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Cultura | 04 luglio 2018, 14:40

"Spazio Lomellini 17": il salotto d'arte dove vogliono suonare da tutta Italia

Un po’ “salotto” e un po’ melting pot culturale, lo Spazio Lomellini 17 è diventato un “palco” dal quale vogliono esibirsi artisti e band di tutta Italia. Il prossimo appuntamento il 9 luglio con il "NoGenovaTour" di Manfredi e Sirianni (VIDEO)

"Spazio Lomellini 17": il salotto d'arte dove vogliono suonare da tutta Italia

Un po’ “salotto”, anche a vederlo, e un po’ melting pot culturale, tra arti visive, musica e poesia, lo Spazio Lomellini 17, in cui entrano solo i soci e nato due anni fa da un progetto dello scultore Ruben Esposito e Fanny Postiglioni, è diventato un “palco” dal quale vogliono esibirsi artisti e band di tutta Italia. E non solo. Basti ricordare l’esibizione dei Folk Road Show, e le tante serate jazz con Rodolfo Cervetto, Luca Falomi e ancora Riccardo Barbera e Raffaele Rebaudengo. E poi il videoclip, per la regia dello stesso Ruben, di Giulia Ottonello che canta Sade. Ci parla dello spazio e della propria arte Ruben Esposito.

Hai inaugurato Spazio Lomellini 17 due anni fa: ormai è diventato un punto di riferimento.

Sì, sono contento, è quello che immaginavo e c’è stata una bella risposta. Riceviamo mail da quasi tutta Italia per venire a suonare qui; sembra un piccolo miracolo, vista la situazione del momento: siamo come un’isola felice. Lo abbiamo fatto non a scopo di lucro e credo funzioni perché le persone vedono che è proprio così e vedono l’impegno che ci mettiamo.

Qualcosa è cambiato rispetto al progetto iniziale?

Sì, ha iniziato a collaborare con noi da quest’anno Riccardo Barbera, che si occupa di organizzare i concerti e lo farà anche il prossimo anno. Quello che vorrei fare è poter organizzare più mostre, e dal momento che Riccardo pensa ai concerti, potrò iniziare a occuparmene io maggiormente. Non è la nostra professione, ancora stiamo imparando, anche a rimediare ad alcuni errori commessi. Il problema principale è riuscire a rispondere a tutti, perché le richieste sono tante.

Avete iniziato a registrare anche video.

Sì, mi piacerebbe registrare le serate, che stiamo mettendo su Youtube: si tratta di girare un piccolo videoclip prima del concerto, a inizio serata, per fornire un servizio in più ai musicisti. E poi ci attrezzeremo per fare le dirette e le registrazioni live. Cerchiamo di andare in crescita. Tengo molto al fatto che vengano visti e ascoltati gli artisti. E questo spazio mi piace molto, perché siamo arrivati al punto in cui le persone hanno perfino timore di tossire, perché ascoltano veramente. Lo spazio, infatti, non è grande, siamo arrivati a ottanta persone, che sono troppe, mentre cinquanta è il pubblico ideale: sono cento occhi e cento orecchie tutti puntati sull’artista e questo si percepisce.

I musicisti non percepiscono un cachet.

No, abbiamo deciso di lavorare “a cappello”: così le persone iniziano a responsabilizzarsi. Infatti, non essendo un locale, ma un’associazione, non abbiamo introiti per pagare gli artisti, così è venuta l’idea del cappello. Inoltre ci piace portare anche artisti che il pubblico non conosce, quindi far pagare un biglietto per un artista che non si conosce non conviene. In questo modo, invece, ho cercato di agevolare tutti, sia artisti che fruitori della serata.

Procede il progetto sulle sculture insieme al fotografo Simone Lezzi?

Sto lavorando alla seconda, è un mio progetto che risale a 10 anni fa, ma tutt’ora, secondo me, contemporaneo e in qualche modo competitivo; si è sviluppato negli anni, mentre facevo anche altri lavori, e poi ho chiesto a Simone Lezzi se voleva collaborare. Sono molto contento, visto che alcuni curatori che l’hanno visto dicono che è una vera novità.

E poi ci sono le mostre d’arte: la prima è stata quella sui migranti.

Ho iniziato con Ernesto Bayter con la mostra sui migranti, che era un gioco: lui dipingeva a olio, in modo classico, i migranti, lavorando su foglia oro come coperta termica, mentre io rappresentavo chi avrebbero incontrato qua: figure di persone tristi, simulate con finto marmo, poco elastiche quindi, come un muro. Poi ci sono state varie collettive con altri artisti Nicola Villa, Carlos Estrada, ma anche di fuori, di Alessandria e Torino. La prossima mostra dovrebbe essere a ottobre e sarà una mostra fotografica.

Quale sarà il prossimo evento allo Spazio Lomellini 17?

Il 9 luglio Max Manfredi e Federico Sirianni saluteranno Genova prima di partire per la turnée estiva al sud, che infatti si chiama “NoGenovaTour”.

Medea Garrone

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