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Eventi | 16 novembre 2022, 13:19

Dopo il successo del 2021 torna Maledetti Architetti, la manifestazione per scoprire l'architettura del '900

Pierluigi Feltri (Fondazione Ordine degli architetti): "Una città che non è solo quella dei Rolli, ma anche di edifici che sono riferimenti per l'architettura novecentesca di tutta Italia"

Dopo il successo del 2021 torna Maledetti Architetti, la manifestazione per scoprire l'architettura del '900

Il 19 e 20 novembre avrà luogo Maledetti Architetti, la manifestazione volta a far conoscere l'architettura del '900 genovese, con 9 location, e numerose performance, conferenze e visite guidate. 

Dopo il grande successo del 2021, Maledetti Architetti torna a contrapporre alla visione ormai consolidata di Genova come città di palazzi nobiliari antichi del Siglo de Oro, come città dei Rolli, una storia più recente, di palazzi moderni, di sperimentazione, di nuovi materiali, di arditi progetti e infiammate polemiche, una città che si è evoluta tumultuosamente nel XIX secolo.

 

Ma forse non è contrapposizione, è più completamento di una visione. Così l'assessora Francesca Corso: “Penso che sia un'ottima occasione per discutere di quella che è l'architettura di questi palazzi che magari vanno in maniera difforme rispetto al pensiero che Genova sia solo una città di palazzi antichi come quelli dei Rolli , è importante far conoscere anche queste strutture”.

Le fa eco Pierluigi Feltri, per la Fondazione Ordine degli Architetti: “vogliamo far conoscere l'architettura e il lavoro degli architetti alla città e quale occasione migliore che organizzare insieme al Comune la visita a quelli che sono gli edifici più importanti del '900 e capisaldi dell'architettura moderna a Genova ma riferimento per l'architettura di tutta Italia? Da questo punto di vista riteniamo che sia interessante l'abbinamento anche ideale coi palazzi dei Rolli dove il Comune organizza un evento simile sui palazzi del 600 questo parallelo fa sì che l'architettura del '900 possa essere considerata dai cittadini altrettanto importante e fa conoscere quelli che sono i fondamenti del nostro lavoro per quella che sarà la città del futuro che parte da questi elementi e li trasforma secondo le nuove esigenze della vita”. 

Il programma è molto denso, con quelli che son già dei classici e delle complete novità, come spiega il cultural manager Maurizio Gregorini: “Maledetti architetti secondo step prevede una parte di edifici che erano già stati messi in mostra lo scorso anno ma che hanno ottenuto tanto successo che abbiamo deciso di replicarli come il Carlo Felice e il McKenzie e alcune strutture che sono totalmente nuove dal punto di vista della nostra proposta come il grattacielo Siat progettato da Vietti che molti vedono tutti i giorni ma non si pongono l'interrogativo di cosa sia chi l'abbia progettato come sia all'interno, avremo anche la possibilità di visitare la parte esterna della facoltà di economia con tutta la parte della darsena che costituisce un pregiato esempio un conglomerato di architettura del 900 anche industriale e postindustriale  insomma novità e cose viste l'anno scorso, ma sarà questo lo stilema ricorrente della nostra proposta, alcuni classici e tutte le volte proposte innovative”.

 

Programma

Venerdì 18 novembre - ore 18

Grattacielo “Matitone” (su invito)

(Skidmore, Owings and Merrill in collaborazione con gli architetti Mario Lanata e Andrea Messina. È stato ultimato nel 1992)

 

Sabato 19 e domenica 20 novembre

 

Teatro Carlo Felice (SOLO SABATO)

Aldo Rossi, Ignazio Gardella, Fabio Reinhart, Angelo Sibilla (1984-91)

 

Il Palazzo Vietti – Proprietà SIAT

Luigi Vietti (1959)

 

La Facoltà di Economia re la Darsena

Aldo Luigi Rizzo (1991-92) e altri

 

Quartiere Ina Casa - Bernabò Brea

Luigi Carlo Daneri (1950-53)

 

Palazzo Tursi-Albini

Franco Albini, Franca Helg (1951-64)

 

Castello Mackenzie

Gino Coppedé (1897-1902)

 

Palazzo rosso – scala e appartamento Marcenaro Albini

Franco Albini (1954)

 

Ultimi due piani del grattacielo San Vincenzo in piazza Verdi a Brignole

Melchiorre Bega, Piero Gambacciani, Attilio Viziano (1964-69)

 

 

I TOUR GUIDATI A PIEDI

1 - Genova City: opera in tre atti

Come Ponticello, Piccapietra e Madre di Dio divennero piazza Dante, via XII Ottobre e il Centro dei Liguri: lo scopriremo nel corso di un tour attraverso i tre principali scenari del sogno novecentesco di dotare Genova di un nuovo centro urbano.

