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Politica | 17 aprile 2018, 14:15

Welfare. Regione Liguria boccia i criteri per il riparto del Fondo nazionale per le estreme povertà

La vicepresidente Sonia Viale: "Inacettabile basare riparto su una rilevazione di quattro anni fa e mai aggiornata: Genova va inserita tra i comuni con oltre mille persone senza fissa dimora".

Welfare. Regione Liguria boccia i criteri per il riparto del Fondo nazionale per le estreme povertà

Parere negativo da parte della vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale ai criteri di riparto adottati dal ministero del Lavoro e Politiche sociali per il riparto del Fondo nazionale destinato alle estreme povertà. La bocciatura viene espressa dall’assessore Viale in una lettera indirizzata alla Commissione Politiche sociali, che si riunirà domani a Roma per recepire i pareri tecnici e politici sul documento prima del passaggio in Conferenza Unificata. Alla base del giudizio fortemente negativo, la decisione del governo di basare la ripartizione delle risorse su una rilevazione Istat del 2014 da cui risulterebbe che in tutta la Liguria sono presenti solo 977 persone senza fissa dimora, escludendo di fatto il Comune di Genova dall’elenco di quelli con oltre mille persone senza fissa dimora, con una conseguente riduzione delle risorse da impegnare.  

“Non è accettabile – afferma l’assessore Viale - che il governo effettui un riparto di risorse su un tema così delicato e importante sulla base di dati risalenti a quattro anni fa, che non solo non sono aggiornati ma avevano anche già comportato una forte penalizzazione del Comune nell’ambito di un riparto avvenuto nel 2016. Già allora i nostri uffici avevano sottolineato l’incongruenza del criterio adottato, senza tuttavia ottenere alcun riscontro: è grave che non si sia tenuto conto di queste osservazioni e ancora di più che gli stessi identici criteri siano stati riproposti oggi per il riparto del Fondo nazionale sulle estreme povertà”. Nella lettera la vicepresidente Viale chiede quindi l’inserimento di Genova nel riparto delle risorse destinate ai Comuni capoluogo di città metropolitane con oltre 1000 persone senza fissa dimora in quanto “dai dati a disposizione del Comune e degli enti del terzo settore – spiega la vicepresidente Viale - con i quali da anni vengono portati avanti percorsi di co-progettazione e monitoraggio sull’utenza, risulta in modo chiaro ed evidente la presenza sul solo territorio comunale oltre mille persone senza dimora”.

c.s.


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