Videogallery - 11 aprile 2024, 08:00

Testimonial del dialetto - Paolo, l’attivista del genovese che ha teorizzato lo “spozaliçio zeneize” (il matrimonio in stile ligure)

Da anni raccoglie storie, proverbi, canzoni tradizioni antiche e molto altro sul suo “sito di Paolino” in tre lingue: italiano, genovese e inglese. Da lì si può scaricare anche il calendario completamente in dialetto

Continua il ciclo di servizi de ‘La Voce di Genova’ che abbiamo voluto chiamare ‘Testimonial del dialetto’. Ogni giovedì vi faremo conoscere, o riscoprire, persone e personaggi che promuovono la lingua e la cultura genovese, con orgoglio, impegno, passione e tanto amore. E lo fanno sia in televisione che sui libri, che sui palchi di un teatro, sui social, alle conferenze, con la musica e le canzoni. Mirabile è l’azione di chi spende il proprio tempo per conservare una tradizione, ed ecco perché ci fa enorme piacere raccontarla. Anche attraverso video… ovviamente in genovese! 

Dopo l'intervista a Gilberto Volpara (si può leggere qui), al professore Franco Bampi (si può leggere qui), ad Anto Enrico Canale (si può leggere qui), a ‘Cito’ Opisso (si può leggere qui), a Francesco Pittaluga, (si può leggere qui), ai Buio Pesto: Massimo Morini e Nino Cancilla (si può leggere qui), al rapper genovese Mike fC (si può leggere qui), a Rita Bruzzone (si può leggere qui), ad Andrea Di Marco (si può leggere qui) e a Giampiero Cella (si può legge qui) oggi parliamo con Paolo Regati.

Paolo Regati porta avanti da anni la tradizione del dialetto insegnandolo nelle scuole elementare nel Comune di Sestri Levante come volontario dell’associazione culturale O Leûdo. 

Ma la sua attività di divulgazione del dialetto genovese non si ferma qui. Da anni ha un sito tutto suo (paolin.altervista.org) dove continua a raccogliere tantissimo materiale sulle tradizioni liguri.

Come ti sei avvicinato al dialetto genovese? Lo parlavi già da piccolo oppure l’hai imparata da più grande? 

“Da piccolo mia madre ha fatto l’errore che hanno fatto un po’ tutte le mamme dei nostri tempi: cioè di non parlare il dialetto genovese ma in italiano. Io però sentivo i miei genitori che tra loro parlavano in genovese. 

Ai tempi poi c’erano le radio locali che facevano i programmi in genovese. Ero rimasto stupito dal fatto che cantassero anche in genovese. 

In più quando sono andato a militare mi sono ritrovato con un mio amico di Mezzanego con cui siamo andati CAR. Tra di noi si parlava in italiano, nonostante parlassimo un po’ di dialetto genovese. Li vedevo che altri di altre regioni parlavano nel proprio dialetto. Lì mi è scattato qualcosa: gli altri parlavano il proprio dialetto. Mi sono ulteriormente appassionato e ho approfondito la materia”. 

Oltre ad andare nelle scuole ad insegnare il genovese hai anche aperto un sito, ‘Il sito di Paolino’, sei impegnato nell’associazione culturale O Leûdo, nella realizzazione del calendario. Raccontami un po’ del tuo attivismo in questo senso.

“Il sito di Paolino è nato a gennaio 2001. Ho iniziato per gioco, infatti il motto è: ‘sito del belino’. Ho iniziato raccogliendo dei proverbi, gli appuntamenti delle sagre perché da giovane le frequentavo e lo tengo ancora oggi aggiornato. Un’idea tira l’altra, ho aggiunto i proverbi, le barzellette, i modi di dire, le ricette. Pian piano nel corso degli anni ho aggiunto alcune pagine dedicate ad esempio ai papi liguri, il matrimonio in stile genovese come ho fatto io, la storia della Repubblica di Genova. Negli anni l’ho quindi migliorato, aggiornato.

Fin dall’inizio ho pensato di realizzare un calendario genovese sono arrivato alla 23esima edizione e tante persone lo scaricano dal sito”.

È gratuito?

“Sì, è assolutamente gratuito, si può scaricare gratuitamente. Cerco di fare un lavoro tradizionale, in genovese, con tutti i santi liguri inseriti. Ogni anno cambio: una volta inserisco le barzellette, un’altra metto le ricette, un’altra ancora i modi di dire. Mi piace variare”.

Quest’anno su cosa hai incentrato il calendario?

“Quest’anno ci sono le ricette della cucina genovese: la cime, il pesto, il pandolce a seconda del mese”.

Mi ha incuriosito la pagina a tema matrimonio genovese, in cosa consiste? 

“Mi sono basato sul mio matrimonio dove avevo preparato il tabellone con scritta la composizione dei tavoli per aiutare gli invitati a sedersi al posto giusto. L’ho fatto tutto in genovese: ogni tavolo aveva il nome di un piatto tipico ligure (pandolce, focaccia ecc…). Come soffondo avevo messo un po’ di musica genovese, avevo portato una chiavetta usb con vari nostri artisti (Piero Parodi, Franca Lai, Buio Pesto, Marzari e altri). Sono inserito anche tutti vocaboli utilizzati più spesso nei matrimoni tradotti in genovese. Anche per la bomboniera avevo fatto fare un piccolo mortaio in marmo con all’interno confetti verdi per simulare il pesto, il pestello. Sono andato in Toscana a recuperare questi mortai. Una cosa simpatica ma nello stile genovese e ligure”. 

Quindi sul sito volendo ci sono tutte le istruzioni per replicare questo tipo di matrimonio?

“Esatto, chi volesse c’è una pagina ad hoc con tutti i consigli. Se non bastasse potete scrivermi e, per quel che posso, do una mano”.