2 - Fronte del porto

Osservare Genova in tutte le sue varianti, le sue contraddizioni, le sue anime: lo specchio acqueo del porto vecchio e dell’avamporto sono particolarmente funzionali a questo scopo. Per questo ne abbiamo voluto approfittare per raccontare anche da un battello il Novecento genovese

3 - Promenade via XX Settembre

Ottocento metri per venti di rettilineo dal centro alla periferia, da ovest verso est; una nuova direttrice viaria funzionale al crescente traffico ma anche una colossale operazione immobiliare a discapito di rioni popolari in aree centrali; un grande laboratorio per sperimentare nuove tecniche costruttive ma anche l’occasione per la borghesia rampante genovese di autocelebrarsi con una Via Aurea del Ventesimo secolo.

 

LE MOSTRE E GLI INCONTRI

Al DOCSAI:

Un Daneri mancato

La vicenda del Palazzo dell’Arte, un sogno rincorso invano dal Comune di Genova per mezzo secolo, vista soprattutto attraverso il suo capitolo finale: i progetti di Luigi Carlo Daneri prima presentati insieme a Luciano Grossi Bianchi e Giulio Zappa in occasione del concorso del 1955 e poi rielaborati per la proposta definitiva in collaborazione con Franco Albini e Franca Helg.

 

Buon non-trentennale, Cono di Portman

Fu l’altra faccia del processo di riqualificazione del porto antico: una proposta dirompente presentata in pompa magna il 12 ottobre 1988 a Palazzo San Giorgio e destinata a infiammare il dibattito pubblico nei successivi sei mesi, per poi scemare gradualmente ed essere archiviata una volta per tutte con la delibera quadro del primo marzo 1990.

Stiamo parlando del “Cono di Portman”, progetto mastodontico che, per quanto verosimilmente insostenibile sotto svariati punti di vista, a decenni di distanza è ancora capace di un certo ambiguo fascino.

Fondazione Labò ricorderà questa vicenda in compagnia di alcuni testimoni dell’epoca.

Al Circolo ricreativo CAP, via Albertazzi 3r

 

Sabato 19 novembre h 15 

Pianta analoga di Genova - Presentazione e dibattito

Questa pianta – ideata e disegnata da Francesco Bacci, Valter Scelsi e Ayla Schiappacasse – è la rappresentazione, come si conviene approssimata, parziale, ridotta e simbolica, della città di Genova sul piano di un foglio di carta.

Sovrapposte al disegno dell’esistente, compaiono in tratto rosso le architetture scomparse, e in tratto azzurro le architetture progettate e mai costruite. Così, questa pianta è fatta anche di quello che non vediamo: la città che immaginiamo sia stata e quella che sarebbe potuta esistere, se le cose fossero andate diversamente. In questo senso, la pianta è un atto di fiducia verso un racconto scritto sulla carta, un racconto che ognuno si porta dietro e che non ha finale.

Incontro presso la sede di Villa Montallegro in Torre San Vincenzo, Via San Vincenzo 2

 

sabato 19 novembre h 19

La Wolfsoniana per Maledetti Architetti l’altra modernità di Giuseppe Crosa di Vergagni

Nonostante la sua ricca e complessa produzione architettonica sia stata accompagnata da significativi riconoscimenti istituzionali e da un’importante rete di committenze private, l’attività di Giuseppe Crosa di Vergagni (Belluno 1886 – Genova 1968) è stata spesso considerata come l’emblematica espressione di un’attitudine progettuale incline a proporre rielaborazioni stilistiche di matrice settecentesca e neoclassica. I più recenti inquadramenti critici sulle vicende architettoniche italiane del Novecento ci aiutano adesso, tuttavia, a riconoscere in Crosa l’autore di alcuni tra i più celebri edifici realizzati nell’ambito della trasformazione urbanistica di Genova della prima metà del Novecento e a inquadrarne l’esperienza nell’alveo di una composita, ma radicata area di ricerca, di cui fecero parte, tra gli altri, Marcello Piacentini e Vincenzo Fasolo. Questa attitudine appare evidente sia nell’originale declinazione vernacolare dell’impianto neogotico della palazzina dello Yacht Club di Genova (1928-1929), sia nella mediazione linguistica tra istanze déco e razionaliste, sperimentata nelle soluzioni architettoniche del palazzo dell’ILVA (1929-1930) e del palazzo Terzano (1937-1938).

Opere esposte presso casa Luzzati, Palazzo Ducale. Ingresso libero h 10 – 19.

 

1992 Piano per Genova

Si ricorda infine che è in corso di svolgimento la mostra “1992 Piano per Genova”, a cura di Antonio Lavarello ed Emanuele Piccardo. Questa iniziativa rivela, a trent’anni di distanza, il backstage del progetto di riqualificazione del Porto Antico firmato da Renzo Piano. L’architetto genovese e l’amministrazione guidata da Fulvio Cerofolini ebbero l’intuizione di utilizzare le risorse destinate ad un evento effimero come Expo ’92 per una riconfigurazione permanente del porto vecchio, trasformando così radicalmente il rapporto tra la città e il mare. Tra i materiali in esposizione i disegni di una delle prime versioni del progetto e una selezione di fotografie di cantiere.

La mostra è in via Sestri 46, presso lo store Giglio Bagnara ed è visitabile gratuitamente negli orari di apertura del negozio.

Federico De Salvo

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