo di costruire palazzi belli, ma di capire cosa ci si mette dentro: studentati, attività, spazi per le persone. Così il quartiere rivive e torna ad essere sicuro. Rigenerazione e sicurezza sono concetti inseparabili”.

Fabio Ceraudo, presidente del Municipio Medio Ponente, ha invece voluto mettere al centro il valore sociale del territorio e il ruolo delle comunità: “Sì, esiste un problema di degrado diffuso, ma riguarda tutta la città. La storia industriale del nostro territorio non è un difetto, ma una risorsa che ha generato lavoro e benessere. Il problema è nato quando si è rotto il legame tra industria e comunità. Oggi la rigenerazione urbana può riunire quel filo, restituendo identità e presidio. L’integrazione e la sicurezza nascono da qui, non dai controlli, ma dalla presenza. E serve che anche le aziende che impiegano manodopera straniera si assumano la responsabilità di favorire percorsi di inclusione. Solo così si costruisce coesione e appartenenza”.

Ceraudo ha poi lanciato una proposta: “Oggi è necessario fare rete, istituendo un osservatorio permanente sulla sicurezza urbana che coinvolga anche i municipi. Abbiamo difficoltà evidenti: la polizia locale è sotto organico, ma non può sostituirsi alle forze dell’ordine. Serve coordinamento, più risorse e un approccio integrato, che unisca rigenerazione, presidio e partecipazione. A Sestri ci conosciamo tutti: siamo una grande comunità, e dobbiamo stringerci per difendere il nostro territorio e valorizzarlo”.

Sul tema dell’inclusione nel quartiere è intervenuto anche Mario Mascia, che da ex assessore all’Urbanistica aveva seguito il progetto ex Marconi: “È necessario partire dai luoghi di lavoro e dalle scuole per costruire integrazione. Non si può pensare di farlo solo dal centro storico. A Sestri ci sono tanti lavoratori stranieri, soprattutto di Fincantieri, che spesso non hanno alcun legame col territorio. Bisogna aiutarli a integrarsi con percorsi linguistici, con mediatori culturali. La casa, il lavoro e la scuola sono i tre pilastri". 

Gianguido Nobili, coordinatore nazionale del Forum Italiano per la Sicurezza Urbana, ha concluso il dibattito portando l’esperienza del network europeo di cui il Forum fa parte: “La sicurezza urbana non può limitarsi a telecamere e pattuglie: servono spazi pubblici curati e vissuti, e una qualità urbana che inviti le persone a stare insieme. Le aree dismesse, le ex fabbriche, le zone ferroviarie abbandonate sono spesso punti critici. Intervenire su questi luoghi con progetti sostenibili significa agire alla radice del problema. La collaborazione tra pubblico e privato è fondamentale, ma va orientata alla qualità e alla sostenibilità sociale. Non basta ridurre volumi, bisogna creare spazi dove le persone vogliano vivere”.

I dettagli: gli interventi programmati e i costi 

Durante una recente intervista rilasciataci a settembre, Pietro Nicolazzi, direttore esecutivo di KOA Advisory, aveva illustrato l’avanzamento dei lavori e le tappe del cronoprogramma. “I lavori sono iniziati a luglio con lo svuotamento dei locali, dove erano presenti i silos da bonificare. Dopo l’estate siamo partiti con la rimozione delle carpenterie esterne e ora iniziamo la demolizione vera e propria”, aveva spiegato. “Abbiamo atteso per rispetto alla delicatezza del contesto, con la presenza della rsa vicina, e non ce la siamo sentita di procedere in piena estate. Noi siamo gente di lavoro, non seguiamo colori politici: cambiata la giunta, non cambia il nostro modo di operare, perché lavoriamo per la città”.

La regia progettuale è affidata allo Studio Bonanziga. L’architetto Matteo Bonanziga aveva chiarito che la fase di demolizione dovrebbe durare circa sei mesi, a partire da settembre, mentre con il Comune si stavano completando le carte propedeutiche. “L’obiettivo è avere a primavera l’area pronta per il cantiere del progetto definitivo. La piazza Guglielmo Marconi sarà uno degli elementi centrali, ceduta al Comune e destinata a uso pubblico. Vogliamo trasformare un ‘non luogo’ in un nuovo polo di riferimento per il quartiere”, aveva spiegato.

Secondo Bonanziga, “parliamo di 5-6 mesi di demolizioni e circa 24 mesi di realizzazione. Non è un progetto piccolo”. L’intervento, dal costo complessivo stimato tra i 70 e gli 80 milioni di euro, prevede un ampio mix funzionale. Tra i punti di forza, lo studentato da 500 posti, che, sottolineava Nicolazzi, “sarà uno dei più grandi d’Italia, un sogno che a Genova nessuno aveva mai realizzato e che stiamo portando avanti noi”.

La prima fase di demolizione riguarderà i corpi di fabbrica a sud, oggi percepiti come una barriera: “Vogliamo subito eliminare questa cesura, togliendo pericoli e senso di oppressione”, aveva aggiunto Bonanziga. Dopo la demolizione, il cantiere sarà “trasparente”: la cittadinanza potrà seguire l’avanzamento dei lavori anche attraverso pannelli informativi che mostreranno, passo dopo passo, come sarà l’area a intervento ultimato.

Federico Antonopulo

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