Attualità - 03 luglio 2025, 08:00

AMT, cuore fragile della mobilità genovese tra sogni green e bilanci in rosso

Storia e futuro di un’azienda sempre al centro del dibattito, che sia per la gratuità dei biglietti o per uno sviluppo che fatica a prendere piede

AMT, cuore fragile della mobilità genovese tra sogni green e bilanci in rosso

Una rete capillare che, tra mille difficoltà, tiene in piedi la mobilità di Genova. AMT è una presenza quotidiana per migliaia di genovesi e, insieme, un nodo politico, economico e sociale con cui fare i conti. Negli ultimi mesi si è tornati a discutere di bilanci, gratuità, assunzioni, progetti ambiziosi e criticità strutturali. Cos’è oggi AMT? Cosa rappresenta per la città e quali sfide l’aspettano nei prossimi anni?

Origini e storia dell’azienda del trasporto genovese

Nata come evoluzione della storica UITE (Unione Italiana Tramways Elettrici) e trasformata in società per azioni nel 1999, AMT è oggi il principale gestore del trasporto pubblico di Genova e, in buona parte, della sua area metropolitana. A lei fanno capo autobus, metropolitana, funicolari, ascensori, la ferrovia Genova-Casella e il servizio NaviBus.
Con circa 2.500 dipendenti, una rete di oltre 140 linee e una copertura che si estende dai quartieri collinari fino alla riviera di Levante, AMT rappresenta un punto fermo nella quotidianità di migliaia di persone. La sua attività è centrale per la mobilità cittadina e contribuisce, almeno nelle intenzioni, a contenere traffico e inquinamento. Ma l’equilibrio tra missione pubblica e sostenibilità economica resta delicato, soggetto a continue tensioni tra richieste dell’utenza, vincoli di bilancio e obiettivi politici.

Infrastrutture e mezzi: cosa c’è, cosa manca

La rete autobus è il pilastro portante del sistema AMT. Accanto a questa si trovano infrastrutture più rare altrove, come gli ascensori pubblici e le funicolari, che rispondono alla conformazione verticale della città. La metropolitana, seppur limitata a una sola linea, è prevista in ampliamento, con nuove stazioni e l’introduzione di treni moderni che dovrebbero migliorare affidabilità e frequenza (leggi l’articolo dedicato alla metropolitana di Genova cliccando QUI).
Tuttavia, gran parte dei mezzi resta ancora alimentata a gasolio e con un’età media piuttosto elevata. I progetti di rinnovamento, pur esistenti, procedono a rilento. In alcune zone, le alternative al mezzo privato esistono sulla carta ma non sempre garantiscono tempi certi e connessioni fluide. Le valli, ad esempio, rimangono parzialmente scoperte, e la discontinuità del servizio in orari serali e nei giorni festivi continua a penalizzare l'utenza.

Bilanci e difficoltà economiche

Dalle cronache delle ultime settimane, le prime della nuova amministrazione comunale, è emersa una criticità rilevante: un disavanzo di circa 36 milioni di euro, legato principalmente al calo degli incassi da bigliettazione e all’introduzione di politiche di gratuità. Il dato ha portato al rinvio del bilancio e all’avvio di un piano di risanamento affidato a un team esterno di consulenti. Ovvie le ripercussioni sul dibattito politico tra chi guidava la città prima e chi la guida oggi.
Le ipotesi sul tavolo vanno dalla razionalizzazione delle corse meno frequentate a un piano di controllo più incisivo sull’evasione tariffaria. Il tema è delicato: l’equilibrio economico resta una condizione necessaria per qualsiasi sviluppo futuro, ma le scelte per raggiungerlo potrebbero incidere direttamente sul servizio.

Tariffe, agevolazioni e la tentazione della gratuità

Dal gennaio 2024 il servizio è gratuito per under 14 e over 70 residenti nella Città Metropolitana. Una misura che ha riscosso apprezzamenti ma anche critiche, prorogata fino al 30 settembre di quest’anno per chi aveva già l’abbonamento attivo.
L’iniziativa pare abbia aumentato l’utilizzo del servizio da parte di giovani e anziani, ma ha anche comportato un calo diretto degli incassi. Intanto, il biglietto urbano resta fissato a 1,50 euro per 100 minuti, con formule di abbonamento mensile e annuale oltre ad alcuni sconti, ma il tema della gratuità per fasce (che sia di età o di reddito) resta caldo e tornerà inevitabilmente a infiammare il dibattito pubblico tra Palazzo Tursi e la Regione. Intanto, proprio nelle ultime ore il presidente Marco Bucci si è detto disponibile a dare una mano al Comune per la gestione di AMT, parlando anche di possibili interventi sul piano economico (leggi la notizia cliccando QUI).

