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Cultura | 18 gennaio 2020, 14:00

Il miracolo della bambina di Mallare

Il Santuario di Santa Maria dell’Eremita fu eretto sopra un tempio pagano preesistente, ancora visibile all’interno. Di origine medievale, conserva una leggenda definita “miracolo"

Il miracolo della bambina di Mallare

Si narra di una storia che segnò per sempre queste terre, una leggenda definita miracolo. Era circa il 1.163 e il feudo era sotto il controllo dei Del Carretto, precisamente di Enrico del Vasto “il valoroso”. Era pieno inverno e le poche case abitate erano di proprietà di contadini e pastori in cerca di cibo e calore per le proprie case. In cima al paese, ovvero a circa 1000 metri di altitudine, vi abitava la famiglia di un pastore con quattro figli, tra cui la primogenita, nota a tutti per essere sordomuta. L’abitazione era la più lontana dalle altre e con la neve era molto difficile scendere fino a valle, poiché il dislivello passava da 1000 a 400mt circa sul livello del mare. I mezzi antichi erano poco affidabili e il freddo molto pericoloso, in quanto una broncopolmonite poteva essere mortale a quei tempi. Scese la sera, tutti rincasarono e dopo la cena, si sedettero dinnanzi al focolare acceso, quando il capofamiglia ebbe un malore e si accasciò improvvisamente a terra dolorante. La moglie, spaventata, non sapeva cosa fare e oltre alla figlia sordomuta aveva altri tre figli piccoli a cui badare ma bisognava uscire e cercare aiuto al più presto. La primogenita non esitò, aprì la porta e iniziò la sua discesa nel mezzo di una tempesta di neve, con la speranza di trovare qualcuno che potesse correre in aiuto del padre, ma le prime case abitate erano molto lontane da loro. Si narra che la piccola fanciulla di cui non conosciamo il nome, continuò imperterrita la sua traversata ma a circa metà strada si inginocchiò stremata a terra, in preda al pianto più disperato e privo di suoni, poiché la sua malattia gli impediva di urlare. Fu in quel momento che successe qualcosa di incredibile.

Una luce abbagliò la pastorella e dinnanzi a lei comparve la Vergine Maria, in tutto il suo splendore, avvolta in una veste celeste. La piccola non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di tutto ciò che la Madonna, avvicinandosi, le asciugò le lacrime con un semplice gesto. Fu in quel momento che avvenne il miracolo, la pastorella riuscì a udire le parole della Vergine che le disse di non preoccuparsi per il padre, poiché l’avrebbe ritrovato vivo e gli avrebbe potuto raccontare del suo incontro. In quel preciso istante la piccola si rese conto di aver ricevuto il miracolo della parola riuscendo a ringraziare con la propria voce. Prima di andare via, la Vergine le disse ancora una cosa, ossia della sua volontà di far edificare in quel luogo (Rocca della Madonna) una prima costruzione che sarebbe diventata, col tempo, un santuario. La tempesta d’improvviso svanì e la notte non faceva più paura. La fanciulla urlava il nome di suo padre durante il ritorno a casa e quando raggiunse l’abitazione raccontò ai suoi genitori ciò che le aveva detto la Madonna, con la propria voce.

Il giorno dopo scesero tutti a valle dove il popolo urlò al miracolo, venerando la pastorella conosciuta fino al giorno prima come una piccola sordomuta. L’edificio religioso venne costruito e ampliato negli anni, specialmente dopo l’epidemia di peste del 1631, che graziò Mallare e fece urlare ancora al miracolo.

Nelle immagini, la bambina di Mallare è Cristina Peruzzi (Cri Eco). Per scoprire altre storie, leggende e segreti della Liguria:
“Miti&Misteri della Liguria” e “Liguria da scoprire” di Dario Rigliaco (editoriale programma editore), in tutte le librerie.

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Dario Rigliaco

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