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Attualità | 10 gennaio 2020, 14:35

Cep, quel Ponte Blu sorvegliato speciale ormai da anni

Fabio Ariotti (Lega) chiede informazioni in Consiglio Comunale sullo stato della struttura. L’assessore Piciocchi: “A breve saranno fatti rilievi specifici”. Sono nove, secondo il Provveditorato alle Opere Pubbliche, le criticità nel Municipio VII

Cep, quel Ponte Blu sorvegliato speciale ormai da anni

Da anni le condizioni del cosiddetto Ponte Blu del Cep preoccupano, e non poco, la cittadinanza. Ancor prima della tragedia del Ponte Morandi, e di tutti gli altri incidenti occorsi sulla rete autostradale ligure, lo stato di questa infrastruttura, i cui piloni poggiano sulle colline tra Voltri e Pra’, in uno dei quartieri più popolati di tutto il Ponente genovese, è stato più volte denunciato, sia dai cittadini che dagli amministratori locali, sia a livello di Municipio VII Ponente che di Comune di Genova.

Si sono mossi un po’ da tutte le parti, centrosinistra e centrodestra. L’ultimo intervento, in ordine di tempo, è quello di Fabio Ariotti, consigliere comunale della Lega, che al Cep risiede e che quindi è ancor più sensibile rispetto a questo argomento, in quanto viene spesso sollecitato dai residenti: a che punto siamo con il Ponte Blu? Com’è il suo stato? È necessario fare lavori? Si tratta di un viadotto che può esser definito sicuro? Perché i segni del tempo, specialmente sui pilastri in cemento, si vedono tutti, e ormai dopo il disastro del Morandi e tutti i disastri successivi le persone sono, giustamente, ancor più preoccupate.

Va detto che questo impalcato è di competenza di Tursi, perché parliamo di una strada urbana, quindi Autostrade, almeno in questo caso, non c’entra nulla. L’argomento è stato affrontato nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale, attraverso un’interrogazione a risposta immediata (ex articolo 54).

Ariotti ha chiesto all’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Pietro Piciocchi, com’è la situazione “della stabilità e dei controlli sia sul Ponte Blu di via Martiri del Turchino che su quello di via De Sanctis, in quanto esternamente sono evidenti i segni del tempo e recentemente capita di vedere il transito di alcuni mezzi come autoarticolati che, sbagliando strada, percorrono le vie del quartiere del Cep”.

Secondo l’assessore Piciocchi, “questo è un tema molto delicato e c’è grande attenzione da parte dell’amministrazione. I ponti cittadini, di competenza del Comune, sono stati controllati in maniera rigorosa e su alcuni di questi, ad esempio il ponte di via dei Martiri della Libertà e di via De Nicolay a Pegli, e il viadotto Fabbriche a Voltri, sono stati eseguiti i lavori necessari. A breve sarà commissionato un lavoro di rilievo specifico su questi due viadotti del Cep, in modo da eseguire accertamenti ancora più sofisticati. Aggiornerò il Consiglio sugli sviluppi”.

Il rappresentante della Giunta Bucci ha aggiunto che “sui due ponti sono presenti unicamente le classiche fessurazioni legate ai giunti ‘tampone’ posti all’interno del pacchetto stradale in corrispondenza degli appoggi, il cui rifacimento/adeguamento è inserito in programmazione con l’accordo quadro giunti e impalcati. Inoltre, verrà commissionato un servizio di rilievo dei due viadotti, in base al quale si potrà verificare meglio la presenza di eventuali criticità nascoste”.

Resta il fatto che a Ponente, secondo una relazione eseguita dal Provveditorato alle Opere Pubbliche della Liguria l’anno scorso, ci sono almeno nove criticità ‘reali’. Situazioni già da tempo monitorate, oppure segnalate. Molte di queste sono a conoscenza delle istituzioni, altre nascono da avvisi da parte dei cittadini. Tutto viene controllato e posto sotto la lente.

Nel Municipio VII Ponente - che è il più ampio della città in termini di superficie e tra i principali per popolazione - ci si concentra, in particolare, su nove strutture: i pilastri del cavalcavia in via Nuova Crevari; l’impalcato presso il capolinea del bus 1 in via Rubens; i pilastri del ‘cavalcaferrovia’ in via delle Fabbriche; i pluviali verticali in via Tosonotti; il ‘cavalcaferrovia’ in via Segneri; i pilastri dell’impalcato in via Vallecrosia; i pilastri in via Pietra Ligure; l’impalcato in via Martiri del Turchino; gli impalcati in via Quasimodo. Problemi più o meno annosi, sui quali ora c’è una maggiore sensibilità. Perché una tragedia come quella del Ponte Morandi (o anche di qualsiasi minore entità) non si deve più ripetere. E questo è un imperativo categorico chiaro a tutti.

Alberto Bruzzone


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