La transizione ecologica

AMT ha avviato un percorso di conversione della flotta, puntando su autobus elettrici e a metano, anche grazie ai fondi europei e al PNRR. Tuttavia, la transizione è lenta e spesso rallentata da difficoltà logistiche, limiti infrastrutturali e tempi di realizzazione lunghi.
Ad oggi, i mezzi davvero a basso impatto ambientale rappresentano una minoranza. L’ammodernamento della rete richiede investimenti importanti anche per quanto riguarda i depositi, i sistemi di ricarica e la manutenzione. La geografia della città complica ulteriormente l’introduzione di nuove tecnologie: i percorsi ripidi, le curve strette, le fermate in salita mettono a dura prova anche i mezzi più moderni.

I rapporti con i lavoratori

Lo sciopero del 20 giugno ha riportato l’attenzione sulle difficoltà interne all’azienda. Le sigle sindacali denunciano da tempo turni pesanti, carenze di organico e condizioni di lavoro difficili, soprattutto per gli autisti impegnati nelle tratte periferiche o in orario notturno.
La difficoltà a trovare nuovo personale è diventata strutturale. AMT ha annunciato un piano di assunzioni, ma i tempi di selezione e formazione sono lunghi. Nel frattempo, cresce il malessere di chi è già in servizio. La richiesta non è solo quantitativa, ma anche qualitativa: maggiori tutele, formazione continua, miglioramento delle condizioni operative. Il clima interno resta teso, e questo rischia di riflettersi anche sulla qualità del servizio. E poi c’è la questione sicurezza, con alcuni operatori aggrediti anche sulle linee più centrali.

Innovazione e digitalizzazione

L’app AMT consente di acquistare biglietti, pianificare tragitti, seguire in tempo reale il passaggio dei mezzi.
Tra i progetti futuri ci sono l’estensione dei pagamenti contactless, l’integrazione con i dati di traffico urbano, e l’utilizzo di algoritmi predittivi per gestire meglio frequenze e orari. Ma il processo è parziale, e l’impressione è che serva una visione più organica. La digitalizzazione avanza, ma non ha ancora cambiato in modo radicale l’esperienza dell’utente.

Investimenti per il futuro

AMT è coinvolta nei principali progetti per il futuro della mobilità di Genova, dagli Assi di Forza all’ampliamento della metropolitana, passando anche per quelli ancora solo sulla come lo Skymetro o la sua alternativa pensata dall’amministrazione Salis. L’obiettivo è quello di ridisegnare il trasporto pubblico cittadino su scala decennale.
I fondi sono ingenti, ma i cantieri procedono con velocità discontinua. Le opere richiedono anni, e spesso subiscono rallentamenti legati alla burocrazia, alla complessità tecnica o alla difficoltà di coordinamento tra enti. AMT ha un ruolo centrale, ma la sua capacità di attuazione dipende anche dalla solidità della sua struttura e dalla chiarezza degli indirizzi politici. E qui la palla passa a Palazzo Tursi.

Intanto il futuro di AMT è ancora tutto da scrivere. La direzione tracciata punta a un trasporto pubblico più sostenibile, accessibile, efficiente. Ma tra le ambizioni dichiarate e la realtà quotidiana si apre uno spazio che andrà colmato con scelte coraggiose, risorse stabili e una gestione attenta. 
Molto dipenderà dalla volontà politica, dalla capacità di affrontare i nodi strutturali e dalla risposta concreta alle esigenze dell’utenza date da chi, per anni, si è opposto alla strategia del ‘fare’ messa in campo da un centrodestra pronto a progetti milionari. Intanto, ogni giorno, migliaia di persone continuano a salire su un mezzo AMT per andare a scuola, a lavoro, a fare la spesa.

Pietro Zampedroni

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